Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – Cagliari, via Pietro Quesada
Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia
di Annalisa Pirastu
Via Pietro Quesada è una traversa di via De Gioannis .
Pietro Pilo Quesada fu un sassarese di nobili origini. Nacque il 27 aprile del 1630 da Francesco e Margherita Pilo y Sambigucho.
Nel 1652 Pietro entrò in possesso della grossa eredità del padre Francesco. Francesco Nicola de Quesada rimase vittima della epidemia di peste che investì la città di Sassari in quegli anni.
Pietro che aveva terminato gli studi e si era laureato in giurisprudenza presso l’università di Salamanca, in Spagna, alla morte del padre ritornò in Sardegna.
Esercitò con successo l’avvocatura arrivando a ricoprire importanti incarichi pubblici, non ancora venticinquenne. Fu Consultore e Giusdicente dell’Incontrada di Gallura. Esercitò come Consultore e Avvocato dei Poveri nel Tribunale del Santo Uffizio.
Nel 1651 sposò Orsola Passamar y Castelvì da cui ebbe 10 figli.
Fu nominato nel 1656 Avvocato Fiscale della Regia Governazione di Sassari e anche Assessore della Regia Vicaria Turritana. Nello stesso anno fu nominato Avvocato del Fisco e del Regio Patrimonio presso la Reale Governazione. Infine fu giudice della Sala Criminale della Reale Udienza.
Fu autore di due importanti opere. La prima Dissertationes quotidianae stampata a Napoli nel 1662. Le dissertazioni sono 25 e sono dedicate al marchese di Castel Rodrigo, vicerè di Sardegna. Scrisse inoltre Controversiae forenses stampata a Roma nel 1666. Le controversie furono dedicate al cardinale Sforza Pallavicini, teologo e letterato famoso, autore della Storia del Concilio di Trento.
Le sue opere forensi costituirono per lungo tempo materia di studio nel foro sardo e spagnolo.
Scrisse inoltre alcune memorie che forniscono un quadro della vita di Sassari del ‘600. Descrisse gli episodi di peste del 1580 e del 1652, l’incendio della chiesa di S, Apollinare e l’effigie del Cristo salvata dal capitano Antonino Siculo.
Quesada venne esiliato a Napoli dopo l’uccisione di Agostino di Castelvì, marchese di Laconi. Quesada sosteneva infatti l’operato di Castelvì e lo considerava come molti altri, il più saldo sostenitore della nazione sarda.
L’amore per la terra natale fu il motivo che lo portò a schierarsi con i vendicatori della morte di Castelvì.
Il duca di San Germano fu inviato in Sardegna, dopo l’uccisione di Agostino di Castelvì, con alti poteri decisionali. Per il suo appoggio alla causa di Castelvì, il duca di San Germano esiliò Quesada a Napoli.
Quesada morì a Napoli nel 1675 per mano di un sicario.