Olbia, pesca: la Regione concede 150 ettari di mare al Consorzio Molluschicoltori
Per i prossimi 15 anni il CMO (Consorzio Molluschicoltori Olbia), composto da 18 cooperative per un totale di circa 90 addetti, potrà posizionare gli impianti di miticoltura e ostricoltura, programmando investimenti e migliorie sulle attività
redazione
La concessione di circa 150 ettari di specchi acquei del Golfo di Olbia, da parte della Regione Sardegna al Consorzio Molluschicoltori di Olbia (CMO), è stata ufficializzata con la stipula dell’atto notarile lo scorso 23 giugno e con il deposito avvenuto poi il 28 giugno. Per i prossimi 15 anni il CMO, composto da 18 cooperative per un totale di circa 90 addetti, potrà posizionare gli impianti di miticoltura e ostricoltura, programmando investimenti e migliorie sulle attività già in essere che oggi sono maggiormente regolamentate grazie alla concessione avuta dalla Regione dopo un bando di evidenza pubblica e tutte le autorizzazioni necessarie presentate dai soggetti preposti.
L’assessore. “Come assessorato abbiamo accompagnato questo percorso di riordino in un settore fondamentale per l’economia non solo di Olbia ma di tutta la Sardegna. Abbiamo infatti favorito il confronto e l’aggregazione fra gli operatori che hanno superato, con grande determinazione e visione del futuro, una situazione di frammentazione e caos”. Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura con delega alla Pesca, Pier Luigi Caria, intervenendo oggi alla conferenza stampa organizzata nella sala consiliare della ex provincia a Olbia, a cui ha partecipato il presidente del CMO, Mauro Monaco. “Da oggi – ha proseguito Caria – c’è una pagina tutta nuova da scrivere per lo sviluppo del comparto che ha tutte le carte in regola per creare nuove economie e nuova occupazione. Le istituzioni hanno fatto e continueranno a fare la propria parte creando le condizioni migliori affinché le imprese possano investire e crescere”.
L’esponente della Giunta Pigliaru ha ricordato quindi il grande lavoro fatto da chi lo ha preceduto e i 25 bandi, con una dotazione finanziaria di 17milioni 308mila euro, dedicati agli investimenti su Pesca e Acquacoltura che lui stesso ha voluto uscissero il può presto possibile. “Dobbiamo fare in modo che le risorse disponibili siano spese fino all’ultimo centesimo – ha osservato l’assessore – è impensabile che nella scorsa programmazione siano stati utilizzati appena 6milioni dei 15 disponibili. Per la nuova programmazione abbiamo in cassa 36milioni di euro del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) ed è nostro obiettivo utilizzare tutte queste risorse per migliorare il comparto isolano. Le potenzialità – ha concluso Caria – ci sono tutte, le risorse anche, adesso è necessario presentare progetti validi che creino crescita ed economie importanti per tutta la Sardegna”. Nell’ultimo anno il mondo della pesca è stato finanziato con ben 22milioni 596mila 275euro.
Progetti futuri. Mauro Monaco ha fatto il punto sui traguardi d’impresa che il CMO si è dato per i prossimi anni. “Con questa concessione vogliamo puntare a valorizzare al massimo tutte le potenzialità e la tradizione che contraddistingue la storia del comparto olbiese. Nei prossimi cinque anni vogliamo raddoppiare gli addetti, passando da 90 a 200, tra fissi e stagionali. Lo stesso abbiamo in programma di raggiungere sul fatturato e quindi sulle produzioni che oggi sono fra i 30-35mila quintali di cozze, con un fatturato globale di circa 6milioni di euro, mentre fra cinque anni si dovrebbero raggiungere i 60-70mila quintali di cozze e fra i 4 e 6mila quintali di ostriche”. Così il presidente del CMO che ha aggiunto: “Vogliamo puntare a nuovi mercati nazionali ed esteri ottimizzando la comunicazione e il marketing nel promuovere al meglio i nostri prodotti di eccellenza. Allo stesso tempo, puntiamo sulla ricerca da portare avanti in collaborazione con le università e i centri specializzati. Il nostro grande obiettivo – ha concluso Monaco – è l’istituzione del Marchio IGP Cozza di Olbia”. Il CMO valorizzerà quindi la raccolta da banchi naturali di vongole (arselle), tartufi, cannolicchi e bocconi. Il Consorzio e le coop potranno partecipare, attraverso la predisposizione di progetti, ai numerosi bandi del FEAMP e non solo.
I dati sul comparto. Con i suoi 1709 chilometri la Sardegna è la regione d’Italia con la maggiore estensione di coste, il 21,6% del totale nazionale, seguita dalla Sicilia con 1430 chilometri. Terza regione per numero di battelli, 1292, dopo i 2946 della marineria siciliana e i 1572 della Puglia. Secondo i dati Istat 2016, lavorano nel comparto pesca sardo 2003 persone, mentre sono 123 gli operatori dell’acquacoltura e 342 gli addetti alla trasformazione. I pescatori sardi lavorano anche su circa 9mila ettari di lagune costiere produttive, nella specificità della nostra isola, che includono le eccellenze della pesca dei mitili (cozze, vongole, ostriche), crostacei, cefali, spigole, orate e anguille.