Raccolte 92 mila firme per il referendum insularità
Il presidente del Consiglio regionale Ganau afferma: “Le 92 mila firme raccolte, un risultato eccezionale e non prevedibile”.
di Antonio Tore
«Ho sostenuto la raccolta firme per indire questo referendum perché credo che la Sardegna abbia il diritto di avere pari dignità dell’Italia e degli altri paesi europei. È una battaglia giusta che ho condiviso e sostenuto sin dall’inizio, ecco perché esprimo tutta la mia soddisfazione per il risultato raggiunto, un risultato eccezionale e non prevedibile all’inizio di questo percorso che i sardi hanno però compreso sino in fondo. Ebbene oltre 90 mila cittadine e cittadini hanno sottoscritto la richiesta di referendum per il riconoscimento in Costituzione della condizione di insularità».
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau intervenendo questa mattina alla conferenza stampa convocata all’entrata del tribunale di Cagliari dal comitato promotore per il referendum sull’insularità, in occasione del deposito in Corte d’Appello delle 92 mila firme raccolte.
«Chi vive in Sardegna sa quanto pesi vivere in un’isola– ha proseguito Ganau – i sardi vivono sulla loro pelle una condizione che pesa in termini di opportunità lavorative, di sviluppo e crescita sociale. Ottenere questo riconoscimento da parte del nostro Paese è essenziale per un riconoscimento pieno anche da parte dell’Unione Europea per attivare quelle politiche specifiche e mirate che sono a disposizione delle isole per garantire che il deficit derivante dall’insularità sia finalmente superato. E i sardi lo sanno bene anche in termini di trasporti, continuità territoriale, di ritardi infrastrutturali e di approvvigionamento energetico. Credo che la mia presenza qui oggi fosse doverosa – ha concluso il presidente – anche sulla base di quanto deciso dal Consiglio regionale che nella Consulta corso sarda si è espresso unanimemente sul tema, approvando la delibera sul riconoscimento della condizione di insularità, in attuazione dell’art. 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, attribuendo quindi grande valenza al riconoscimento di questa condizione da parte degli Stati nazionali e degli organi di governo dell’Unione Europea».