Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Dolianova

Ogni settimana raccontiamo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Dolianova è una cittadina nel cuore del Parteolla. La nascita del toponimo Dolianova ha origini incerte. Alcuni studiosi ne attribuiscono il significato al periodo nuragico, ma senz’altro la teoria più accreditata porta a un’origine latina Pars Olea, nome con cui i romani avrebbero chiamato il Parteolla, per porre l’accento sulla diffusa coltura dell’olivo.

Dolianova conta quasi 10.000 abitanti e confina con Donori, Ussana, Settimo San Pietro e Maracalagonis.

Dolianova nasce ufficialmente il 25 giugno 1905, dall’unificazione degli antichi villaggi di San Pantaleo e Sicci San Biagio. Nelle sue campagne, comunque, sono presenti numerosi insediamenti archeologici che sanciscono una presenza nella zona in tempi ancora più remoti. Probabilmente la parte montuosa offriva molte possibilità di caccia e migliori sostegni per difendersi da eventuali attacchi. Si possono ricordare numerosi insediamenti, come “Sa dom’ ‘e s’orcu”, “Mitza salamu” e “Sa dom’ ‘e s’ossu”.

Fra le realtà dell’archeologia preromana, sono state ritrovate anche  fonti sacre tra le quali si ricorda la tomba megalitica di Sa Cresia Magrada, la tomba dei giganti di Su Tiriaxiu  il più esteso complesso nuragico in località Sant’Uanni, le cui fortezze si trovano ancora in massima parte coperte da terra e vegetazione. Risultano censiti nel territorio oltre 120 siti risalenti al periodo nuragico e pre nuragico, presso i quali sono stati rinvenuti numerosissimi reperti attualmente custoditi presso il Museo archeologico di Cagliari..

I ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di insediamenti umani sin dalla preistoria, specie nella parte montuosa, dove era facile trovare rifugio e dedicarsi alla caccia.

In epoca romana si ebbe lo stanziamento dei Patulcenses Campani, provenienti presumibilmente dalla  Campania, citati nella Tavola di Esterzili e secondo alcuni autori localizzabili nell’attuale agro di Dolianova, come testimoniano anche i resti delle terme romane di Sa Cora.

Il Museo della tradizione olearia “Sa Mola de su Notariu” ha sede nella villa della famiglia Boyl (XVII secolo) dove sono esposti strumenti di lavorazione, contenitori, lampade e altri manufatti direttamente riconducibili alla cultura dell’olio d’oliva nel Parteolla.

Dolianova, infatti, è un centro importante per la coltura della vite e dell’olivo, nonché per la trasformazione dei detti prodotti ad opera di aziende esportatrici a livello nazionale e internazionale.

Un’altra importante attività economica è la produzione dei formaggi ovi-caprini, in quanto Dolianova è sede di uno dei più grandi caseifici della Sardegna, che esporta i propri prodotti in gran parte dell’Italia.

L’abitato è contraddistinto da tradizionali dimore campidanesi, tra cui non bisogna perdere di visitare la Villa de Villa, risalente ai primi anni dell’Ottocento e utilizzata per allestire mostre e altre manifestazioni.

Il centro storico sorge attorno al simbolo di Dolianova: l’ex cattedrale di san Pantaleo, chiesa unica nel panorama romanico sardo, nonché una delle più preziose del sud Sardegna, costruita tra inizio XII secolo e 1289 (anno della consacrazione). Forme e decorazioni danno vita a un insieme armonioso di varie contaminazioni, dovute a tre fasi costruttive. Un gioiello di perizia architettonica ed esuberanza decorativa, la cui sede è da sempre luogo di culto, prima paleocristiano, come confermano una vasca battesimale del V-VI secolo conservata nel presbiterio e i resti di una chiesa altomedievale del X secolo. Il tempio, cattedrale della diocesi di Dòlia sino alla sua soppressione (1503), oltre che per maestosità architettonica, colpisce per decoro scultoreo e opere pittoriche, come il Retablo di san Pantaleo (fine XV secolo).

Le celebrazioni in onore del patrono abbracciano due periodi: due settimane dopo Pasqua e a fine luglio, con cerimonie sacre ed eventi culturali. A fine settembre, nel sagrato dell’ex cattedrale si svolge la festa medievale.

A inizio settembre, da non perdere la giostra equestre s’Attobiu de is Parigliantis, con sfilate in costume e gruppi folk.

La manifestazione, di solito, inizia con la sfilata che attraversa le vie del paese e vede protagonisti 170 cavalli e cavalieri, con la “Rassegna Regionale delle Coppie a cavallo” in costume tradizionale sardo (unica in Sardegna), provenienti da diverse parti dell’Isola, come, ad esempio, i Tamburini e Trombettieri di Oristano, gli Sbandieratori di Iglesias, le maschere tipiche del carnevale di Ottana “Boes e Merdules ”, i Fucilieri di Villacidro, Is Fuetteris e Carrettoneris di Monserrato.

Al termine, segue l’esibizione delle spettacolari Pariglie acrobatiche, che si susseguono una dopo l’altra fino a tarda sera.

 

 

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