“Una Piccola Storia”: Cagliari Bizantina, tasse e soprusi
I nuovi dominatori della Sardegna e di Caralis pensavano solo a esigere tasse e ad imporre la loro liturgia e i loro santi. L’abitato cittadino fu cinto da poderose mura. il porto protetto da catene per renderlo un sicuro punto di imbarco per le povere cosa rapinate, sotto la legalità di tributi, al popolo calaritano e isolano ormai senza più speranza per il futuro
di Sergio Atzeni
La Sardegna fu conquistata da Bisanzio durante la guerra vandalica combattuta contro i Vandali per il possesso dell’Africa. Sconfitti i Vandali in Africa, nel 533 a Tricamaron, e avendo la vittoria in pugno, il generalissimo bizantino Belisario inviò il generale Cirillo in Sardegna con una flotta per sottometterla:
Con l’arrivo dei Bizantini nel 534 per Calaris iniziò un periodo buio di sacrifici. I nuovi dominatori pensavano solo a esigere tasse e ad imporre la loro liturgia e i loro santi.
L’abitato cittadino fu cinto da poderose mura. il porto protetto da catene per assolvere al compito di valvola di sicurezza e punto di imbarco per le povere cosa rapinate, sotto la legalità di tributi, al popolo isolano ormai senza più speranza per il futuro. La prepotenza della classe clericale con i suoi privilegi, il governo di rapina, le epidemie e la fame, portarono Caralis a un declino che pareva inarrestabile.
Nel 535 la guerra che i bizantini intrapresero contro i Goti, padroni dell’Italia continentale, depauperò ancora di più la città, costretta a sovvenzionare una guerra d’altri e a sopportare l’occupazione Gota forse per un anno intero con le conseguenze intuibili sulla popolazione.
Caralis era ancora il cuore pulsante dell’isola e bastava il suo possesso per avere il controllo della intera Sardegna, nonostante, i territori più interni chiamati dai romani “Barbària” resistessero indomiti ai conquistatori di turno.
Nel 705 la prima incursione musulmana trovò la città impreparata, molti dei suoi abitanti furono ridotti in schiavitù, altri uccisi, le case depredate e distrutte. Furono anni difficili per la città che non avendo alcun modo di difendersi, fu pian piano abbandonata a favore di un nuovo insediamento sorto sulle rive della laguna di S. Gilla, più facilmente difendibile: Santa Igia.
Caralis, dopo 1600 anni circa dalla sua nascita fu per sempre abbandonata e il suo ricordo pian piano sparì, solo i ruderi rimasero a ricordo dell’antico centro che cadde definitivamente nell’oblio.