Turismo in Sardegna: arrivi in aumento nel 2017 nelle aree costiere ma diminuiscono le permanenze
E’ quanto emerge da una indagine della CNA Sardegna su un campione di 109 imprese operanti nel settore turistico. Si prevede un aumento degli arrivi nel 2017, per la crescita della domanda straniera. Ma l’incremento si concentrerà sulle aree costiere e nel periodo estivo con una riduzione della durata media della vacanza e della spesa sul territorio dei vacanzieri
di Siro Zani
In Sardegna arrivano più turisti, soprattutto grazie alla crescita della domanda straniera. Ma non aumentano le presenze. L’incremento degli arrivi si continua a concentrare infatti sulle aree costiere e solo nel periodo estivo con una sistematica riduzione della durata media della vacanza e della spesa sul territorio dei vacanzieri. E’ quanto emerge dal questionario somministrato lo scorso giugno dalla CNA Sardegna a 109 imprese turistiche dell’isola per sondare la loro opinione sul modello di sviluppo turistico della Sardegna. Il questionario – inserito nella ricerca “Economia e Turismo: modelli a confronto. La Sardegna e i suoi competitor” realizzata dall’associazione artigiana per stimolare le istituzioni regionali – evidenzia tra l’altro una crescente insofferenza degli imprenditori verso la politica. La pubblica amministrazione, in particolare la Regione e lo Stato, ma anche enti locali, Camere di Commercio e Università, vengono valutati dalle imprese turistiche sarde come totalmente incapaci di offrire un supporto realmente adeguato ed efficace. Al contrario gli imprenditori isolani sentono sulle proprie spalle l’onere di determinare le sorti del settore turistico sul territorio e assegnano un ruolo centrale agli istituti di credito che finanziano direttamente le loro attività e alle associazioni che li supportano attraverso iniziative di vario genere.
La ricerca attesta che la maggior parte delle imprese (agenzie di viaggio, imprese ricettive, imprese di trasporto passeggeri, imprese di ristorazione, imprese di noleggio, stabilimenti e altri servizi) ha registrato un miglioramento significativo dell’attività nell’ultimo triennio. Oltre la metà attende per quest’anno una significativa crescita dei fatturati, anche grazie all’incremento dei turisti stranieri, che, in media, rappresentano oltre un quarto della clientela delle imprese (quota cresciuta dal 22% al 26% tra 2014 e 2016).
“Dalla ricerca emerge che nei prossimi 5-10 anni la Sardegna sarà in grado di incrementare gli arrivi turistici e di diversificare l’offerta, anche grazie alla crescita della domanda straniera”, spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA Sardegna. “Tuttavia questo incremento si concentrerà sulle aree costiere, mantenendo caratteristiche di forte stagionalità: se gli arrivi nelle strutture sono visti in crescita, l’incremento delle presenze non lo sarà della stessa misura, con una riduzione della durata media della vacanza e della spesa sul territorio dei vacanzieri. Lo scenario rispecchia insomma le caratteristiche e le criticità attuali del modello turistico regionale: forte stagionalità, scarsa mobilità sul territorio, spesa concentrata nelle strutture e nelle spese di viaggio, riduzione della permanenza media”.
Punti di forza e criticità del turismo in Sardegna. Bellezze naturali, qualità dell’offerta ricettiva e dei servizi, economicità e offerta storico culturale. Sono questi – per le imprese turistiche sarde – i maggiori punti di forza del turismo in Sardegna. La punta di diamante è ovviamente rappresentata dalle bellezze naturali, ma è considerato determinante anche il livello di accoglienza riservato ai visitatori. Le imprese intervistate dalla CNA danno una valutazione positiva alla qualità dei servizi offerti, così come al livello dei prezzi, considerato competitivo, e alla buona qualità delle strutture ricettive presenti sul territorio.
Sebbene non siano ritenuti importanti nel determinare la scelta dei turisti di visitare la Sardegna per la prima volta, gli elementi storico culturali rappresentano – secondo gli imprenditori intervistati – un fattore in grado di influenzare positivamente il ritorno dei turisti nell’isola. La varietà delle attività disponibili, invece, è ritenuta insufficiente e non in grado di orientare le scelte future dei viaggiatori.
Dai trasporti arrivano le note più dolenti, sia in termini di accessibilità dall’esterno (viaggio per raggiungere la Sardegna), sia in termini di trasporto locale, e quindi collegamenti da e verso aeroporti e porti, qualità del servizio pubblico, anche privato, strade e mobilità interna.
Quanto alle strategie per migliorare l’offerta turistica nell’isola le imprese intervistate indicano come prioritarie l’ospitalità, la sicurezza del territorio, il paesaggio e enogastronomia, senza trascurare la qualità del paesaggio urbano. Il tema dell’ospitalità è ritenuto centrale anche più della valorizzazione delle risorse naturali e delle tipicità enogastronomiche. Ma le imprese turistiche ritengono molto importante anche puntare sulla sicurezza del territorio, soprattutto nell’attuale contesto socio politico in cui l’elemento insicurezza, o meglio la percezione di essa, è in grado di modificare equilibri consolidati anche tra le destinazioni turistiche (si pensi al tema terrorismo nel Centro-Nord Europa o all’instabilità in Nord Africa e Medio Oriente). Secondo le imprese sarde investire sulla sicurezza è dunque elemento imprescindibile anche per lo sviluppo turistico di un territorio.
