“Sport Gioventude”: attività fisica per gli scolari più piccini (1ª, 2ª e 3ª elementare)
Il progetto “Sport Gioventude” è stato accolto positivamente dalla Regione Sardegna e approvato dal Consiglio Regionale con la Legge di Stabilità 2018, che ha erogato un contributo straordinario di duecentomila euro. Il programma didattico prevede due ore settimanali da dedicare alle attività motorie, preferibilmente in orari curriculari
di Alessio Atzeni
EDUCAZIONE FISICA E SPORTIVA NELLE PRIME TRE CLASSI DELLA SCUOLA PRIMARIA
I bambini e lo sport. Un binomio che in Italia, secondo un accurato studio statistico non è così saldo come diversamente accade in tante altre nazioni del mondo. Quei tanto auspicati sessanta minuti di attività fisica al giorno, fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle linee guida riguardanti l’attività motoria dei bambini, fondamentali per la crescita equilibrata di una persona, vanno caldeggiati e praticati anche con l’ausilio delle istituzioni scolastiche che rivestono un ruolo prioritario nella formazione globale dei discenti.
Il contributo del CONI sardo all’incentivazione dell’attività fisica tra gli scolari più piccini (1ª, 2ª e 3ª elementare), si è concretizzato con il progetto “Sport Gioventude” accolto positivamente dalla Regione Autonoma della Sardegna e approvato dal Consiglio Regionale con la Legge di Stabilità 2018, la n. 1 datata 11/01/2018 che ha erogato un contributo straordinario di duecentomila euro. Il programma didattico prevede due ore settimanali da dedicare alle attività motorie, preferibilmente in orari curriculari.
ASSIEME AL CONI SARDEGNA ALTRI QUATTRO ATTORI FONDAMENTALI. La pianificazione delle strategie d’intervento spettano all’organismo territoriale olimpico presieduto da Gianfranco Fara che agisce in collaborazione con l’Assessorato Regionale allo Sport, l’Ufficio Scolastico Regionale del MIUR e il Comitato Italiano Paralimpico della Sardegna. Ma un ruolo preminente spetta alla Scuola Regionale dello Sport, coordinata dallo stesso presidente del CONI e diretta da Nardino Degortes che avrà l’incarico di individuare, tra le 45 federazioni riconosciute, quelle in grado di garantire l’insegnamento delle attività motorie, assecondando i bisogni dei bambini coinvolti.
Prima che il progetto diventi esecutivo, a partire dal mese di settembre e fino a dicembre, dovranno essere espletate diverse formalità. A partire dalle pre adesioni delle scuole, affidate alle direzioni didattiche; seguiranno le adesioni delle Federazioni che dovranno garantire la presenza di tecnici qualificati. Dopo la stipula degli accordi di collaborazione tra CONI, Scuole e Federazioni e individuate le risorse da trasferire, si procederà con la formazione dei tecnici delle Federazioni Sportive e, successivamente, dei maestri.
La formazione sarà organizzata dalla Scuola Regionale dello Sport della Sardegna e avrà come obiettivo l’individuazione delle strategie di insegnamento più adatte a garantire lo sviluppo motorio nel rispetto dello sviluppo auxologico e psicologico dei bambini nei primi anni della fanciullezza. A tal fine si avvarrà dell’opera di qualificati esperti in Scienze dell’Educazione, in Scienze Motorie, in Medicina dello Sport e in Scienze della Nutrizione.
DETTAGLI SIGNIFICATIVI – C’è solo un vincolo importante che limiterà la partecipazione delle scuole: per quanto il progetto preveda che possano aderirvi tutte le scuole primarie della Regione, l’entità della somma stanziata sarà sufficiente a soddisfare le richieste di circa cento scuole.
– Tra i costi messi in preventivo dal CONI anche quelli che prevedono retribuzioni a: uno psicopedagogista, un esperto di scienze motorie, un medico sportivo e un nutrizionista.
– Gli allenatori impiegati faranno parte dei settori giovanili delle federazioni sportive; svilupperanno anche dei test di valutazione motoria ed effettueranno un monitoraggio volto a verificare la fidelizzazione alla pratica sportiva.
– Saranno salvaguardati i bisogni educativi speciali.
– Si organizzeranno dei seminari per sensibilizzare tutti gli operatori coinvolti nel processo educativo, genitori, maestri e tecnici sull’importanza di un corretto stile di vita basato su un rapporto equilibrato tra attività motoria e corretta alimentazione.
– Ci sarà un felice epilogo, con l’organizzazione di giochi a fine anno scolastico.
