Ingegneri: “Bene il mini deposito di gas a Cagliari”

Ingegneri cagliaritani: “Sì alla costruzione di un deposito di piccole dimensioni in grado di servire l’area metropolitana di Cagliari. No a soluzioni eccessivamente invasive sia dal punto di vista economico che ambientale. È necessario puntare sul trasporto criogenico per sfruttare da subito i vantaggi del Metano”

redazione

Gli ingegneri cagliaritani vedono con favore il progetto di un piccolo deposito in armonia con quanto previsto dal Piano energetico regionale: “Nell’immediato – sostiene Gaetano Nastasi, presidente OIC – occorre puntare su soluzioni efficaci e snelle, come appunto un sistema di piccoli depositi costieri di GNL, e sull’utilizzo della tecnologia criogenica per lo stoccaggio e il trasporto del gas su gomma, in modo da valorizzare prioritariamente le infrastrutture esistenti e utilizzare in maniera competitiva le reti di bacino cittadine già realizzate con grossi investimenti pubblici”.
Secondo i tecnici, è molto positiva la notizia dell’introduzione nella Rete Nazionale dei Gasdotti della dorsale sarda, importante passo in avanti per la realizzazione del progetto e per l’applicazione delle condizioni nazionali di mercato al Gas venduto in Sardegna.
Si tratta però di un annuncio che avrà ripercussioni positive a lungo termine: per utilizzare da subito il metano portato in Sardegna con le navi e attivare le reti di distribuzione esistenti è necessario puntare sulla tecnologia criogenica.
“Oltre alla riduzione dei costi energetici – spiega Nastasi –, sarebbe una svolta per favorire l’innovazione tecnologica con la diffusione dei sistemi di generazione distribuita, delle Smart Grid e delle tecnologie di gestione delle reti ad isola”.
In questo scenario la Sardegna potrebbe diventare una vera e propria officina: “Sull’Isola ci sono le risorse umane e le competenze, si pensi alle eccellenze nel settore ICT, al dipartimento DIEE di ingegneria di Cagliari e alla classe di professionisti che in questi anni ha specializzato. La Sardegna – conclude il presidente OIC – potrebbe essere il laboratorio italiano delle reti intelligenti” del terzo millennio».

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