Il Turismo pilastro dell’economia della Sardegna,
E’ quanto emerso in una tavola rotonda promossa dalla Fisascat (CISL) e dalla conferenza stampa dell’Assessorato al Turismo evidenziano la necessità di organizzazione e collaborazione fra gli interessati
di Gianfranco Leccis
Recentemente vi sono state due occasioni in cui si è parlato concretamente di turismo. Il primo è stata una tavola rotonda a chiusura di un convegno della Fisascat, sindacato di categoria dei lavoratori del commercio e turismo della cisl. Il tema era “Turismo tra Innovazione e Tradizione”, cioè non di carattere strettamente sindacale ma di estrema importanza per i lavoratori, le possibilità di sviluppo di un settore basilare per la Sardegna e per i lavoratori, quindi di tutta la comunità sarda. Vi sono stati interventi di alcuni esperti e dell’Assessora Regionale al Turismo Barbara Argiolas.
Dopo Gavino Carta, segretario CISL, Giuseppe Atzori segretario generale della Fisascat della Sardegna ha fatto un esauriente illustrazione sul tema “Il Turismo è il futuro della Sardegna”, che deve diventare il volano capace di generare ricchezza ed occupazione occupando gli spazi economici e occupazionali persi a seguito del progressivo ed inesorabile abbandono industriale che la Sardegna ha subito negli ultimi decenni.
La filiera turistica va intesa come pilastro dell’economia della Sardegna, così come di tutta l’economia italiana per il suo contributo al PIL (soprattutto quello potenziale) e per il volume di posti di lavoro che genera, ma soprattutto per i rilevanti effetti diretti ed indiretti sugli altri comparti dell’economia. Il Sindacato ha il dovere di partecipare attivamente alla programmazione turistica insieme alla politica ed all’impresa.
Interessanti gli interventi di Guarini (segretario nazionale Fisascat), importanza del settore nel contesto nazionale e internazionale – l’Italia è la meta più sognata – di Togni (già dirigente Enit e di altre iniziative del settore), che ha fatto un quadro complessivo della situazione del turismo nel mondo: espansione continua, posizionamento dell’attività italiana, necessità di migliorare proposte e organizzazione, di Candido (Federalberghi Nazionale), rapporti tra imprenditori e lavoratori del settore, con conclusioni di Raineri (segretario generale Fisascat) con una puntuale analisi della situazione sarda, italiana ed europea.
L’Assessora Argiolas ha posto in rilievo le necessità di decidere quale turismo vogliamo avere, le scelte che dobbiamo fare, tenendo anche presente le difficoltà che già ci sono con la saturazione nel periodo estivo e la necessità di dover chiudere o porre limiti in alcune delle più belle spiagge. Occorre impostare la politica non verso la “destagionalizzazione”, pessima parola per indicare la creazione di una nuova stagione con tutti i limiti che questo comporta: è molto più corretto parlare di nuova stagione, con attrattive diverse da quelle marino-balneari, vedi regioni come il Trentino che vi sono perfettamente riusciti. Dobbiamo parlare di un sistema, con la partecipazione di tutti, non solo degli albergatori ma anche del piccolo commercio o la ristorazione, bisogna dare l’idea di una comunità viva.
La politica non basta, occorre una partecipazione generale. Meglio che di ambiente si deve parlare di paesaggio: ambientale, culturale, enogastronomico, e così via. Ma questo comporta una serie di comportamenti, per esempio apertura dei siti o personale che conosce le lingue. Bisogna scegliere quale tipo di turismo vogliamo fare. Abbiamo 15 milioni di presenze negli alberghi ma quante sono quelle delle 200.000 seconde case? persone che ci vanno senza creare alcun posto di lavoro. Non si crea occupazione ma i proprietari si mettono soldi in tasca. Cosa vogliamo offrire? Preferiamo un turista che paga o uno che risparmia? Prima di fare nuovi alberghi bisogna pensare: chi ci mettiamo dentro? Possono convivere alberghi e turismo con le ciminiere industriali? La Regione può essere un facilitatore ma non può risolvere i problemi, per l’ sviluppo è importante l’azione degli imprenditori e dei lavoratori.
La partecipazione del Sindacato a determinare la politica turistica è importantissima e in questo contesto è fondamentale la partecipazione della CISL su un tema su cui si erano già pronunciati la CGIL e la CNA come a suo tempo riferito.
In giorno successivo vi è stata una conferenza stampa indetta dall’Assessorato al Turismo sul Piano Strategico Destinazione Sardegna 2018-2021, con la partecipazione del prof. Iosep Ejarque, uno dei maggiori esperti di marketing turistico. Nella preparazione del Piano sono coinvolti vari Assessorati ed Enti Regionali nonché altri che operano sul territorio come per esempio le Camere di commercio e le società proprietarie o che gestiscono gli aeroporti. Ma non solo, coinvolge anche chiunque abbia interesse allo sviluppo del settore, compresi cioè lavoratori e sindacati, liberi cittadini, operatori culturali. Si da così attuazione a quanto previsto nella recente Legge regionale del 2017.
Sono previsti 60 incontri, che si svolgeranno negli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, su temi come il prodotto turistico; mercati ed internazionalizzazione; infrastrutture e mobilità turistica; formazione, qualità e professionalizzazione; innovazione turistica e nuove tecnologie; commercializzazione e marketing; paesaggio, risorse naturali e sostenibilità; redditività, destagionalizzazione e rinnovamento; sensibilizzazione del territorio. Per ogni tematica si svolgeranno due incontri nelle tre sedi, il primo di analisi del mercato del turismo in Sardegna, della destination reputation e delle criticità, mentre il secondo verterà su obiettivi, proposte e soluzioni. Da questo percorso dovrà emergere una visione di sviluppo condivisa. La Sardegna deve pianificare collettivamente il suo futuro turistico, per arrivare agli obiettivi come destinazione, facendo si che ogni operatore e le amministrazioni locali possano pianificare il proprio futuro.