In Sardegna legame tra turismo e artigianato: 1 impresa su 5 coinvolta nel mercato regionale dello svago e relax
Cibo, servizi, trasporti ma anche oggettistica e cultura. Matzutzi e Mameli (Confartigianato Sardegna): “Il turismo esperienziale per valorizzare il made in Sardegna e far percepire il “valore” del prodotto artigiano”.
di Alessio Atzeni
Quasi un quinto delle imprese artigiane della Sardegna è coinvolto, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale.
Sono ben 6.638 le piccole e medie realtà che si occupano di attività legate alle vacanze e allo svago. Dall’agroalimentare ai servizi turistici, dalla cura della persona alle attività ricreative, culturali e dell’intrattenimento, dai bar, caffè e pasticcerie alla somministrazione di alimenti e bevande, per arrivare ai trasporti, gestione di strutture ricettive e sportive ma anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature.
Grazie al trend positivo del turismo registrato anche quest’anno, per le realtà produttive cresce la domanda di beni e servizi generata dai 3 milioni di arrivi e 14milioni di presenze. Infatti, rispetto agli anni passati, la percentuale delle aziende che lavora con le vacanze è cresciuta dal 17,1% del 2013, passando al 18,4% del 2015, per arrivare al 18,8% di quest’anno. La percentuale rilevata nella nostra regione supera del 2,9% la media nazionale del 15,9%.
Lo rileva l’elaborazione dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI (fonte UnionCamere-InfoCamere 2018), sull’artigianato interessato dalle attività turistiche nell’isola, che sottolinea anche come queste rappresentino il 18,8% del totale delle imprese artigiane registrate negli albi.
A livello nazionale, la Sardegna occupa la sesta posizione dopo la Sicilia con il 22,2% e la Campania con il 21,2% seguite dalla Toscana con il 19,7%, Marche e Calabria con il 19,1%.
Tra le vecchie province della Sardegna, in testa quella di Cagliari con 2.656 imprese (interessato il 19,8% del totale delle imprese artigiane), segue Sassari 2.296 aziende (18,3%), poi Nuoro con 1.243 attività artigiane (19,4%) e, infine, Oristano con 443 (15,5%).
La nota negativa da registrare, secondo i dati Eurostat 2016, è data dal fatto che la nostra regione, con più di 14milioni di presenze, non sia nella Top 40 delle regioni europee con più presenze. In testa alla speciale classifica si trovano le Canarie con 102 milioni di presenze, seguite dalla Catalogna. In mezzo le italiane Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Bolzano e Trento. Al 40esimo posto, la regione francese di PoitouCharentes con oltre 15 milioni di presenze.
“In ogni caso i numeri continuano a dimostrare come artigianato e turismo siano molto più che complementari – affermano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, Presidente e Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – e come questi due elementi, fondamentali per la nostra economia, debbano essere promossi e venduti insieme”. “Stare al quinto posto nazionale non è più sufficiente – continuano Presidente e Segretario – è necessario entrare nei primi tre posti in Italia. Ciò lo si può fare continuando a investire e a fare promozione e, soprattutto, credendoci”.
“Dal 2014 a oggi, la crescita dei flussi in arrivo, seppur lenta, è stata costante – sottolineano Matzutzi e Mameli – così come quella della disponibilità economica dei nuclei famigliari. E’ questo il momento per intensificare gli sforzi e incrementare la competitività della nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del Made in Sardegna, quelle che hanno reso famosa la nostra isola nel mondo. E’ necessario, dunque, impegnarci a lavorare ancora più duramente per riguadagnare posizioni sul fronte dell’attrattività, dell’artigianato, dell’ambiente e della cultura, che rappresentano i motori della nostra economia”.
Per Confartigianato Sardegna è innegabile che turismo e artigiano non siano ancora usciti dalla crisi, sia a causa della riduzione dei consumi interni, sia per la concorrenza spietata delle altre nazioni e continenti che, in questi ultimi anni hanno investito molto su tutto ciò che poteva attrarre nuovi visitatori.
“Non possiamo cullarci sugli allori e pensare che, anche in futuro, la parola magica “Sardegna” continui a trasformare tutto in oro – riprendono Presidente e Segretario – dalle vacanze ai manufatti artigianali all’agroalimentare. E’ adesso che diviene necessario programmare, promuovere, combattere per rendere sempre più appetibile, e fruibile, la nostra terra”.
Per l’Associazione Artigiana è fondamentale, quindi, che le imprese amplino la loro offerta per mettere a disposizione del turista la più ampia gamma di prodotti e sensazioni, dall’eccellenza paesaggistica e culturale a quella produttiva. Per questo è necessario che quelle già coinvolte nel settore delle vacanze si inseriscano nel mercato del turismo esperienziale per valorizzare il made in Sardegna e far percepire il “valore” del prodotto artigiano.
“Questo tipo di turismo è indispensabile per soddisfare al meglio le nuove esigenze del turista moderno, sempre più alla ricerca della tipicità, di esperienze nuove, da vivere in prima persona e che solo una realtà artigiana può dargli – concludono Presidente e Segretario – quindi l’artigianato sardo deve, e dovrà, ricoprire sempre un ruolo di primo piano all’interno dello sviluppo strategico del turismo nell’Isola”.
L’artigianato potenzialmente interessato da attività turistiche nelle province (al primo trimestre 2018).
Imprese artigiane legate al Turismo | % su totale imprese artigiane della Sardegna | |
Cagliari | 2.656 | 19,8% |
Nuoro | 1.243 | 19,4% |
Oristano | 443 | 15,5% |
Sassari | 2.296 | 18,3% |
Sardegna | 6.638 | 18,8% |