Sant’Efisio tra la Sardegna e Pisa

L’iconografia del Santo più amato di Cagliari, raccontata da uno studioso innamorato della sua Isola

di Daniela Puggioni

Che Sant’Efisio sia una figura amata e venerata con grande fervore dalla città di Cagliari è cosa ormai ben nota. Quest’anno, fino al prossimo 30 Settembre, un’esposizione a lui dedicata ha trovato spazio presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, dove la stessa statua del Santo, realizzata da A.G. Lonis, ha per un breve periodo anche avuto la sua collocazione tra le raffigurazioni marmoree di quei potenti romani che lo condannarono al martirio.

La mostra “Efisio. Martirizzato dai romani, santificato dai cristiani, venerato dai contemporanei” ha inoltre offerto grandi spunti di riflessione che si sono trasformati in seminari e convegni, guidati dal Direttore Roberto Concas, su temi che ruotano attorno alla figura del Martire. Il prossimo appuntamento si terrà il 20 Settembre, alle 17:30, presso la sala conferenze del Museo e sarà condotto dal Dott. Alberto Virdis, storico dell’Arte Medioevale, specializzato in interazioni e scambi culturali nell’Arte del Mediterraneo fra Medioevo e prima età moderna, con particolare riguardo per la produzione pittorica.

Cagliaritano, classe 1980, Alberto Virdis ha visto nascere il suo interesse per la storia dell’Arte grazie alla formazione ricevuta al Liceo Classico grazie al Professor Franco Masala, da cui assorbì non solo nozioni ma soprattutto una grande passione per la materia. Durante gli anni dell’Università questo interesse si è focalizzato sulla storia medioevale e sulla storia della Sardegna fra l’età Bizantina e quella dei Giudici, una fetta di storia unica, diversa da quella del resto dell’Europa e, purtroppo, troppo trascurata nei libri di storia del Liceo. Durante il suo percorso di studi, grande rilevanza ha l’incontro con il compianto Prof. Roberto Coroneo, da cui apprende l’importanza della ricerca sul campo, l’importanza dei tesori della Sardegna, troppo spesso sottovalutati, oltre a tanti, preziosi insegnamenti.

La ciliegina sulla torta di questo amore per la storia medioevale nell’Isola arriva con la tesi di laurea. Nel 2004 infatti, dietro strati di intonaco, studia da vicino un tesoro tutto sardo appena ritrovato sulle pareti dell’ex Cattedrale di San Pietro a Galtellì. Da questo intenso lavoro di studio e ricerca per la tesi di laurea, è nata una monografia, ” Gli affreschi di Galtellì. Iconografia, stile e committenza di un ciclo pittorico romanico in Sardegna”, del 2006. Da quel momento, il legame del giovane Dott. Virdis con la storia della sua Isola diventa indissolubile.

Comincia a questo punto una nuova fase del suo percorso. Dedicatosi alla valorizzazione dei beni culturali nell’Italia del Nord, consegue la Specializzazione in Storia dell’Arte Medioevale e Moderna nel 2009 a Parma.

Per tre anni vive all’estero, dapprima in Belgio presso l’Université Catholique de Louvain – la – Neuve, e poi negli Stati Uniti. Qui, nella prestigiosa Johns Hopkins University di Baltimora ha avuto la fortuna di approfondire le sue conoscenze con uno dei più grandi studiosi di Arte Medioevale, Herbert Kessler.

Il canto della sirena non ha tardato a farsi sentire, e nel 2012 è arrivato il momento del ritorno in Sardegna.

Da questo punto in poi il percorso del Dott. Virdis si è arricchito di un nuovo aspetto, la divulgazione ed il racconto delle bellezze storiche della Sardegna attraverso i canali turistici, che lo hanno portato ad acquisire nuovi titoli. Attualmente porta avanti la sua collaborazione come ricercatore non strutturato con il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’università di Cagliari e sta per concludere il suo percorso triennale di Dottorato di Ricerca, con una tesi sul ruolo e la funzione delle vetrate della prima età gotica.

Il suo sogno è contribuire a togliere un po’ di polvere dalla Storia Medievale della Sardegna e portare questo tema fuori dalle aule universitarie. Insieme a tutti gli studiosi ed i ricercatori che hanno guidato i loro incontri tematici presso il Museo, compie un altro passo in avanti per avvicinare studi e conoscenze a tutti coloro che vogliono saperne di più del Santo più amato della città di Cagliari. Non solo festa e scioglimento del voto, oggi sotto osservazione da parte dell’Unesco per essere inserito nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità per via della sua grandiosità e lunghezza. Vi sono infatti tanti aspetti meno noti che contribuiscono all’interesse per questa figura, quest’anno approfonditii presso il ciclo di conferenze moderate dal Direttore Roberto Concas.

L’incontro del 20 Settembre “Sant’Efisio: la leggenda e le immagini tra la Sardegna e Pisa” racconterà le più antiche raffigurazioni iconografiche del Santo e della sua leggenda che trovano sorprendentemente sede non a Cagliari ma a Pisa. A lungo infatti il nostro amato Efis è stato un Santo più pisano che cagliaritano, poiché nel duomo della città toscana sono state conservate le sue reliquie. I Pisani cercarono di sfruttare a loro vantaggio l’immagine del soldato di Antiochia, che ritornerà inesorabilmente ad essere il più popolare nella città di Cagliari, amatissimo da quella stessa gente a cui promise difesa e protezione al momento del suo martirio.

 

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