Le case campidanesi per invecchiare in salute.
di Annalisa Pirastu
E’ da tempo che la Sardegna viene studiata per il suo stile di vita che annovera un’elevata quantità di centenari. Un invecchiamento sano richiede un percorso salutistico composto di tanti fattori.
Il team scientifico della Comunità Mondiale della Longevità guidata da Roberto Pili ha pensato di utilizzare le case campidanesi con la loro tradizione di comunità, con l’idea di trasformarle in case-laboratorio pilota, per un invecchiamento gratificante.
Alle case campidanesi viene riconosciuto il ruolo di luogo dove sviluppare l’importante requisito per invecchiare bene fatto di relazioni e socialità. Il programma ideale abbina alle attività motorie anche momenti di tradizionale vita nei campi e la riscoperta della ritualità delle faccende domestiche.
Il Presidente della Comunità Mondiale della Longevità Roberto Pili ha realizzato a Ronco (Varese) che può contare 270 ultrasettantenni su una popolazione di 1700 abitanti, la conferenza “Casa Campidanese – I luoghi elettivi per l’invecchiamento attivo”, in collaborazione con Medicina Sociale, Fondazione di Sardegna, e con il patrocinio del Municipio di Ronco.
Con altri 13 comuni del comprensorio si formerebbe in Lombardia la “Cintura dei Comuni della Longevità”, partenariato nato nel 2015, per riunire realtà amministrative impegnate nella promozione dell’invecchiamento sano ed attivo.
Lo stile di vita di molti anziani è votato all’ obesità dovuta all’ iposedentarismo, che contribuisce allo sviluppo di malattie croniche e tumori che sono la piaga delle popolazioni del III millennio.
La casa campidanese, spogliata dal suo ruolo tradizionale di casa contadina per nuclei familiari allargati, si porrebbe invece nella nuova veste di luogo di agglomerato sociale della popolazione della terza età.