Intervista a Rosanna Gosamo consulente nutrizionale vegana  e autrice di “Meglio Crudo” 

Meglio Crudo è un progetto nato nel 2013 in seguito ad  esperienze di vita dell’autrice, soprattutto dopo il suo  cambio di alimentazione verso il crudismo vegano

 di Antonio Tore

 Rosanna Gosamo una consulente  nutrizionale e autrice del libro “Meglio Crudo”, curatrice del sito www.megliocrudo.it, un progetto che è ormai al suo quinto anno di vita.

 Signora Gosamo, esattamente, cos’è “Meglio Crudo”?

Meglio Crudo è un progetto nato nel 2013 in seguito alle mie esperienze di vita, soprattutto dopo il mio cambio di alimentazione verso il crudismo vegano. Ero già orientata verso la scelta di non consumare carne ma, studiando ed aggiornandomi sempre di più, ho scoperto come un’alimentazione vegetale integrale sia nettamente più salutare rispetto ad una dieta onnivora. Da tutto questo sono scaturiti il libro, il blog e la pagina facebook (https://www.facebook.com/megliocrudo/).”

Che riscontri ha avuto con il cambio di alimentazione?

 Ho avuto solo miglioramenti: ho guarito una gastrite cronica pluridecennale, regolarizzato la pressione arteriosa e la colesterolemia, senza farmaci (me li avevano già prescritti con tanto di esenzione), regolarizzato un intestino che era stato definito “irritabile” fin da giovane età e scongiurato un’anemia da intossicazione di mercurio, dovuta a rimozione non protetta di amalgami dentali. E sono anche tornata al peso che avevo a 18 anni.”

Come si integrano i tre canali che ha creato e  cosa offre ai tuoi lettori?

“Il libro parla soprattutto di crudismo, dell’importanza di inserire più cibo crudo e vitale nella propria quotidianità e di come farlo. Il blog contiene articoli che riguardano la nutrizione in generale, ma anche altri aspetti del benessere totale, come il movimento fisico ed uno stato di pace interiore che può scaturire da un continuo lavoro su se stessi. La pagina Facebook nasce per portare il blog sui social, per condividere gli articoli, ma anche riflessioni di altri autori e filmati più o meno seri sul mondo animale e la scelta vegana.”

 Che preparazione ha per parlare di questi argomenti?

 Oltre alla mia esperienza personale e all’apprendimento come autodidatta, ho seguito numerosi corsi, tra i quali quello triennale di counseling umanistico. Ma, soprattutto, ho studiato e mi sono specializzata in Plant-based Nutrition (alimentazione integrale a base vegetale) con T. Colin Campbell, autore di The China Study, ricerca epidemiologica trentennale sull’alimentazione. Ho poi preso il Master internazionale in Nutrizione e Dietetica vegetariana (che comprende anche la scelta vegana).”

L’alimentazione è davvero così importante per la salute?

Uno dei concetti basilari che ho imparato sull’alimentazione è questo: è meglio per ciascuno di noi non sottovalutarne il potere. L’alimentazione può fare moltissimo per la nostra salute e cerco di diffondere questo messaggio tramite, appunto, il sito, ma anche con i corsi e le iniziative organizzati in collaborazione con l’Associazione Culturale “Sa Mammarosa” (www.samammarosa.it), che comprendono sempre una cospicua parte teorica perché, a mio parere, la consapevolezza è un ingrediente fondamentale delle nostre scelte.”

Ci sono regole o principi fondamentali da non sottovalutare se si segue un’alimentazione prevalentemente crudista?

Come principi fondamentali di un’alimentazione prevalentemente crudista, direi che si possono annoverare l’adeguata presenza di verdura a foglia verde e di frutta, la copertura del fabbisogno giornaliero di calorie, la cottura conservativa per quanto riguarda la frazione cotta, con cibi integrali, e l’attenzione all’apporto di grassi.”

Quanto è importante che i cibi derivino da agricoltura biologica?

È importante nella misura in cui riusciamo ad introdurre nel nostro corpo meno sostanze dannose, come pesticidi, concimi chimici, antimuffa, cere, ecc. Esiste anche il falso biologico, purtroppo. Infatti, a volte, è meglio comprare da un contadino di fiducia che sappiamo interessato ad una produzione naturale, anche se non certificata, che comprare dal supermarket le marche bio più gettonate, ma delle quali non si hanno riscontri diretti.”

Ha qualche consiglio in proposito?

“Esistono piante più soggette e meno soggette ai trattamenti. Quelle più resistenti non hanno bisogno di trattamenti aggressivi, quelle con buccia spessa e non edibile, se trattate con pesticidi esterni, preservano la polpa interna… bisogna valutare caso per caso e realtà per realtà. Esiste sul web una lista, aggiornata periodicamente, di alimenti vegetali più trattati (the dirty dozen) e di quelli meno trattati (the clean fifteen). Si può utilizzare per fare le nostre personali riflessioni e portarle nel nostro quotidiano.”

Mangiare crudo potrebbe risultare più dispendioso, ancor di più se biologico: qualche consiglio?

La “dispendiosità” del mangiare crudo dipende da ciò che si sceglie… se si mangia a chilometri zero, ciò che offre la nostra regione e/o il nostro Paese, con le dovute attenzioni tra bio e produzione naturale, non si spende poi così tanto rispetto ad una dieta onnivora tradizionale. C’è anche una certa parte di mercato che specula sulle scelte salutistiche; mi riferisco a cibi ritenuti “super” ai quali vengono attribuite proprietà eccezionali, ma spesso non veritiere o non così fondamentali… Mangiare è sostanzialmente semplice: più si semplifica, maggiormente ci si depura e meno si spende.”

Progetti futuri o un nuovo libro?

Un nuovo libro? Forse. Per la discussione finale del Master in nutrizione e dietetica ho portato una tesi sperimentale che ha coinvolto diversi pazienti onnivori del mio medico di famiglia, con patologie diagnosticate, che hanno accettato di provare un breve periodo di alimentazione vegetale con buona percentuale di crudo. I risultati sono stati entusiasmanti per quelli tra loro che hanno aderito almeno per l’80% al piano alimentare: colesterolo, uricemia, pressione arteriosa e indice di rischio cardiovascolare elevati “crollati” a valori normali in un paio di mesi, senza l’utilizzo di farmaci! Sto valutando il modo di portare ai lettori questa esperienza.”

 

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