Sciopero nazionale degli autotrasportatori

Presidi anche a Cagliari, Olbia, Porto Torres e Portovesme. L’adesione è stata di oltre l’80% degli addetti nelle prime due giornate. La posizione della Cgil e della Cisl.

di Antonio Tore

Salario, sicurezza e diritti sono i nodi critici dello sciopero nazionale degli autotrasportatori che anche in Sardegna ha riscontrato una adesione di oltre l’80% per cento nelle prime due giornate, venerdì scorso e oggi e che vedrà incrociare le braccia dei lavoratori del settore anche domani. Presìdi si sono svolti oggi nei porti di tutta l’Isola – dove il settore coinvolge circa 6500 addetti, 2300 aziende di cui 1150 nel territorio di Cagliari – e si svolgeranno anche domani mattina, dalle sei in poi al varco doganale del porto di Cagliari, dalle 8 alle 10 al porto industriale di Olbia, dalle 7 e 30 alle 11 e 30 a Porto Torres, dalle 7 alle 10 a Portovesme.

“Il contratto è scaduto da 22 mesi, con le controparti pronte a cancellare ferie, mensilità come la quattordicesima e permessi retribuiti”, hanno spiegato i segretari regionali responsabili del settore merci e logistica Massimiliana Tocco (Filt Cgil) e Corrado Pani (Fit Cisl) aggiungendo che “il settore è in difficoltà anche a causa della concorrenza sleale di imprese che non applicano il contratto nazionale, un fenomeno al quale occorre rispondere con forza, anche garantendo la corretta applicazione del contratto merci e logistica, per restituire a tutti i lavoratori le stesse tutele”.

Le ragioni dello sciopero che, vista l’adesione di oggi, registrerà una altissima partecipazione anche domani, sono legate alla richiesta di rinnovo del contratto nazionale unico di settore per tutti, dipendenti diretti, indiretti, autotrasportatori, soci e dipendenti di cooperative e delle imprese di spedizione, unitamente alla richiesta di tutele, diritti, legalità, incremento della retribuzione e delle indennità, alla clausola sociale, alle internalizzazioni, al superamento del subappalto e contro l’applicazione, da parte di aziende italiane, di contratti esteri, ad esempio, rumeni o portoghesi ”.

Oggi si sono svolte manifestazioni di protesta nei porti di Cagliari, Porto Torres, Portovesme e Olbia, con centinaia di autisti che hanno bloccato i loro tir per richiamare l’attenzione sulla difficile condizione in cui sono costretti a operare: una media di quindici ore di lavoro inframezzati da estenuanti tempi di attesa, mezzi di trasporto non sempre adeguati agli standard di sicurezza, tagli agli stipendi e ai diritti sanciti dal contratto.

 

 

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