Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Tratalias

Ogni settimana raccontiamo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Tratalias è un comune della zona di Carbonia-Iglesias di circa 1000 abitanti. Confina con i comuni di San Giovanni Suergiu, Giba, Perdaxius, Villaperuccio, Piscinas e Carbonia.

Il territorio di Tratalias è abitato dall’uomo sin dal periodo prenuragico; nel neolitico recente sorgeva in località Tracasi un villaggio di pastori e agricoltori. Dell’epoca nuragica rimangono ancora oggi importanti tracce, le più numerose nella zona del Sulcis.

I siti archeologici presenti nella zona sono composti da 11 nuraghi, quattro villaggi e due tombe di Giganti, su un totale di 40 insediamenti nuragici del territorio trataliese, come testimonia il villaggio di Tracasi. Il complesso di nuraghe is Meurras, contornato da villaggio e tomba di Giganti, è il principale. Insieme al vicino e imponente Carroccia, anch’esso con annessa tomba di Giganti, erano posti a controllo del territorio. In cima a un colle c’è il complesso di Sirimagus. Mentre i nuraghi meglio conservati sono, tra i monotorre, il Cuccu, tra i complessi, il Tratalias: torre centrale e tre perimetrali unite da cortine murarie.

Con la fine dell’impero Romano d’Occidente la Sardegna fu conquistata dai Vandali e, in seguito, dai Bizantini. In questo periodo, a causa delle frequenti incursioni dei pirati saraceni, le popolazioni costiere cercarono rifugio nell’entroterra, come fecero anche gli abitanti di Tratalias.

I Vandali inviarono nella zona alcune colonie militari di sorveglianza: ad una di queste, composta da famiglie Maure, fu assegnato il controllo della zona montuosa vicina a Caralis che possono essere individuate nel Sulcis minerario. Ancora oggi la presenza delle popolazioni mauritane è ricordata col nomignolo attribuito ai sulcitani e alle loro terre dagli abitanti del resto della Sardegna, ossia Maurreddos e Maurreddia. Altri ritengono che ciò sia stato causato dai Bizantini che nel VI secolo, deportarono colonie di Mauri nel Sulcis.

In epoca medievale era un centro ragguardevole, protetto dal castello di Tuili, costruito dai giudici di Cagliari. All’epoca Tratalias contava anche una frazione, Arenis. Andò poi pian piano decadendo perdendo la sua importanza.

In epoca aragonese il paese formò una baronia insieme a Santadi, che fu data in feudo al Vescovo di Sulci e successivamente a quello di Iglesias, al quale fu riscattato con la soppressione del sistema feudale.

La zona cominciò ad essere ripopolata a partire dal XVIII secolo e nel 1853 Tratalias divenne comune della provincia di Iglesias. Nel 1954, a seguito della realizzazione di uno sbarramento sul rio Palmas, fu generato il lago artificiale di monte Pranu e, tuttavia, a causa delle infiltrazioni d’acqua, si verificarono numerose lesioni negli edifici circostanti nonché problemi di tipo igienico-sanitario. Per risolvere questa situazione precaria negli anni settanta si decise di costruire un nuovo villaggio a poche centinaia di metri di distanza dove l’intera popolazione del vecchio borgo si poté trasferire.

Fu sempre negli Anni Cinquanta che l’Azienda Carboni Italiani completò la costruzione della ferrovia a scartamento ridotto la quale collegò tutti i paesi del Sulcis fino a Siliqua dove c’era la coincidenza con le Ferrovie Statali. La costruzione della linea ferroviaria, iniziata nel 1916, fu portata a termine visto il rapidissimo aumento di produzione di carbone verificatosi già dagli anni Trenta, che portò, come sappiamo, anche alla nascita di grossi complessi di case popolari a Bacu Abis, Cortoghiana e, in seguito, a Carbonia.

Pertanto anche tutti i cittadini di Tratalias ebbero la possibilità di spostarsi più facilmente ed in massima parte coloro che svolgevano la mansione di minatore per raggiungere i bacini carboniferi di Carbonia.

 Alla data odierna, il paese è stato completamente trasferito ed è un esempio unico nel suo genere tanto da colpire l’immaginario delle persone che lo visitano. Per quanto riguarda il vecchio centro l’Amministrazione Comunale si sta adoperando affinché non se ne perda il ricordo. Si sta, infatti, procedendo al recupero delle antiche costruzioni prossime alla basilica romanica in modo da ricreare un borgo storico che valorizzi anche turisticamente il piccolo paese sulcitano.

 

Sa Festa Manna”, la festa patronale di Tratalias si festeggia in onore della Santissima Vergine di Monserrato, regina del Sulcis. Ogni anno si ripete lo stesso rito con cadenza fissa ossia nella settimana che include la domenica dell’Ascensione.

Dal 1503, anno in cui la sede vescovile fu trasferita definitivamente da Tratalias ad Iglesias, anche il simulacro della Vergine fu trasportato nella nuova sede ed è tutt’oggi custodito in essa. Da allora i cittadini di Tratalias il giovedì precedente all’Ascensione, si organizzano per riportare in paese il simulacro della Madonna.

Di anno in anno è una famiglia che si occupa di organizzare il trasporto della statua. Il mezzo di trasporto utilizzato è il trattore “vestito a festa” per l’occasione, ossia abbellito con coperte, lenzuola o tappeti rigorosamente bianchi e pregiati, fiori e altri elementi decorativi. Diversi sono i carri che partecipano al viaggio: uno si occupa unicamente del trasporto della Santa; un altro accompagna Is Orberas, cioè le donne vestite in costume sardo appartenenti per la maggior parte alla famiglia organizzatrice; un altro trattore accompagna le bambine vestite di abitini bianchi che scorteranno il simulacro; altri trattori, di numero variabile da anno in anno, sono allestiti per l’occasione da altri cittadini, non soltanto di Tratalias.

Sino al 1946 si utilizzava per il trasporto il carro a buoi e la Madonna veniva deposta in una cassa chiusa e trasportata in un carro chiamato Su Coggiu. Su Capitulu, composto dal vescovo e da alcuni prelati di Iglesias, accompagnava la Madonna e Is orberas  fino all’uscita della città di Iglesias, mentre da Tratalias i carri venivano incontro alla Santa a Flumentepido dove veniva celebrata una messa.

All’arrivo in paese si usa accendere, nelle vicinanze della cattedrale, un grande fuoco, su fogaroni, che un tempo, come oggi, richiama gli abitanti dei paesi vicini. Contemporaneamente si celebra la messa. Il lunedì, giorno culmine dei festeggiamenti religiosi, la Santa viene ornata dall’oro e dai gioielli delle famiglie devote e viene portata in processione per le vie del paese, con la partecipazione dei gruppi folkloristici della Sardegna.

Il martedì pomeriggio il simulacro della Madonna lascia il paese per far ritorno ad Iglesias. Come all’andata è scortata dai vari carri. Nel corso del tragitto fa tappa a Gonnesa, dove si ferma sino al mercoledì sera quando, dopo i festeggiamenti, viene ricondotta ad Iglesias.

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