Riformatori: Cagliari, “Tuvixeddu aprirà il 13 e chiuderà il 30 maggio”
Giacomo Fantola: “Pare che il comune si sia dimenticato di fare i nuovi appalti e quelli in scadenza non potranno essere riaffidati. Morale della favola tra maggio e giugno i parchi di Monte Urpinu, San Michele, Vetreria, Orto dei Cappuccini e infine Tuvixeddu (quindi praticamente tutti) chiuderanno fino a data da destinarsi
Redazione
I Riformatori sparano a zero contro l’inaugurazione del nuovo settore del Parco di Tuvixeddu che sostengono sia solo provvisoria in quanto il parco archeologico chiuderà il 30 maggio. Questo perché, anche per tutti gli altri parchi cottadini, non sarebbero stati indetti i nuovi appalti per la gestione.
Di seguito il comunicato stampa diffuso dai Riformatori.
“Sabato 13, in occasione di monumenti aperti, verrà inaugurato il parco di Tuvixeddu. Già inaugurato una prima volta il 25.03.2012 per la giornata del FAI, poi una seconda volta il 26.05.2014 e domani 13.05.2017 la terza.
Nonostante tutto questo è altamente probabile che ci sarà in un futuro, temiamo non proprio prossimo, un’altra inaugurazione a causa della chiusura del 30.05.2017.
Si, sembra proprio che il parco che inaugureranno il 13 ad appena 17 giorni dalla terza inaugurazione debba chiudere per un periodo indeterminato. La causa è molto semplice; come dice il dirigente Papoff: gli appalti per la gestione “sono sprovvisti delle condizioni di legge, alla loro scadenza non verranno confermati”. Boom.
Pare che il comune si sia dimenticato di fare i nuovi appalti e quelli in scadenza non potranno essere riaffidati. Morale della favola tra maggio e giugno i parchi di Monte Urpinu, San Michele, Vetreria, Orto dei Cappuccini e infine Tuvixeddu (quindi praticamente tutti) chiuderanno fino a data da destinarsi.
Come al solito questa storia sarebbe esilarante se non fosse già tragica. Eppure sarebbe sufficiente che questa amministrazione incompetente lavorasse un po’ di più a redigere gli appalti anziché perdere tempo in inutili e autoreferenziali inaugurazioni”. Lo dice Giacomo Fantola dei Riformatori sardi.”