Lo strano turismo della Sardegna…
A cura della redazione
Riceviamo da un operatore turistico di Villasimius una lettera aperta indirizzata al Consiglio regionale della Sardegna. Ritenendo fondate le argomentazioni abbiamo pensato di pubblicarla tale e quale nella speranza che gli “interessati” diano delle risposte:
Alla cortese attenzione del Consiglio Regionale della Sardegna
Nota relativa alla legge finanziaria regionale del 5 Dicembre 2017, in merito alla
sospensione dell’iscrizione al Registro Regionale per la Professione di Guida Turistica.
Mi presento in qualità di operatore turistico operante nella località di Villasimius nel settore
della ricettività ed attualmente Presidente del Consorzio dei Commercianti di Villasimius. In
quanto albergatore, sono ben consapevole dell’importanza dell’accoglienza, niente di
meno che una delle fasi iniziali del contatto con il turista. Aldilà di quest’ultima, gli
albergatori hanno anche il compito, con gran piacere, di informare adeguatamente e su
richiesta i turisti, in merito alle varie attrattive offerte dal territorio. Non di rado i visitatori,
sebbene a Villasimius per visitare in primis spiagge e mare, mostrano uno spiccato
interesse nei confronti della città di Cagliari e dintorni, unitamente alla volontà di visitarla
accompagnati da una guida turistica, spesso tuttavia è difficilmente reperibile, argomento
che mi piacerebbe illustrarvi e approfondire meglio.
A questo proposito, visto il suddetto interesse dei turisti nei confronti della nostra terra, in
relazione anche all’aspetto etnografico e culturale, nel 2014 decisi di partecipare ad un
corso propedeutico all’esame Regionale di Guida Turistica, organizzato da un’associazione
certificata, con l’intento in futuro, di poter realizzare un progetto nella zona di Villasimius.
Purtroppo, con grande rammarico, ho visto tale diritto svanire improvvisamente.
Ma consideriamo alcuni dettagli: in Sardegna ci sono 2700 le guide turistiche iscritte al
registro Regione Sardegna, ma quante di queste ad oggi operano attivamente nel suddetto
settore? Sono certo della vostra piena consapevolezza di tali informazioni, altrimenti non si
spiegherebbe facilmente (o almeno intuitivamente) quali siano le cause della drastica
decisione di bloccare esami ed iscrizioni al registro Regionale per le future guide turistiche.
Se così non fosse, ovvero ipotizzando che le guide operanti siano in numero nettamente
inferiore e constatato che i siti di interesse turistico in Sardegna (Nuraghe, siti archeologici,
naturalistici, storici, culturali, etc…) siano approssimativamente 15.000, come sarebbe
possibile l’adeguata gestione di un flusso turistico di entità sempre crescente (13 milioni di
presenze registrate nel 2017) da parte di un numero di guide in via di diminuzione? Infatti,
mentre sembra chiaro l’aumento delle presenze stimato per il 2018, altrettanto chiaro non
è quanto fatto dalla Regione, che sembrerebbe invece quasi limitare la crescita lavorativa
autonoma in questione. Chi potrebbe o dovrebbe trarre vantaggio da tale blocco? Ma
soprattutto: perché altre categorie che prevedano similmente esami Regionali con
conseguente rilascio di tesserini, patentini o diplomi, non ne sono state interessate?
Dall’ultimo esame di categoria svoltosi nel 2013 ad oggi, le varie associazioni a pieno titolo
di legge, hanno continuato a promuovere corsi propedeutici per poter essere ammessi
all’esame di Guida Turistica per un ammontare elevato di partecipanti allora confidenti
nell’ Art.5 della legge Regionale n.20 del 2006, punto 2°, in cui viene esplicitata la
possibilità anche a titolari di diploma di scuola media superiore, di entrare in possesso dei
requisiti d’esame e di poter professare a seguito del medesimo. Inoltre, considerando il
fatto che l’istituzione degli esami è prevista ogni due anni, per quale ragione nessuno è
stato ancora bandito dal 2013 fino ad oggi? Personalmente, trovo deplorevole che
l’assenza di un’adeguata organizzazione e legislazione in merito, abbia nutrito in vano le
speranze di chi, magari credendoci, abbia riversato attenzioni e risorse per potersi dedicare
interamente alla promozione della propria terra.
Pertanto, vi scrivo al fine comprendere concretamente il perché di tale privazione, di cui la
Regione stessa avrebbe potuto beneficiare. Perché il blocco non è stato posto al termine
dell’esame sostenuto nel 2013? Perché permettere che le associazioni da voi regolarmente
riconosciute continuassero ad emanare corsi idonei anche per i diplomati per poi illuderli?
In attesa di notizie e riposte concrete,
Cordiali Saluti
Massimo Serra