La laguna di Santa Gilla e i suoi tesori

di Roberta Manca

Pochi sanno che la laguna di Santa Gilla nei secoli ha rivestito un ruolo assai importante non solo per i cagliaritani. La città di Cagliari dovrebbe recuperare le sue origini “lagunari” e soprattutto valorizzare l’intero compendio.

La laguna di Santa Gilla è stata per troppo tempo trascurata. Infatti fino agli anni 70 l’area era ricca di colline di rifiuti, che si sviluppavano soprattutto da Giorgino in direzione la Playa, parallelamente alla sottile striscia di sabbia che delimita lo spazio lacustre da quello marino. Tutti rammenteranno il sorgere delle industrie il cui massiccio insediamento, unitamente agli stanziamenti residenziali, determinò gravi danni ambientali. Danni talmente gravi che negli anni’90 le autorità preposte emisero una serie di provvedimenti con i quali veniva vietava la pesca a causa del grave inquinamento arrecato a tutto il compendio.
Eppure nel XVII secolo circa 500 famiglie traevano sostentamento dalla pesca, che veniva abitualmente praticata nella laguna di Santa Gilla.
Ma la laguna di Santa Gilla non è, come alcuni potrebbero sospettare, soltanto un’area degradata. Anzi.
Lunga e strettamente legata alla città di Cagliari è la storia racchiusa nella laguna.Essa inizia nel neolitico, quando le nostre genti pur scheggiando la pietra solcavano la laguna utilizzando delle piroghe di giunco (tipo is Fassonis) ed edificavano il sito di Cuccuru Ibba (presso Macchiareddu).
Durante l’era punica i primi navigatori fondarono uno scalo merci in prossimità di Campo Scipione, cheimando lo scalo Krly e nei secoli della dominazione romana, Krly diventa Caralis; città che si affacciava sulla laguna proprio dal Viale Trieste e dalla Via Sant’Avendrace. Infine,si deve ricordare la rilevanza storica di Santa Igia, la mitica città giudicale, che venne rasa al suolo dai pisani nel 1258-1259 e di cui vi sono ancora delle significative vestigia affioranti in prossimità della rete ferroviaria e la Città Mercato di Santa Gilla e poi, ancora, “Su stani” ci racconta delle invasioni moresche, delle conquiste, delle battaglie, della peste e della siccità, di galeoni inabissatisi e dei francesi che tentarono lo sbarco in città.
Pensare che fu solo nel 1956, in piena era repubblicana, che venne abrogata una consuetudine medioevale: ” La IV Regia” ovverosia, l’obbligo per tutti coloro che entravano a pescare nella laguna di conferire la quarta parte del pescato.
Ancora oggi nella lingua, nella religiosità, nella cultura artistica, musicale, artigianale e gastronomica sono vive e presenti tante particolarità che trovano la loro origine all’interno del compendio lagunare di Santa Gilla.
Penso alle belle parole, ricche di profondi significati che, nel corso dei secoli tanti autorevoli viaggiatori, condottieri, uomini di cultura, personaggi illustri e uomini comuni, hanno rivolto allo stagno di Santa Gilla, restando affascinati dagli indimenticabili tramonti che, ancora oggi, si possono ammirare soprattutto affacciandosi dal Viale Buon Cammino dove si possono apprezzare, in tutta la loro grandezza e suggestiva profondità, dei veri spettacoli della natura. Rammento “La città del Sole” e “I giorni della Laguna” descritti magistralmente dall’Alziator, le stampe del secolo scorso dove, talvolta, sono ancora in parte visibili i resti delle antiche vestigia della Krly punica, della Karalis romana, della Santa Igia giudicale, come la chiesa di San Pietro, fino ad arrivare al nostro secolo quando la Cagliari “in” frequentava lo stabilimento balneare dei “fratelli Carboni” a Giorgino, oggi villaggio dei pescatori o quando i militari risiedevano presso la struttura padronale di Sant?Efisio in Giorgino, oggi divenuto monumento nazionale, grazie all’impegno dei suoi sensibili ed attenti proprietari che da tempo si stanno attivando per il recupero dell?intera struttura. E’ proprio vero: le nostre radici sono nell’acqua della laguna di Santa Gilla.

Per saperne di più: il Centro Servizi per il Volontariato “Ambiente Sardegna” ha realizzato uno studio divulgativo sul Compendio lagunare di Santa Gilla intitolato “Studio sull’ecosistema lagunare di Santa Gilla”, durato alcuni anni che, lungi dal voler rappresentare un punto di arrivo sulle ricerche e sugli studi, rappresenta pur sempre un?importante testimonianza e offre a tutti la possibilità di avere una visione globale di questa importante area da un punto di vista storico, ambientale e produttivo a cui non solo la città di Cagliari, ma anche tutta la Sardegna, deve sicuramente molto. La ricerca, pur avendo un taglio preminentemente storico, non tralascia di analizzare una serie di preziose considerazioni naturalistiche ed ambientali, etnografiche, produttive e sociali. Di particolare interesse sono le normative di riferimento emanate per la salvaguardia e valorizzazione del Compendio lagunare. Lo Studio sarà presto seguito da ulteriori approfondimenti tematici che svilupperanno, nello specifico, aspetti riguardanti il compendio di Santa Gilla ed in particolare la morfologia del territorio, la flora e la fauna, le tradizioni, le attività produttive, l’era giudicale. Peraltro, ci si augura che dalla lettura di questa ricerca possano scaturire una serie di notizie e di utili informazioni che possano aiutarci a conoscere questa importante zona umida che, per secoli, è stata ingiustamente trascurata e in molti casi deturpata dall’uomo.

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