Morto nell’ospedale del carcere di Parma il boss Totò Riina

E’ morto a 87 anni nell’ospedale del carcere di Parma il boss Totò Riina al quale i giudici avevano negato il trasferimento in ospedale per la sua pericolosità. Non si è mai pentito delle sue efferate azioni criminali.

di Annalisa Pirastu

Totò Riina aveva appena compiuto 87 anni nel carcere di Parma . E’ morto intorno alle 4 di mattina del 17 novembre. Il cosiddetto “boss dei boss” era ricoverato nell’ospedale dei detenuti del carcere di Parma.

Il ministero della Giustizia ha autorizzato ieri la visita dei familiari del capo di Cosa Nostra. Riina era in coma da tempo, dopo aver subito due interventi chirurgici.

Il figlio Salvo ha postato un messaggio su FB rivolgendosi al padre : “Per me non sei Totò Riina, per me sei mio padre. Ti voglio bene”

Riina era al 41 bis dal 1993 e doveva scontare ben 26 ergastoli.

La terribile strage che porta il suo nome e che lo ha fatto conoscere più delle altre, è stata quella ai danni dei giudici Falcone e Borsellino dove persero la vita non solo i magistrati e la moglie di Falcone Teresa Morvillo, ma anche tutta la scorta tra cui la giovane agente di polizia Emanuela Loi di Sestu.

Riina aveva ancora un processo pendente, relativo a quella che è stata denominata la“Trattativa tra Stato e Mafia”.

Riina ha sempre mostrato un aspetto pacato ma la determinazione costante di non volersi “pentire”. Innumerevoli sono le stragi e gli efferati omicidi da lui attuati o commissionati durante la sua attività criminale, alla guida del clan dei feroci Corleonesi.

Malgrado il carcere e il 41bis il criminale è riuscito in qualche modo a mantenere lo status di boss. E’ di qualche mese fa la polemica che circondò la sua richiesta e quella dei familiari, di trasferimento dal carcere all’ospedale, per l’aggravamento delle sue condizioni di salute. La magistratura rigettò l’istanza proprio tenendo conto della pericolosità dell’individuo e della sua propensione a delinquere.

“Di fronte alla morte nessun commento”, ha detto il pm della Direzione nazionale antimafia Nino Di Matteo, da anni sotto scorta per le minacce ricevute proprio da Riina. 

 

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