Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Burcei
Ogni settimana racconteremo la storia di un paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze geografiche e la sua comunità
di Antonio Tore
Burcei
Abitata sin dall’epoca nuragica l’area dell’attuale Burcei era compresa durante il medioevo nel territorio del Giudicato di cagliari , per poi passare in periodo aragonese e spagnolo nelle mani di vari feudatari, fino al 1839.
L’odierno paese invece sorse verso la fine XXIII quando dei gruppi di pastori provenienti principalmente da Sinnai, Settimo San Pietro e Villasalto si stabilirono nella zona costruendo le prime abitazioni.
Burcei è un comune situato a quasi 700 metri sul livello del mare ed è quello che, nella provincia di Cagliari, ha le caratteristiche maggiori di centro montano. Attualmente ha una popolazione di meno di 3.000 abitanti. Il toponimo deriverebbe dal sardo “burrei”, che significa branco di buoi o di vacche, a sottolineare l’attitudine alla pastorizia, ma qualcuno fa risalire il nome ad altre ipotesi.
La nascita di Burcei risalirebbe ad un territorio chiamato Burceris e appartenente, nell’anno 1358, a un feudatario, Berengario Carroz. I terreni della località furono venduti, in seguito, al marchese di Quirra. Questo paese sembra che esistesse già col nome di Burchey, ma, per varie pestilenze o altre cause sconosciute, venne abbandonato e ricostruito nel diciottesimo secolo. Ma, come detto, il nome del paese potrebbe avere vari altri significati, quali Burseus, che in lingua greca significa conciatore di pelli o, molto più semplicemente, Burgus, che significa borgo.
Burcei, si dice, sarebbe stata fondata da un gruppo di pastori barbaricini, che si stabilirono presso la sorgente Sa Mitza de su Salixi, situata nel centro del paese fino a qualche decennio fa, attratti dall’abbondanza d’acqua e dei pascoli del luogo, mentre un’altra versione spinge verso la sua fondazione da parte di pastori provenienti da paesi vicini e cioè Sinnai, Villasalto e Settimo San Pietro.
Il suo territorio è prevalentemente montuoso ed è costellato di boschi e sorgenti e particolarmente adatto alla pastorizia, attività su cui si basa gran parte dell’economia paesana. Altre zone sono state destinate alla coltivazione di orti, viti, leguminose e soprattutto delle famose ciliegie. Il centro abitato, che ancora conserva strutture dell’antica tradizione architettonica sarda, si adagia sul pendio di una collina nel versante est del monte di Serpeddì ed è cresciuto attorno a tre piccole piazze. E’ l’unico paese della Provincia di Cagliari che offre la possibilità di ammirare il panorama del Capoluogo con vista del golfo fino al Poetto.
Cuore del Parco Regionale dei Sette Fratelli, habitat di importanza comunitaria (S.I.C.), rappresenta una meta di notevole richiamo turistico, grazie all’aria salubre, al paesaggio lussureggiante e alla bella posizione dalla quale si godono magnifici scorci panoramici e da cui si domina tutto il campidano e lo stesso Sarrabus, uno dei più vasti comprensori incontaminati d’Italia, dalle sorgenti di acqua purissima.
Poco distante si trova anche il centenario bosco di Tuviois e altre zone di notevole importanza naturalistica, come il monte Idda, che sovrasta la selvaggia valle del rio Brabaisu e la gola del rio Cannas, con il suo ambiente naturale fatto di ripide pareti granitiche scavate dall’acqua.
Alle bellezze della natura in cui è immerso il paese bisogna aggiungere le ricchezze culturali e storiche. Ad esempio, la chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Monserrato che fu costruita nel 1886 su progetto di Gaetano Cima: l’edificio presenta una pianta ottagonale e cappelle laterali, con un prospetto neoclassico timpanato e spartito da colonne e un alto campanile. Altri elementi di forza del territorio sono le specialità alimentari: formaggi caprini ed ovini, il pane tipico in semola di grano duro, cotto nel forno a legna, e i salumi, prodotti in casa.
