Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Soleminis
Ogni settimana racconteremo la storia di un paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze geografiche e la sua comunità
di Antonio Tore
Soleminis, paese a 200 metri sul livello del mare, fa parte del territorio del Parteolla e confina con Dolianova, Serdiana, Settimo San Pietro e Sinnai. Il centro è situato al confine tra la piana campidanese, che si stende a occidente e le prime propaggini del monte Serpeddì (1067 metri), che si trova ad oriente.
Le prime notizie su Soleminis risalgono all’XI secolo, ma non è da escludere che il centro fosse già abitato sin dall’epoca romana, ma nel territorio la presenza umana è documentata sin da epoche remote ed è ricco di testimonianze archeologiche. Soleminis conta meno di 2000 abitanti e si trova a circa 18 km da Cagliari, con accesso dalla Strada Statale 387.
Riguardo al toponimo sono state avanzate molte teorie, che però non riescono a convincere appieno. Secondo quella più attendibile il nome deriverebbe dal latino “sollemnis”, ad indicare un luogo in cui ogni anno si tiene una festa religiosa; altra interessante ipotesi, che permette di avere riscontri oggettivi sul territorio, è quella che lo vuole derivante da Sol o divinità del sole e Eminens, cioè luogo elevato, forse ad indicare un sito in cui si venerava la divinità.
Le aree archeologiche di Facc’e ‘Idda, Is calitas e Cuccuru Cresia dimostrano che Il territorio di Soleminis era abitato fin dall’antichità. Il paese viene citato per la prima volta nell’XI secolo; nel periodo giudicale faceva parte del giudicato di Cagliari. A seguito della scomparsa di quest’ultimo nel 1258, passò prima al giudicato di Arborea e poi al comune di Pisa nel 1297.
Dopo la conquista aragonese della Sardegna, il paese, quasi ormai disabitato, venne dato ad alcuni feudatari iberici. Solamente dopo che fu debellata l’epidemia di peste che colpì tutta l’isola nel 1652 il centro attirò nuovi coloni che lo rivitalizzarono. Si tratta di una zona dedita alle attività agro-pastorali, tra le più fertili della Sardegna meridionale, le cui principali colture sono rappresentate da vigneti, uliveti e cereali. Altre produzioni tipiche del paese sono il pane e il miele. Particolarmente diffusa è la raccolta delle erbe aromatiche.
Al limite dell’attuale confine comunale, in zona Sedd’e Cresia, sorge la parrocchia di San Giorgio, una chiesa seicentesca forse realizzata su un precedente impianto medievale. La chiesa conserva al suo interno testimonianze artistiche di grande pregio: innanzitutto su una parete del presbiterio sono visibili due quadri interessanti, uno rappresentante la Trinità e la Sacra Famiglia realizzato a fine ‘500 e proveniente da bottega stampacina, l’altro rappresentante una Redenzione attribuita al pittore cagliaritano Sebastiano Scaleta e risalente alla metà del ‘700; del repertorio scultoreo di rilevanza sono la statua settecentesca di San Giacomo, facente parte di un corredo statuario più ampio influenzato dalla scultura dell’artista sardo Giuseppe Antonio Lonis, e il crocifisso ligneo appartenente all’arciconfraternita del Rosario; la chiesa custodisce anche un importante corredo in argento.
Nel centro storico di Soleminis sono presenti ancora antiche costruzioni realizzate secondo la tradizionale architettura rurale in “mattoni di fango”, tra cui spicca la casa “Corda Spada”, trasformata in centro culturale. Nei locali sono esposti una collezione etnografica, oltre a mobili, utensili e manufatti della quotidianità isolana.
Nel corso dell’anno a Soleminis si svolgono diverse feste: il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, con la distribuzione delle arance benedette, mandarini, pane e vino riscaldati da un caldo falò, acceso dopo una processione notturna che si svolge alla luce delle fiaccole; il 2 febbraio si tiene la festa della Candelora, che ricorda la presentazione di Gesù al tempio; l’ultima settimana di maggio è la volta di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori, con una folkloristica festa che prevede il trasporto della statua del Santo fino alla chiesetta campestre, scortata da un corteo di fedeli, cavalieri, gruppi in costume e traccas. Ai presenti vengono offerti prodotti tipici locali quali fave, ricotta, pane e vernaccia.
La festa più importante dell’anno a Soleminis, comunque, è quella in onore del patrono San Giacomo e della copatrona Sant’Anna tra il 25 e il 26 luglio: cerimonie religiose e civili si fondono in due giorni di festeggiamenti cui partecipa tutta la popolazione, che viene coinvolta in mostre dell’artigianato, di pittura, rassegne cinematografiche e spettacoli pirotecnici.