Regione: “‘Chi inquina paga. Controllo della Pubblica amministrazione a garanzia delle bonifiche”
Lo ha detto l’assessora dell’Ambiente Donatella Spano intervenendo, oggi a Portoscuso, al dibattito “Area industriale di Portovesme: gli interventi di risanamento e messa in sicurezza dei suoli e della falda”
redazione
“Sulle bonifiche la nostra attenzione è sempre stata massima in quanto obiettivo strategico della Giunta: abbiamo dato un forte impulso già dall’inizio del mandato in stretta collaborazione con il ministero dell’Ambiente.
Grazie a una forte azione politica assieme al presidente Pigliaru siamo riusciti a segnare la svolta sulle bonifiche, ottenendo in Regione il coordinamento degli interventi. Finalmente, dopo vari anni, viene applicato in un’area consortile il principio del ‘chi inquina paga’ con un forte controllo della Pubblica amministrazione a garanzia della qualità tecnica degli interventi di bonifica”.
Così l’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano intervenendo, oggi a Portoscuso, al dibattito “Area industriale di Portovesme: gli interventi di risanamento e messa in sicurezza dei suoli e della falda”. All’iniziativa, moderata dal coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, hanno partecipato il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, l’amministratore della Provincia del Sud Sardegna, Mario Mossa, Laura D’Aprile, dirigente della divisione “Bonifiche e Risanamento” del ministero dell’Ambiente, e sono intervenuti alcuni degli amministratori locali, delle rappresentanze sindacali, delle associazioni e delle aziende.
I LAVORI. L’assessore Spano ha illustrato gli interventi in atto sul suolo: “Il progetto di rimozione terreni contaminati e di impermeabilizzazione delle superfici scoperte di stabilimento di Portovesme è in corso di esecuzione ed entro marzo sarà completato lo scavo dei terreni. È in corso anche l’intervento sul suolo per Enel, mentre è in fase di istruttoria la bonifica del parco ceneri. E dopo otto anni di lavoro si prevede di completare la bonifica dell’area Alumix di Ligestra entro il 2018. Sono tutti significativi passi in avanti nel percorso di restituzione del territorio ai sardi, garantendo la tutela della salute e dell’ambiente, e una riconversione del territorio con ricadute fondamentali di sviluppo economico”.
LA FALDA DEL BACINO CONSORTILE. “Abbiamo compiuto tappe molto importanti per il Sin Sulcis-Iglesiente-Guspinese nel rispetto del principio ‘chi inquina paga’ anche per la falda del bacino consortile – ha precisato Donatella Spano – Proprio su questo principio il ministero dell’Ambiente, con un decreto di fine gennaio, ha approvato i criteri per il riparto dei costi di realizzazione e gestione della barriera interaziendale e la lista dei contaminanti indice per azienda, chiarendo la parte di responsabilità e l’ammontare dei costi per ciascuna impresa. Un decreto che ha finalmente rimosso l’impedimento all’attuazione del progetto di bonifica”.
IL METODO. L’assessora ha infine ringraziato gli uffici del suo assessorato e del Ministero: “Grazie al lavoro di équipe che mette a sistema le più avanzate conoscenze e strumenti tecnici per una equa ripartizione degli oneri. Un approccio metodologico che potrà essere utilizzato anche in altri contesti”. Nel corso del suo intervento l’assessora Spano ha ripercorso l’impegnativo lavoro avviato nel 2014, con una fitta interlocuzione istituzionale con il Ministero dell’Ambiente e con lo stesso Ministro, che ha consentito l’apertura del Tavolo tecnico-politico culminata nell’incontro del 18 giugno 2015 per dare nuovo impulso alle strategie di intervento per il risanamento dei siti di interesse nazionale (SIN) di Porto Torres e del Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Su quest’ultimo risale al 2016 la riperimetrazione ministeriale del 2016 che ne ridefinisce l’estensione a 22.533 ettari.