Medicina umana, solidale, inclusiva: l’Università incontra Emergency
Protocollo d’intesa tra la facoltà presieduta da Gabriele Finco e l’associazione umanitaria che ha curato finora otto milioni di pazienti in mezzo mondo. “Un’opzione proficua per i nostri specializzandi”. Nell’aula rossa della Cittadella universitaria, l’intervento del pro rettore Francesco Marongiu: “Formiamo giovani medici pronti a qualsiasi sfida”
di Annalisa Pirastu
Ieri, lunedì 18 dicembre, dalle 14.30 alle 17, l’aula Rossa – Cittadella universitaria di Monserrato – ha ospitato l’evento “L’Università incontra Emergency”. Ai lavori hanno preso parte il pro rettore per le attività sanitarie, Francesco Marongiu, il presidente della facoltà di Medicina, Gabriele Finco, docenti, studenti e specializzandi. Il rettore dell’ateneo di Cagliari, Maria Del Zompo, il professor Finco e la presidente di Emergency ong onlus, Rosa Miccio, dopo aver collaborato nel corso degli anni facendo riferimento a una serie di Convenzioni, hanno siglato il primo protocollo d’intesa generale aperto ai circa 550 specializzandi di tutte le discipline delle Scuole della facoltà.
Esperienze cliniche e mediche di pregio. L’incontro è stato organizzato nell’ambito delle politiche di avvicinamento e di rafforzamento dell’ateneo e, in particolare, nel rafforzamento dei valori solidali, civici e di sensibilità umanitaria. Da qui, sotto la direzione di Gabriele Finco, presidente della facoltà di Medicina, il pomeriggio dedicato a studenti, specialisti, specializzandi, ricercatori e docenti. “L’Università di Cagliari incontra Emergency” ha determinato anche la firma di “un protocollo d’intesa che permette ai nostri specializzandi in tutte le discipline mediche di poter cogliere praticamente a costo zero, esperienze significative nei luoghi di assistenza, ospedali, ambulatori, cliniche e pronto soccorso che Emergency ha un po’ ovunque. Un segno forte nel percorso di rafforzamento delle relazioni della facoltà di medicina con l’associazione umanitaria” ha precisato il professor Finco. “L’intesa ci permette di offrire occasioni di crescita professionale e umana ai nostri allievi. D’altronde – rimarca il professor Marongiu – la politica di sviluppo dell’ateneo è basata anche sul pieno coinvolgimento nei vari contesti formativi. La didattica? In facoltà insegniamo da sempre il valore aggiunto di una medicina umanizzata, solidale e inclusiva. In sostanza, procediamo nel formare giovani medici pronti ad affrontare qualsiasi sfida”. L’intervento del pro rettore per le Attività sanitarie ha avuto per oggetto il “Centro trombosi al Salam centre: esempio di collaborazione con una società scientifica italiana”. L’iniziativa ha poi spaziato sui progetti Emergency (chirurgia, medicina, cardiochirurgia) e sul ruolo degli specializzandi. Tra gli intervenuti, Gina Portella (anestesista, coordinatrice divisione medica, Emergency), Luca Redaelli (infermiere, coordinatore divisione medica), Manuela Valenti (pediatra, responsabile divisione pediatria Emergency), Alessandra Napoleone (anestesista, Emergency) e Francesca Marras (specializzando Università Cagliari).
Emergency, qualche numero. L’associazione umanitaria fondata da Gino Strada ha all’attivo circa otto milioni di pazienti assistiti e curati. Quasi sempre, provenienti dalle guerre che insanguinano il pianeta. “Il 90 per cento dei feriti di guerra sono civili, e di questi due su dieci sono bambini: cifre che non si erano mai viste dalla Seconda guerra mondiale. E va tenuto presente che solo il 7 per cento degli assistiti sono feriti di guerra” ha detto Gina Portella in un’aula attenta e pervasa da un silenzio stordente. Cifre drammatiche, un motivo in più per applaudire e dare una mano. “Nel Panshir, in Afghanistan, abbiamo aperto un Centro maternità che conta già settecento parti al mese. Stiamo crescendo ma c’è bisogno di specializzandi in ostetricia e ginecologia. La nostra medicina è fondata sui diritti dell’uomo, come dice la Dichiarazione del 1948. La qualità e la dedizione deve far capo anche al concetto di responsabilità totale: lavorare e procedere con le autorità locali, per svariate ragioni, è un compito molto gravoso. Ma noi – ha concluso la dottoressa Portella – procediamo”.