Le imprese intervistate assegnano inoltre notevole importanza strategica anche al tema della qualità del paesaggio urbano, visto come un elemento in grado di incidere sull’immagine della destinazione essendo parte integrante dell’esperienza di viaggio che non deve essere esclusivamente balneare e di villeggiatura. Non a caso anche la valorizzazione dei centri storici, assieme a musei e beni culturali, è considerata fondamentale, al pari della promozione dell’artigianato artistico e più dell’organizzazione di eventi o manifestazioni culturali.
Strategie e azioni politiche. Ma quali sono le strategie e le azioni politiche richieste dalle imprese isolane?
Le imprese turistiche della Sardegna assegnano un ruolo centrale alle agenzie di viaggio e ai tour operator, ritenuti i soggetti maggiormente in grado di favorire, promuovere e guidare lo sviluppo turistico di un territorio. Leggendo le risposte delle imprese al questionario è invece molto evidente – come detto – una crescenteinsofferenza verso la politica, essendo le amministrazioni pubbliche valutate come totalmente incapaci di approntare una azione di supporto realmente adeguata ed efficace. Di contro gli imprenditori sentono di avere sulle spalle l’onere di determinare le sorti del settore turistico sul loro territorio. In quest’ottica non sorprende che un ruolo centrale sia assegnato agli istituti di credito e alle associazioni che supportano gli imprenditori attraverso iniziative di vario genere.
Conseguenza di questa insofferenza verso la politica e le istituzioni è che meno di un terzo delle imprese intervistate ha partecipato a progetti relativi al turismo promossi dalla Regione o da organismi nazionali o europei (per lo più corsi di formazione o eventi fieristici o congressuali). Eppure il giudizio è nel complesso positivo: il 78% delle imprese che ne hanno usufruito ha dichiarato di aver tratto un beneficio significativo da tale partecipazione.
Promozione e comunicazione. Lo spirito innovativo e la capacità di utilizzare nuovi mezzi di promozione e comunicazione si confermano elementi cruciali per il successo di un’attività nel settore turistico in Sardegna. Stando all’indagine della CNA il 71% delle imprese intervistate gestisce un proprio sito web, solo il 44% è attiva sulle piattaforme social e ancora meno (il 35%) utilizza gli strumenti tipici della sharing-economy, ovvero piattaforme di prenotazione online e market-place con sistema di feedback del cliente. Il 23% utilizza voucher, coupon e altre forme pacchetti offerta, mentre sono pochi coloro che pubblicizzano l’attività sul web, anche sponsorizzando blog specializzati; molto più diffusa è invece la pratica di inserimento all’interno di guide turistiche. Quasi nessuno, infine, partecipa a fiere o altri eventi promozionali.
Priorità. Ma dove, secondo le imprese turistiche sarde, bisognerebbe incentrare l’azione politica per far crescere l’industria turistica dell’Isola? Sicuramente non solo sul turismo estivo balneare: gli imprenditori isolani concordano sul fatto che un modello di comunicazione incentrato solo su mare e spiagge non permetterebbe al turismo della Sardegna di crescere e superare le criticità, ma ritengono che ci si debba concentrare sulla promozione delle bellezze del territorio a tutto tondo, naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali.
Secondo gli imprenditori isolani per rendere più competitiva l’offerta regionale, l’azione politica dovrebbe concentrarsi soprattutto nel supportare e promuovere l’innovazione delle imprese locali (26% delle risposte), ad esempio, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione per gli imprenditori o per il personale (8,8%).
Al secondo posto nella classifica delle azioni prioritarie da intraprendere le imprese isolane mettono i trasporti. Il problema non è solo il potenziamento dell’accessibilità dell’Isola dall’esterno, quanto, piuttosto, il trasporto interno, ovvero i collegamenti da e verso i principali punti di accesso (porti e aeroporti) e il trasporto pubblico locale, fondamentale per aumentare la mobilità dei turisti sul territorio. Al terzo posto le imprese confermano l’importanza di intervenire sul paesaggio urbano con politiche di riqualificazione. L’organizzazione di eventi (sportivi, culturali, intrattenimento e fieristici) è considerato altro elemento di cui tenere conto, come indicato, nel complesso, nel 17% dei casi, mentre meno prioritario è ritenuto puntare sullo sviluppo di nicchie di mercato emergenti.
Nicchie di mercato. L’indagine analizza infine le nicchie di mercato che meglio si adattano al territorio isolano.Benessere e salute viene indicata come l’ambito nel quale la Sardegna potrebbe essere più competitiva, seguita dal turismo storico archeologico e dal turismo sportivo. Più indietro tradizione e folklore e ittiturismo.