Rubrica – La Sardegna dei Comuni – Siddi

Ogni settimana raccontiamo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Siddi è un comune situato tra il Sud Sardegna e la provincia di Oristano e conta circa 600 abitanti.

Sull’origine e sul significato del nome Siddi non esistono ancora molte certezze. Da alcune fonti documentate si ha l’indicazione che nel Medioevo il piccolo centro era chiamato Silli.

Secondo lo studioso Severino Tomasi il nome deriverebbe dal plurale del latino volgare casilli, tradotto con casotti, casali, casolari, cioè gruppo di piccole case. Questo si sarebbe poi trasformato nei secoli in Hasilli, quindi in Silli, ed infine in Siddi. Secondo altre interpretazioni il nome del paese trarrebbe origine dalla divinità punica Sid (questa ipotesi non tiene evidentemente conto del nome medioevale del paese, ed è quindi poco percorribile), o ancora, dalla parola araba Sidi, cioè oratorio o piccola moschea. Un Silli è stato pure indicato dallo studioso Giulio Paulis fra i nomi che avrebbero una probabile origine preromana o di etimologia oscura nei testi antichi. Questo Silli è però localizzato in Gallura.

La più antica testimonianza della presenza umana nel territorio di Siddi è attestata da un frammento di anellone litico rinvenuto in superficie sulla giara di Siddi (nei pressi della tomba di giganti sa Domu ‘e s’Orcu), e riferito al periodo del neolitico medio. Ad un’epoca poco successiva risale invece una domus de janas, scoperta nel 1983 alla periferia del paese, in località denominata Scaba ‘e Arriu. Si tratta di una sepoltura a sviluppo verticale con corridoio d’ingresso, anticella e cella ipogeica, costruita da genti della Cultura di Ozieri (Neolitico Recente).

Nelle campagne di Siddi si conservano le rovine di diversi villaggi nuragici (Bruncu ‘e Forru, Pajo Figu, Arroccas de Codinas), i resti di ben 18 nuraghi (eretti sui bordi di strapiombi) ed anche una tomba di giganti. Il più importante monumento, comunque, rimane la maestosa tomba di giganti sa Domu ‘e s’Orcu, uno fra i più straordinari esempi di architettura funeraria nuragica dell’isola per stato di conservazione e monumentalità della costruzione.

Sono state accertate, poi, la presenza punica nel territorio di Siddi, testimoniata dal rinvenimento di resti insediativi, frammenti ceramici (compreso un frammento di ciotola con scritta illeggibile in caratteri neo-punici rinvenuto presso la tomba di giganti Sa Domu de s’Orcu) e varie monete (8 provengono da un tesoretto ritrovato nelle campagne del paese nel 1946, in località denominata Tradoriu) e quella romana a cui sono da riferirsi i ritrovamenti di alcune sepolture tardo-Repubblicane e Imperiali (località Is Arroccas de Codinas, Is Orfanas), qualche abitato (località Cuccuru Bingias, Sitzamus e Tradoriu), le restanti monete del tesoretto appena indicato (1 di epoca repubblicana, 45 di epoca imperiale), fini ceramiche da mensa (sia repubblicane che imperiali). Del periodo bizantino, invece, è una fibbia di cintura in bronzo ritrovata in località Is Orfanas, e databile attorno al VII secolo.

Durante il Medioevo Siddi fece parte del giudicato d’Arborea e, dopo varie vicissitudini storiche, che interessarono l’intera Sardegna, il 14 dicembre 1839 tutti i feudi isolani furono riscattati dallo Stato sabaudo per la somma di 18.215 lire sarde. Dopo il riscatto Siddi fu inserito dal 1848 nella provincia d’Isili, poi dal 1859 in quella di Cagliari, all’interno del mandamento di Lunamatrona. Il paese rimase comune autonomo fino al 1927, anno in cui fu aggregato al comune di Lunamatrona, a cui rimase legato per quasi 20 anni, Siddi tornò comune autonomo alla fine del 1945.

Di epoca medioevale è la piccola chiesa romanica dedicata a san Michele Arcangelo. La Chiesa risale al XIII secolo: è il santuario romanico più piccolo dell’Isola, con pianta a due navate e un’unica abside. È situata in piccolo rilievo, in zona Santu Miali alla periferia del paese.

La settecentesca chiesa parrocchiale di Siddi, intitolata alla S.S. Vergine delle Grazie (Sa Gloriosa), è situata al centro del paese, in località denominata un tempo De Cresia. Orientata con facciata Sud-Ovest e preceduta da un piccolo sagrato, essa fu edificata a partire dal 1704 (con i lavori che andarono avanti per oltre un cinquantennio) sopra una chiesa più piccola, costruita forse poco prima del 1600.

