Sacchetti bio a pagamento per frutta, verdura, pane e medicinali. E’ polemica.
Si è scatenata la polemica e la rivolta pacifica dei clienti, che rifiutano l’idea di dover pagare i sacchetti in cui involgere gli alimenti sfusi.
di Annalisa Pirastu
La polemica sul costo obbligatorio dei sacchetti biodegradabili per alimenti sfusi, anticipata dai social, si riversa anche negli esercizi commerciali, con proteste più o meno miti e più o meno plateali dei consumatori. Da chi rifiuta di ritirare il formaggio grattugiato per non pagare il sacchetto, a chi incolla direttamente su ciascun cetriolo da acquistare, l’adesivo erogato dalla bilancia.
Dal 1 gennaio una legge nazionale, che si conforma a una direttiva europea, definisce nuovi standard. Le buste biodegradabili dovranno essere a pagamento con il prezzo riscontrabile nello scontrino.
Su Whatsapp circola un messaggio invece che la legge sia stata fatta su ordine di Renzi ad agosto e applicata da Gentiloni dal 1 gennaio 2018. Sempre secondo i messaggi che impazzano su Whatsapp la legge favorirebbe un’amica di Renzi che produce tali sacchetti biodegradabili.(sic)
I sacchetti per gli alimenti, diversamente dalle borse della spesa, non possono essere sostituiti dai clienti portandoli da casa, ma vanno pagati come sovrapprezzo alla merce per questione d’igiene. La spiegazione data dagli ambientalisti che parlano di atto dovuto per preservare l’ambiente sinora non ha incontrato l’approvazione dei consumatori.
A nulla seve che il costo nella maggior parte dei sacchetti sia irrisorio. Il popolo del web lancia messaggi infuocati contro la direttiva. Un contributo variabile da 1 a 5 centesimi non è andato giù ai consumatori che evidentemente ne fanno più una questione di principio.
Tweet e post su Facebook continuano infuocati.
Secondo la deputata uscente del Pd, Giovanna Sanna, le informazioni che circolano sono inesatte “da sempre paghiamo in modo invisibile gli imballaggi dei prodotti alimentari che acquistiamo ogni giorno, la differenza è che dall’1 gennaio il prezzo di vendita del sacchetto bio è visibile e presente sullo scontrino, a garanzia di trasparenza per il consumatore”.