Uras interroga Poletti e Lorenzin su vertenza Aias
il senatore chiede ai Ministri Poletti ministro del Lavoro e Lorenzin ministro dela Salute, di tutelare i diritti dei lavoratori e la loro stabilità occupazionale e in particolare, di intraprendere iniziative a tutela della libertà sindacale in Aias
di Sergio Atzeni
“I dipendenti dell’ A.I.A.S (l’’Associazione Italiana per l’Assistenza agli Spastici) di Cagliari da mesi non ricevono lo stipendio e, ad oggi, nessuno è intervenuto contro l’azienda inadempiente. Per questo chiedo ai Ministri Poletti e Lorenzin di tutelare i diritti dei lavoratori e la loro stabilità occupazionale e in particolare, di intraprendere iniziative a tutela della libertà sindacale in A.I.A.S. al fine di scongiurare eventuali casi di provvedimenti disciplinari ritorsivi comminati nei confronti dei lavoratori che svolgano attività sindacale all’interno dell’Azienda”. Così il senatore sardo del Gruppo Misto. Luciano Uras, in un’interrogazione al Ministro del lavoro e al Ministro della Salute.
“Per i lavoratori oltre al danno anche la beffa – prosegue – perché, alla legittima protesta dei dipendenti per l’irregolare pagamento dei salari e degli stipendi, l’Aias risponde con pesanti provvedimenti disciplinari funzionali al licenziamento dei dipendenti in lotta e giustifica il proprio comportamento in ragione della pretesa creditoria nei confronti della ASL, relativa a prestazioni rese e ancora non regolarmente retribuite”.
“Considerato che la vertenza Aias, rischia di comportare conseguenze negative anche sul piano dell’assistenza di persone in condizione anche gravi di disabilità, chiedo ai ministri Poletti e Lorenzin di attivarsi concretamente anche al fine di superare le condizioni di difficoltà nelle quali la Regione sarda si trova per mancati trasferimenti finanziari relativi agli interventi in materia sanitaria (malattie rare, farmaci salva – vita etc.), così da mettere in sicurezza i necessari interventi socio-sanitari, oltre che il personale interessato, la regolarità delle retribuzioni e – conclude Uras – le dovute garanzie occupazionali”.