Il parco “Sa Fogaia” è un’area naturalistico-archeologica situata in agro di Siddi, sul versante est di un altopiano basaltico denominato Pranu ‘e Siddi, a circa 330 metri, in località Sa Fogaia. Sono presenti nel parco 104 diverse specie di flora appartenenti a 41 famiglie, 63 specie di fauna appartenenti a 32 famiglie. Sentieri e servizi rendono particolarmente fruibile una passeggiata nel parco.

A testimoniare la frequentazione dell’uomo fin dalla preistoria, nel parco Sa Fogaia sono presenti l’ossidiana, le tracce di ricoveri per il bestiame, costruzioni e terrazzamenti per la coltivazione, resti insediativi punici, romani e nuragici.

Tra questi costruito sul versante est dell’altipiano di Siddi il singolare nuraghe a corridoio Sa Fogaia, complesso e irregolare, con tre corpi megalitici affiancati a varie costruzioni secondarie.

Tra i ritrovamenti a seguito delle campagne di scavo tazze, ciotole, vasi, scodelle, teglie, una lesina di bronzo e ceramica nuragica appartenenti al Bronzo Medio iniziale, cultura di Bonnanaro. Anfore, piatti decorati con palmette, ceramiche, una brocca, una sepoltura indicano una frequentazione del nuraghe Sa Fogaia fino al periodo medioevale.

Il parco oggi è fruibile grazie al sentiero naturalistico su mori ‘e is erbas (il sentiero delle erbe) con segnaletica botanica; per l’attività di orienteering; per l’area d’inanellamento degli uccelli; per gli spazi dei laboratori didattici; per l’area attrezzata a pic-nic; per le guide naturalistiche e archeologiche.

Dal sito internet del Comune di Siddi riportiamo alcune leggende e personaggi:

Su divinu de Siddi, un personaggio singolare e straordinario, un uomo semplice, asinaio per conto del Comune, è passato alla storia per il suo dono straordinario di predire il futuro. Lucifero Porta questo il suo nome, vedeva, sapeva, e conosceva tutto senza peraltro mai utilizzare il suo dono a fine di lucro. Varie storie e racconti di uomini semplici, importanti, tanti episodi e fatti tutti con un autore l’uomo dotato di straordinarie capacità. Ed esistono alcune testimonianze documentarie nell’archivio Diocesano di Ales e lo stesso vescovo ebbe modo di costatare le qualità preveggenti in occasione dell’incontro nel corso del quale su divinu indicò la presenza di un crocefisso sotterrato, cosa di fatto vera.

Sa Domu ‘e s’Orcu è un monumento ricco di mistero dove si narra vivesse un orco, gigante, forte e cattivo che usava mangiare persone con preferenza per bambini e ragazzi. Ed appunto uno di questi, inscenando un’aggressione, mosse a compassione l’orco che decise di portarlo casa sua. Ma in seguito il ragazzo, conosciute le abitudini del suo benefattore, lo uccise impossessandosi delle sue ricchezze.

Scaba ‘e Arriu. A questo importante sito archeologico sono legate alcune leggende: la presenza di un pianto della mamma cui era morto il piccolo caduto nel ruscello dove era andata a lavare i panni e la presenza di una persona che di continuo ballava e cantava.

Le campane della chiesa parrocchiale, si racconta non fossero destinate a Siddi ma alla cattedrale di Ales. Durante il loro trasferimento da Cagliari ad Ales gli uomini addetti al trasporto con il carro a buoi si fermarono per il pernottamento a Siddi. Il mattino seguente, di fatto, nonostante tutti i tentativi, i buoi ostinatamente non vollero più camminare e quelle campane quindi per volontà divina rimasero a Siddi.

Zio Mundeddu è un personaggio inquieto e insofferente. In una società come quella che fa da sfondo al suo tentativo di crescita, gli esiti di tale inquietudine possono essere grosso modo due: la ribellione o la paziente sottomissione alla realtà. Zio Mundeddu sceglie questa soluzione. La cosa interessante, e su cui vale la pena di meditare, è che il protagonista e autore del romanzo appartengono ai poli opposti della gerarchia sociale. Nella realtà Antonio Puddu, scrittore nato a Siddi nel 1933, è uno dei numerosi figli di Don Ciccitu intraprendente ed innovatore proprietario terriero, della Marmilla nella meta del XX secolo. Il romanzo di Puddu “Ziu Mundeddu” ha vinto, nel 1968, il premio Grazia Deledda nella sezione “Opera Prima”.

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