Agricoltura: pubblicati i bandi sui Progetti integrati di Filiera (PIF), a disposizioni  36,2 milioni

L’assessore Pier Luigi Caria: “Il primo punto di forza di questo bando è il fatto  che mette assieme i produttori primari, la trasformazione e la commercializzazione. Il secondo punto di forza è dato dal favorire una migliore distribuzione del reddito lungo la filiera fra i tre segmenti coinvolti. Dinamica oggi sempre assente e che schiaccia, riducendone gli utili, il produttore primario”

di Alessio Atzeni

Un nuovo stimolo per l’aggregazione delle imprese agricole, per la distribuzione degli utili nelle filiere e per un rafforzamento sui mercati dell’agroalimentare sardo arriva con la pubblicazione dei bandi sui Progetti integrati di Filiera (PIF) dove l’assessorato dell’Agricoltura ha stanziato 36,2milioni di euro.

L’intervento della Regione, illustrato oggi in conferenza stampa dall’assessore Pier Luigi Caria, è inquadrato fra le misure a investimento promosse all’interno del Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020.

L’assessore. “Il primo punto di forza di questo bando riguarda l’aggregazione, che mette assieme i produttori primari, la trasformazione e la commercializzazione. Il secondo punto di forza è dato dal favorire una migliore distribuzione del reddito lungo la filiera fra i tre segmenti coinvolti. Dinamica oggi sempre assente e che schiaccia, riducendone gli utili, il produttore primario.

I PIF hanno quindi l’obiettivo di redistribuire gli utili fra tutti, partendo soprattutto da chi sta alla base della catena”. Così l’assessore Caria che ha aggiunto: “Un terzo vantaggio garantito dai PIF riguarda la continuità nel tempo che impegna i soggetti interessati per almeno 5 anni: su questo periodo si stabiliscono le regole, si fa un contratto e si garantisce quindi una stabilità al mercato. In tali accordi infatti verranno definiti anche i prezzi che assicureranno certezza sia al produttore, sia al trasformatore della materia prima e quindi per chi immette sul mercato il bene. Altro elemento – ha concluso l’assessore – interviene sul piano finanziario delle imprese. Far parte di una filiera, di un gruppo di imprese che condividono un contratto commerciale, favorisce anche i componenti più deboli nell’accesso al credito. Il sistema bancario infatti guarda in modo diverso il singolo imprenditore, slegato da accordi con altre aziende, piuttosto che quello impegnato e quindi rafforzato da un’aggregazione di imprese”.

Risorse e misure. I 36,2 milioni stanziati per i bandi sono suddivisi fra le tre sottomisure del PSR che si possono attivare attraverso i PIF: la 3.2 (Sostegno per attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno) ha una dotazione finanziaria da 1,2milioni; la 4.1 (sostegno a investimenti nelle aziende agricole) ha 20milioni e la 4.2 (sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e dello sviluppo dei prodotti agricoli) chiude con 15milioni di euro. Le ultime due sottomisure devono essere attivate obbligatoriamente dai richiedenti.  

Requisiti e finanziamenti. Per avviare un PIF è necessario che siano coinvolte almeno 10 imprese del settore della produzione primaria e una della trasformazione. La spesa complessiva finanziabile deve essere compresa fra 300mila euro e 4milioni con un aiuto a fondo perduto fino all’80%.

Soggetti richiedenti. Il progetto di filiera deve essere proposto da un soggetto capofila, o mandatario, che ha il compito di organizzare e coordinare l’intero programma. Possono essere soggetti capofila: Associazioni di organizzazioni di produttori (AOP); Organizzazioni di produttori (OP); Cooperative agricole e loro consorzi; Reti di imprese; Imprese di trasformazione e commercializzazione.

Ambito operativo. I PIF possono interessare tutti i comparti agricoli e ricomprendere obbligatoriamente i segmenti di filiera di produzione primaria, trasformazione e commercializzazione. I settori dove possono essere presentati i progetti sono: ovicaprino, bovino da latte, bovino da carne, suinicolo, ortofrutta, vitivinicolo, olivicolo, cerealicolo. Allo stesso modo sono compresi: apistico, avicunicolo, piante aromatiche e officinali, colture industriali, proteoleaginose (girasole, soia, colza).

Tempistica. Una volta aperto e pubblicato il bando, i soggetti capofila devono presentare tra il 15 maggio e il 15 giugno 2018 la manifestazione di interesse accompagnata dal progetto di filiera che sarà valutato dagli uffici regionali.

Per maggiori informazioni su criteri di selezione, requisiti di ammissibilità e punteggi attribuibili ai progetti si può consultare il sito Sardegna Agricoltura, nella sezione Bandi e Gare, al seguente link: goo.gl/W5njSu

 

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