Il rumore a Marina e Stampace tiene banco nella seduta del Consiglio Comunale

L’assessore Marzia Cilloccu e il sindaco Massimo  Zedda vogliono riaprire il dialogo con l’Assessorato all’Ambiente della Regione per trovare soluzioni ottimali per tutti. Il sindaco: “Fonte del rumore non può essere attribuita, se non in minima parte ai gestori dei locali, ma alla non vigilanza sui gruppetti di ragazzi che bevono e fanno chiasso indisturbati”

di Annalisa Pirastu

Inquinamento acustico a Marina e  Stampace argomento principale anche nella seduta odierna del  Consiglio comunale.   Tutto è partito  dal  tavolo tecnico del 17 gennaio scorso che stabiliva l’orario massimo degli spazi pubblici sino alle ore 24 e all’1 venerdì sabato e prefestivi ed  entro tali orari i tavoli all’esterni vanno rimossi.

L’assessore Cilloccu e il sindaco Zedda hanno detto che intendono  riaprire il dialogo con l’Assessorato all’Ambiente della Regione per trovare soluzioni ottimali per tutti. Il consigliere Matteo Massa ha presentato  un’interrogazione sulle emissioni acustiche e misure per prevenirle nei quartieri Marina e Stampace più a rischio per la salute,  dando così l’opportunità all’assessore Marzia Cillocu di relazionare sul difficile iter riguardante le decisioni da prendere per il bene della città.

Cilloccu ha ricordato   il percorso che il Comune ha fatto e sulle proposte avanzate per tutelare sia la salute dei cittadini, soprattutto degli abitanti delle zone più a rischio di inquinamento acustico, sia per gli operatori del settore ristorazione e turismo. Nel 2016 il Comune aveva aperto un tavolo tecnico con  l’Assessorato regionale all’Ambiente sostenuto dagli esiti del monitoraggio acustico operato  dell’Arpas. Si regolamentava la fruizione dello spazio pubblico limitando gli orari alle 24 e all’una nei giorni di venerdì,  sabato e prefestivi, cercando di non penalizzare i lavoratori.

La limitazione eccessiva degli orari avrebbe avuto conseguenze negative anche sul turismo. Il  Comune infatti ha sostenuto  il rafforzamento  dei  controlli delle forze dell’ordine per evitare gruppi di ragazzi schiamazzanti e disordine nelle ore notturne e  Invitando anche la Prefettura a farsene carico.

Il  comitato di circa 130 residenti della Marina chiamato “Rumore no grazie”  dopo le trattative al tavolo tecnico del 2017 presieduto dalla Cilloccu in rappresentanza del sindaco, avevano contestato all’assessore di aver anteposto gli interessi di una parte della popolazione, mettendo a repentaglio la salute dei  cittadini vittime dell’ inquinamento acustico.

L’assessore Cilloccu infatti aveva chiesto  in quell’occasione, di spostare di un’ ora in avanti i due orari precedenti terminando quindi all’una e alle due le operazioni di ristorazione all’aperto. L’esponente della Giunta  prevedeva un monitoraggio operato coi gestori di locali, permettendo loro di lasciare i tavoli all’esterno sino a quell’ ora tenendo conto anche del monitoraggio acustico. A questo si sarebbe accompagnato una riorganizzazione delle pulizie delle strade con orari e macchinari diversi da quelli usati sino ad allora, per poter garantire la tranquillità acustica della zona. A questo cambiamento di orari si e però opposto l’Assessorato all’ Ambiente della Regione, rifiutando la proposta del Comune.

Il sindaco anche se irrituale, ha chiesto la parola ed ha sottolineato con fermezza alcuni punti. La fonte del rumore non può essere attribuita se non in minima parte ai gestori dei locali ma, alla non vigilanza sui passanti e sui gruppetti di ragazzi che bevono e fanno chiasso indisturbati. Secondo Zedda l’Assessorato della Regione non può aspettarsi che le decisioni del Tavolo Tecnico vengano disattese dal Comune. Suggerisce quindi dei luoghi alternativi per la movida Cagliaritana individuandoli per esempio nel molo Ichnusa o in certe parti non abitate della via Roma.

Durissime le parole del primo cittadino   per l’intervento dell’Assessorato regionale:  ”L’Assessorato all’Ambiente non può amministrare una città scavalcando le decisioni di chi la sperimenta ogni giorno perché non si può gestire una città per conto terzi.”

Il dialogo però rimane aperto poiché l’interesse comune è tutelare la salute del cittadino ma anche le attività commerciali che contribuiscono a rendere Cagliari più vivibile e turistica.

 

 

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