Sono molto famose le grandi e gustose ciliegie di Burcei, che, ogni anno, a giugno, diventano protagoniste di una sagra che richiama un numero sempre crescente di turisti. Altre sagre da non dimenticare si svolgono il 6 giugno (festa di Santa Barbara); ad agosto (la “Sagra de sa pezza de craba”, cioè carne di capra) e l’8 settembre la festa in onore della patrona, Nostra Signora di Monserrato.
Non tutto, comunque, funziona benissimo, perché il settore terziario, che ha una sufficiente rete distributiva, necessita di servizi più qualificati, come quello bancario e dei trasporti. In campo sociale, inoltre, mancano strutture di una certa importanza per lo sport e il tempo libero. Le scuole garantiscono solamente le classi dell’obbligo e quindi, chi volesse proseguire gli studi, è costretto a prendere ogni giorni i mezzi dell’Arst, con grandi disagi e fatiche, vista anche la conformazione delle strade d accesso al paese. A livello sanitario, esiste solo il servizio farmaceutico, mentre per le altre prestazioni mediche è necessario rivolgersi altrove.
Nell’ambito territoriale è da segnalare la presenza di diversi nuraghi: Bruncu Entosu, Bruncu Moddizzi, nuraghe de su Attu, Dome’Sorcu, sa Serra e su Nuraxi, strutture su cui sarebbe necessario investire per avere un ritorno di visitatori.
Di Burcéi, il poeta locale Pasquale Sanna ne scrive in questi termini:
«De antigus pastoris ses fundau:
Candu su monti fiat ancora vírgini,
Is primus cuilis iant impiantau
Cussus barbaricinus de orígini.
E prus a tradu Santoro Frigau
In sa mitza de su sàlixi agatàt s.ossígini
Ma po custu logu fiat unu indígini
Poita ca de Sínnia est arribbau.
In mesu a cuatru montis de granitu
Cun su raru panorama chi regalas
A su furisteri de gioja dhu prenis;
In is annus sa Stória ti ant iscritu
A drita Forra e a peis Monti Iscalas
Arriceli a manca e a conca Monti Genis»
Il territorio di Burcéi e dei comuni contigui fa parte della cosiddetta Via dell’argento, un sentiero non asfaltato ricco di vestigia di archeologia industriale che percorre in parte il cammino dei minatori ingegnosamente costruito sui fianchi delle montagne appena sopra i torrenti a supporto delle miniere argentifere della zona. Del resto i giacimenti del Sarrabus vennero sfruttati per secoli anche se le vere e proprie ricerche scientifiche cominciarono solo nell’Ottocento; nel 1867 la costruzione dell’attuale S.S. 125 favorì i trasporti e quindi l’attività mineraria.
La particolarità geomineraria di questa zona del Parco geominerario della Sardegna è conosciuta anche grazie alla sua importanza dal punto di vista scientifico e mineralogico: infatti nel Sarrabus furono scoperti e classificati per la prima volta diversi minerali e numerosi campioni minerali provenienti da questa regione si trovano in alcuni importanti musei naturalistici italiani.
Questa la poesia scritta nel 2005 per la festa di Santa Barbara dal poeta locale Luigi Melis.
Po sa festa de S. Bàrbara 2005
«In pranus sa tua Dimora
Po tenni sa bidha controllada
De Burcéi in dogna contrada
Ses ecellenti protetora.
Navigantis e Artiglieris
Minadoris e Pompieris
Dogna àngulu degnu i egrégiu
De tui Bàrbara Santa est protégiu.
Aundi est sa tua Crésia
Proposta e ereta de Predi Frésia
In altu e a Burcéi de fronti
Po protegi unu vastu orizonti.
De àngiulus cun d-una scorta
In celu riposendi istais
Bàrbara ses rica de crais
E in dogna domu oberis sa porta».