Senegal: la Sardegna sigla un accordo per sostenere lo sviluppo della regione di Matam
l’intesa tra la Regione, rappresentata dall’assessore Filippo Spanu, e il Raggruppamento d’Interesse comunitario (GIC) di Bossea presieduto dal ministro senegalese delle Poste e Telecomunicazioni Yaya Abdoul Kane per sostenere un territorio particolarmente penalizzato
redazione
È stata siglata ieri a Dabia, villaggio della regione di Matam, nel Senegal nord-orientale, l’intesa tra la Regione, rappresentata dall’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, e il Raggruppamento d’Interesse comunitario (GIC) di Bossea presieduto dal ministro delle Poste e Telecomunicazioni Yaya Abdoul Kane. Presenti, oltre a Spanu e all’esponente dell’esecutivo senegalese, il Governatore di Matam, i sindaci del territorio, i rappresentanti delle donne e dei giovani, delle organizzazioni agricole, dell’allevamento e della pesca e, in un clima di grande partecipazione, numerosi abitanti di Dabia e dei villaggi limitrofi.
La Sardegna interviene per sostenere un territorio particolarmente penalizzato: conoscendo le gravi conseguenze della siccità, ed avendo maturato una buona capacità di gestione responsabile delle risorse idriche, trasferisce buone prassi con progetti mirati riguardanti la cura delle foreste, la lotta alla desertificazione e il corretto utilizzo dell’acqua. Un contributo significativo per creare condizioni di vita migliori e quadro economico diverso per bloccare i flussi migratori verso le coste italiane.
“Siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione di questa regione, duramente provata dal grave fenomeno della desertificazione, il nostro patrimonio di conoscenze. Siamo felici di lavorare insieme al Senegal e alla regione di Matam dando vita a un progetto di comunità e di democrazia a sostegno di attività tradizionali come l’agricoltura, l’allevamento e la pesca che accomunano il paese subsahariano e la Sardegna. L’intesa sancisce ufficialmente un rapporto di collaborazione di fatto già avviato da tempo con l’ausilio e il prezioso sostegno tecnico e professionale dell’Agenzia Forestas” ha detto Spanu. Il governo del Senegal vuole contrastare in tutti i modi gli effetti della siccità endemica e dell’avanzata del deserto del Sahara che colpisce la Regione di Matam e condiziona pesantemente la sua crescita.
“Questo percorso di condivisione e trasmissione di conoscenze, che ispira la Giunta Pigliaru nel suo approccio verso i paesi in via di sviluppo, valorizza ed esalta -ha sottolineato Spanu- il vero spirito della cooperazione decentrata che risponde alle reali esigenze dei territori in difficoltà e offre nuove opportunità ai giovani che possono così costruire il loro futuro nella terra d’origine. Vogliamo evitare che i ragazzi africani siano costretti a lasciare il loro paese e contribuire a creare le condizioni per il ritorno a casa di chi è partito”.
Nell’Intesa vengono previsti programmi e scambi nei settori dello sviluppo territoriale, nuove tecnologie, turismo e cultura, alta formazione, lotta alla povertà e inclusione sociale, formazione sulla sicurezza del lavoro, valorizzazione dell’ambiente e sostenibilità. In particolare, su quest’ultimo punto, c’è un esplicito riferimento alla formazione sulle tecniche relative ai vivai, sulla preparazione del suolo, semina, silvicultura e gestione del territorio attraverso tecniche avanzate.
L’Intesa siglata ieri ha precedenti che risalgono al settembre 2015, quando una delegazione governativa della Repubblica del Senegal, guidata dal ministro Yaya Abdoul Kane, aveva incontrato i rappresentanti della Regione Sardegna e visitato alcune aree gestite dall’allora Ente Foreste. Già in quella occasione erano state definite le azioni necessarie in materia di salvaguardia ambientale, oltre a ulteriori interventi a favore della Regione di Matam. Su richiesta delle autorità senegalesi, lo scorso dicembre, un gruppo di tecnici dell’Agenzia Forestas ha inoltre visitato i vivai nel Dipartimento di Matam ed effettuato sopralluoghi presso cooperative di agricoltori e allevatori e associazioni impegnate nelle attività di salvaguardia ambientale e rimboschimento.
Che strano in Sardegna esiste la Rete Sarda della Cooperazione internazionale, organismo di II livello riconosciuto dalla Regione che da anni è impegnato in prima linea su questi temi e non è stato neppure invitato a partecipare alla missione. Perchè?
Inoltre aggiungo che a Cagliari vi è una sola ONG riconosciuta dal Ministero degli affari esteri che ha realizzato dei brillanti progetti proprio in Senegal, finanziati dalla RAS con la Legge 19/96 che non è stata inviata.. Perché?
Si preoccupassero dell’emigrazione di migliaia di Sardi giovani e meno giovani che scappano da Una terra devastata per mancanza di opportunità che non siano quelle clientelari