Rete Ospedaliera: Arru scrive al Presidente Consiglio Autonomie Locali
L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Andrea Soddu, nella quale si sofferma sulle motivazioni addotte dall’organismo composto da Sindaci, nel formulare parere negativo alla riforma della Rete ospedaliera.
di Antonio Tore
Dopo la approvazione da parte della Giunta della riforma della rete ospedaliera in Sardegna, il Consiglio delle Autonomie Locali, riunitosi una prima volta al La Maddalena e alcuni giorni fa ad Oristano aveva espresso parere negativo sulla riforma voluta dall’assessore Arru.
Il CAL aveva espresso notevoli perplessità, ritenendo che “La Regione ha il compito di rimuovere tutte le condizioni di minorità oggettive che investono la qualità della vita e che qualora trascurate aggraverebbero i fattori di desertificazione e spopolamento dei territori”.
Il CAL proseguiva chiedendo “un cambio di prospettiva, una visione meno contabile e scelte di visione politica per la costruzione di una rete ospedaliera diffusa, improntata all’efficienza e alla qualità, piuttosto che alla declassificazione o all’eliminazione dei servizi”.
L’assessore Arru, che aveva preso parte alla riunione di Oristano, ha oggi inviato al presidente dell’Organismo una nota che riportiamo di seguito integralmente:
Gentilissimo
Presidente CAL
Sindaco di Nuoro
Avv. Andrea Soddu
Ho preso visione del documento allegato al parere sulla Rete Ospedaliera rilasciato venerdì dal CAL da Lei presieduto. Mi permetta di sottolineare che sia il sottoscritto che tutta la Giunta hanno ben presenti come riferimenti, nella propria azione di governo, i principi costituzionali richiamati.
Venerdì ad Oristano all’assemblea del CAL ho spiegato, che pur essendo la Regione Sardegna – di fatto – in piano di rientro, mai il discorso finanziario è stato vincolante nella proposta di riorganizzazione della Rete: e questo nonostante abbiamo ospedali che “producono “ servizi per 3 milioni e vengono finanziati con oltre 13 milioni di euro.
Gentile Signor Presidente, il vostro documento è in controtendenza rispetto al Piano Nazionale Esiti, secondo il quale i cittadini sardi affetti da gravi patologie vengono operati in reparti che trattano 4 casi all’anno contro una soglia suggerita di 50 casi, soglie stabilite per rispettare un criterio della medicina moderna che ha evidenziato un rapporto tra numero dei casi trattati e qualità del risultato finale.
È importante andare a vedere le proposte che avete fatto, che seguono logiche localistiche, senza una visione unitaria della sanità sarda e che non tengono conto che le specialità a bassa diffusione richiedono bacini di popolazione superiori a 1 milione di abitanti. Lo dice la comunità scientifica internazionale, non questo assessore o questa Giunta: non parliamo di mere indicazioni numeriche, ma di parametri che i moderni e avanzati sistemi sanitari utilizzano per garantire la qualità e la sicurezza dell’assistenza.
Chiedete il mantenimento di punti nascita: ricordo che la Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto una soglia di 1000 parti all’anno per avere centri che garantiscano livelli di sicurezza nella gestione del rischio ostetrico. In Italia si è deciso di utilizzare la soglia dei 500 parti e voi chiedete una ulteriore deroga, senza considerare l’eventualità di gestire quelle che sono considerate le più gravi complicanze della medicina moderna, come la emorragia post-partum. La sicurezza della mamma e del nascituro dovrebbero avere, anche per voi, più importanza del possibile disagio nello spostarsi per andare a partorire in un centro che dà maggiore garanzie!
Chiedete che nulla cambi per i cosiddetti piccoli ospedali: il documento inviatovi dalla Commissione Sanità del Consiglio regionale, in linea con la proposta della Giunta, non propone chiusura di ospedali.
Attualmente le strutture dei centri più piccoli vengono utilizzate prevalentemente per malattie che richiedono una terapia medica e interventi di chirurgia programmata, che si possono effettuare in day-Hospital o in Week Surgery. Per questo, la riforma della Rete prevede la possibilità di effettuare interventi di chirurgia di urgenza per patologie che possono essere risolte in sede, mentre per le patologie chirurgiche più gravi si continuerà a fare quel che viene garantito adesso, cioè il trasferimento nei centri chirurgici con maggior casistica e maggior tutela per il paziente.
Primo livello per Lanusei: un ospedale con più specialità fondamentali (specialità ad alta diffusione) deve avere un bacino di 80.000 abitanti. La popolazione residente in Ogliastra è di 56.000 abitanti. La proposta della Giunta, ratificata dalla Commissione Sanità, ha riconosciuto la deroga per Lanusei, confermandolo come ospedale di base con reparti, già presenti, che di solito dovrebbero essere garantiti in ambiti con popolazione di 150.000 abitanti!
Areus: non credo che la mancata nascita AREUS abbia condizionato il parere del CAL, perché il sistema di emergenza 118 funziona regolarmente e, con l’attivazione dell’elisoccorso, si potranno avere quegli ulteriori servizi che la nuova Azienda potrà garantire.
Infine è molto curiosa la parte che riguarda il Sulcis-Iglesiente, in cui viene criticato il documento per aver proposto una soluzione per il DEA di I livello che dia un ruolo ad entrambi gli ospedali di Carbonia e di Iglesias, vorrei conoscere la proposta del Cal, quale ospedale unico utilizzare come DEA?
La discussione, il confronto, rappresentano il sale della democrazia, ma ribadire continuamente che questa Giunta fa una programmazione basata su calcoli ragionieristici, nel disinteresse per le zone disagiate e per la sanità pubblica, rischia di creare un clima di rivolta contro le Istituzioni, tutte le Istituzioni.
Per questo concludo chiedendo a Lei, come rappresentante del Consiglio delle Autonomie locali, di recuperare insieme il senso del leale confronto, riconoscendo il valore della parola dell’altro e realizzando gli atti necessari per la nostra Sardegna.
Cordiali saluti,
L’Assessore
Luigi Benedetto Arru