Nuoro: aperta la prima edizione dell’anno forestale della Sardegna

Ganau: “Il  modello di gestione  del settore forestale solo  pubblico non sempre è stato in grado di garantire un elevato grado di efficacia nell’utilizzazione delle risorse e può risultare un freno allo sviluppo di attività private imprenditoriali nel settore

 di Sergio Siani

«È necessario innescare un cambiamento culturale, sociale e politico con particolare riferimento sia alla governance del settore forestale pubblico, sia alla promozione del settore privato, perché del nostro immenso patrimonio non si parli solo quando viene incendiato. Il modello di gestione esclusivamente pubblico non sempre è stato in grado di garantire un elevato grado di efficacia nell’utilizzazione delle risorse pubbliche e può risultare un freno allo sviluppo di attività private imprenditoriali nel settore.

Abbiamo la necessità di pensare una programmazione precisa che guardi insieme ad ambiente, economia, tradizione e paesaggio».

Così il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau intervenendo a Nuoro alle celebrazioni di apertura della prima edizione dell’anno forestale della Sardegna. Secondo il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda occorre studiare piani specifici pluridecennali per ogni area e mettere in piedi una programmazione lungimirante che consenta di coltivare in Sardegna quanto viene importato, ad esempio le mandorle, e promuovere quelle produzioni, come quella del sughero, che consentono di valorizzare per fini turistici l’immenso patrimonio di biodiversità che il territorio sardo offre.

Il presidente del Consiglio ha inoltre ricordato i principi che hanno ispirato la legge Forestale della Sardegna, approvata circa un anno e mezzo fa dal Parlamento sardo, concepita proprio “in considerazione del rilevante apporto del sistema forestale pubblico e privato per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna e per una corretta gestione del territorio orientato alla tutela ambientale. La legge nasce con l’obbiettivo di attualizzare i compiti istituzionali dell’Ente, ora Agenzia Forestas – ha ricordato – perché si occupi attivamente, oltre che della cura, tutela e conservazione del patrimonio forestale dai rischi ambientali anche della sua valorizzazione produttiva, turistico – ricreativa e culturale, ma soprattutto della promozione della ricerca scientifica, della sperimentazione e innovazione tecnologica nel settore. Resta il nodo del personale – ha aggiunto – che è all’attenzione dei capigruppo del consiglio regionale e della commissione competente, alla ricerca di una soluzione che tuteli il più possibile i lavoratori, e che consenta all’Agenzia di svolgere al meglio gli ambiziosi compiti per cui è stata creata».

 

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