Province Sarde: crisi finanziaria  preoccupante

L’assessore Erriu: “E’ di pochi mesi fa la battaglia che la Giunta regionale per vedere riconosciute alle Province sarde e alla Città Metropolitana di Cagliari le risorse che lo Stato stava per attribuire solo alle Province delle regioni ordinarie”

di Siro Zani

“L’attuale situazione finanziaria nella quale versano le Province sarde e la Città Metropolitana di Cagliari, necessita di una riflessione e di una conseguente azione politica”. Lo sostiene l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu.

“Le grida d’allarme – prosegue Erriu – e gli appelli lanciati dall’amministratore straordinario e dai dirigenti della Provincia di Oristano, unitamente alla mobilitazione di sindacati e dipendenti della Provincia di Nuoro, sono del tutto fondati. L’esito referendario del 4 dicembre scorso, che ha prodotto come risultato il mantenimento del livello provinciale su tutto il territorio nazionale e quindi anche in Sardegna, ha avuto come conseguenza la necessità di ripensare ai tagli imposti dallo Stato. La Regione Sardegna ha fatto la sua parte e con un grandissimo sforzo garantisce le risorse, a cominciare dal Fondo Unico da 600 milioni di euro: siamo la prima regione in Italia per risorse investite a favore delle autonomie locali. Nello specifico, per le Province garantiamo oltre 50 milioni di euro all’anno”.

L’assessore Erriu ricorda che “è di pochi mesi fa la battaglia che la Giunta regionale, di fianco al sistema delle autonomie locali sarde, ha condotto in sede di Conferenza unificata per vedere riconosciute alle Province sarde e alla Città Metropolitana di Cagliari le risorse che lo Stato stava per attribuire alle Province delle regioni ordinarie, escludendo i nostri enti locali intermedi. Questa prima battaglia, grazie alla collaborazione tra Giunta, parlamentari sardi ed enti locali, è stata vinta. 

 Oggi però ci troviamo a dover ribadire con altrettanta forza e determinazione un principio di equità: le Province sarde e la Città Metropolitana hanno contribuito – e continuano a farlo – al risanamento della finanza pubblica statale e, per questa ragione, i finanziamenti che in questi giorni il parlamento ha in discussione di stanziare devono essere riconosciuti anche ai nostri enti locali. Tanto più che non è ancora realizzato il processo di regionalizzazione della finanza locale, che pure è stato avviato. Mi riferisco al fatto che è all’esame della Camera dei deputati la conversione del D.L. n. 50/2017 (“Misure urgenti in materia finanziaria a favore degli enti locali”), che ripristina parte dei finanziamenti ordinari per le Province delle Regioni a Statuto ordinario per lo svolgimento delle funzioni fondamentali. Le stesse funzioni che vengono garantite quotidianamente anche dalle nostre Province. Inoltre, lo stesso D.L. prevede finanziamenti ad hoc per le attività di manutenzione delle reti viarie provinciali. È tra l’altro all’esame del Parlamento un emendamento che prevede il raddoppio dello stanziamento: ebbene, anche in questo caso le Province sarde sono escluse”.

 “La Regione Sardegna e i suoi rappresentanti in Parlamento – conclude l’assessore Erriu – non possono tollerare questo ulteriore scippo ai danni delle Province sarde e, quindi, dei cittadini che usufruiscono di servizi in materia di istruzione, viabilità, ambiente e trasporto di studenti con disabilità. L’Amministrazione regionale, anche per il 2017, ha fatto ampiamente la sua parte e sta garantendo i finanziamenti necessari. Ulteriori valutazioni si stanno opportunamente facendo in sede di conferenza permanente Regione-enti locali nel riparto delle risorse tra Unioni dei Comuni e Province. Tuttavia, non è pensabile che sia ancora a carico del solo bilancio regionale, e dunque di tutti i cittadini sardi, il sostenimento di questo gravoso onere. Il mio vuole essere un appello soprattutto ai parlamentari sardi. Se tutti siamo posti di fronte alla necessità, come abbiamo sempre fatto, di contribuire in modo equo e proporzionale al risanamento della finanza statale, allo stesso modo riteniamo risponda a un principio di giustizia dover partecipare anche alla ripartizione delle risorse”.

 

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