La CONFERENZA STAMPA. Il presidente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau, felice di aver contribuito nel dare rilevanza al progetto, ha fatto gli onori di casa accogliendo promotori e giornalisti negli uffici di via Roma. «Con la Legge di Stabilità 2018 – sottolinea il presidente – il Consiglio regionale della Sardegna ha dato gambe ad un progetto rivolto ai bambini delle prime tre classi della scuola primaria che offre un programma di attività motoria ed educativa incentrato sul rispetto dei valori della Carta Olimpica. Sport Gioventude coinvolgerà cento scuole e quattrocento classi primarie garantendo il pieno coinvolgimento anche dei bambini più piccoli compresi nella fascia di età che va dai 6 ai 9 anni. Credo che sia per la politica regionale un grande risultato, ottenuto grazie ad un ottimo lavoro di squadra di tutti i partner coinvolti nel progetto, il CONI Regionale, il Comitato Italiano Paralimpico, l’Assessorato Regionale allo Sport, la Scuola Regionale dello Sport e l’Ufficio Scolastico Regionale. Come istituzioni abbiamo l’obbligo – conclude il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – di promuovere e sostenere iniziative che formino adulti attivi e di aiutare a colmare una grave carenza italiana, dovuta all’assenza dell’educazione fisica nei programmi di insegnamento delle scuole elementari.
Un corretto sviluppo motorio dei bambini oltre a contribuire ad una crescita sana, armonica e consapevole, favorisce la capacità di relazionarsi con gli altri». Ottime anche le sensazioni espresse da Giuseppe Dessena: «Come Assessore della Pubblica Istruzione e dello Sport non posso che essere particolarmente orgoglioso del progetto Sport Gioventude, che prevede un programma di educazione fisica e sportiva rivolto agli studenti delle prime tre classi della scuola primaria, e dunque ai bambini più piccoli.
Lo sport entra nelle scuole, grazie a questa iniziativa, implementando le ore di attività sportiva proprio per i giovanissimi, ovvero coloro i quali in quella precisa fascia di età sono più propensi a sviluppare abilità motorie, forti relazioni sociali, a percepire l’appartenenza a un gruppo, a fare squadra, a definire se stessi grazie a una sana ed efficace competizione in relazione alla
propria persona e agli altri».
Il Presidente del CONI Sardegna Gianfranco Fara esterna le sue vedute di un’azione essenziale e fortemente voluta. «C’era la necessità di creare un progetto per offrire ai ragazzi una straordinaria opportunità di maturazione e di crescita fisica e culturale – ha dichiarato – e con questo obiettivo il CONI, d’intesa con le Istituzioni regionali, ha promosso ed avviato il programma di educazione motoria denominato “Sport Gioventude” condividendone in pieno l’intendimento di fondo che è quello di offrire, ai nostri ragazzi, alcuni strumenti di conoscenza e di consapevolezza che hanno carattere fondamentale: per accrescere le proprie qualità, per acquisire sicurezza ed autostima, per realizzare la cognizione dei propri limiti e delle proprie possibilità, per comprendere l’utilità e la necessità del confronto e del rispetto nei confronti degli altri.
Sulla base di queste premesse, in Sardegna – ha ancora spiegato il Presidente Regionale del CONI – i rappresentanti dello Sport e della Scuola, insieme, hanno deciso di porsi questo obiettivo per l’amore che ci lega ai nostri figli e per il bene delle generazioni future. Un traguardo, questo, al quale è necessario rivolgersi con attenzione particolare e senza perdere altro tempo se si considera che, in Italia, soltanto 2 bambini su 10 svolgono regolarmente attività motoria e che, nella graduatoria europea che registra le ore di attività motoria svolta dai giovani, l’Italia occupa gli ultimi posti! Adesso è arrivato il momento di operare un’inversione di tendenza. Indispensabile così come è indispensabile che il programma di lavoro tenga conto dei ruoli e delle competenze – ha infine evidenziato Fara – ponendo termine alle illegalità, alle confusioni dei ruoli, all’utilizzazione delle attività motorie in maniera non corretta e, come talvolta accade, per prevalenti interessi economici».
Per il Comitato Italiano Paralimpico arriva un’opportunità unica nel suo genere. «Il progetto Sport Gioventude si sposa molto bene con tutte le altre iniziative che il CIP ha intensificato
nelle scuole sarde – rimarca il commissario straordinario Paolo Poddighe – in un’ottica globale dove la cultura sportiva ha bisogno di una diffusione capillare. Attraversiamo periodi di evidenti crisi finanziarie che stanno mettendo in ginocchio gli enti locali – osserva – e con questo importante finanziamento le federazioni olimpiche e paraolimpiche possono avere un’ulteriore opportunità per interagire con le società sportive dislocate nell’intero territorio regionale».