Gli alberi di Cagliari

Pubblichiamo un comunicato del Consigliere Marcello Polastri, Presidente della Commissione Sicurezza e Patrimonio del Comune di Cagliari per stimolare una riflessione sull’importante tema

PENSIAMO AL BENESSERE DEL VERDE E NON A STERILI POLEMICHE PER FAR LEVA SULLA PANCIA DEI CAGLIARITANI

La VTA, per un Agronomo, è come l’allerta meteo per un Sindaco il quale, avendo ricevuto l’SOS per l’imminente pericolo, non agisce d’urgenza. D’altronde chi sbaglia pagherebbe e la verità, sul caso degli alberi, è che malconci e pericolosi, lo sono da molti anni e nessuno ha avuto il coraggio di spostarli in un ricovero.

“Gli alberi del Largo Carlo Felice e viale Buoncammino sono malati, per fortuna non tutti quelli presenti in citta, ma poco più di un’ottantina su 15.000 censiti e radiografati ad oggi, con il metodo di estrema precisione della Valutazione tecnica ambientale (VTA) la quale ha attestato di come alcuni alberi siano vuoti al loro interno, sono cavi, e al posto di godere della linfa, soffrono assai, perché sono tutt’altro che in forma ma hanno sofferto gli effetti di un incommensurabile menefreghismo.

È risaputo: le belle Jacarande di Cagliari sono preda di formiche e di infestazioni fungine, ci sarebbe da chiederci: perché non sono state trattate in passato e quindi, di recente, sono state definite  dagli agronomi, “irrecuperabili”? È come scattato un campanello d’allarme ed a cascata le sue conseguenze: la VTA ha definito alcuni alberi con gravità estrema, l’Agronomo ha dato l’ordine di abbattere, poi sarebbero stati sostituti ma ora c’è pressione dell’opinione pubblica. Che giustamente vuole sapere e va coinvolta dicendo che non è affatto vero, contrariamente alle accuse infondate degli oppositori al Comune di Cagliari, che ci sia chi vorrebbe la distruzione del verde cittadino.

“Chiunque, guardando gli alberi, penserebbe che  stiano bene ma poi a leggere gli atti vengono i brividi: infestati da funghi, incancreniti, pieni di gallerie create da formiche e parassiti. E soprattutto, crollano! Come accaduto 3 giorni fa”. “Posso capire – precisa Polastri  – che la voglia di deviare l’opinione pubblica sia irrefrenabile, ma la verità è che amiamo tutti la chioma verde della città, io per primo vorrei che non venisse sostituito alcun albero ma è un atto dovuto, e vorrei soprattutto vedere realizzata la foresta urbana che ho proposto per il viale Trieste, al posto delle immondizie dello  stallaggio Meloni” per la quale Polastri è primo firmatario di un ordine del giorno presentato un anno fa, ora nella scrivania del sindaco.

“Stiamo lavorando da più di un anno alla candidatura di Cagliari a Capitale Europea del verde, valutando i casi di intervento più urgente per la sicurezza, grazie alla mappatura e censimento delle piante. Però c’è chi, stando al PC anziché per strada come meC cerca di infangare contattando singoli blogger e media, mandando ovunque informazioni inesatte. Infatti dico ai più: occhio, verificate le fonti all’origine, gli agronomi in questo caso”.

È furente ma non lo vuole dare a vedere Polastri, “perché c’è chi mente sapendo di mentire” prosegue il presidente della Commissione Politiche per la sicurezza che per primo, tre settimane fa, ha sollevato, il caso delle piante da salvare e, nei casi più gravi abbattere, “per questioni di sicurezza”. 

“Sia chiaro una volta per tutte: non è una scelta politica, bensì un fattore tecnico che ha richiesto, di conseguenza, un atto necessario: gli agronomi hanno definito alcuni alberi con gravità estreme, e detto che pensanti tronchi o alberi, potrebbero collassare con Il forte vento o nei giorni seguenti, senza preavviso, su auto o persone. È già capitato per l’albero che da altre parti si è schiantato su una tenda causando morti. Un simile evento si è ripetuto anche da noi, per fortuna senza nefaste conseguenze, nei giorni scorsi a Cagliari, giornata nella quale organizzai la riunione della Commissione per illustrare con gli agronomi e l’assessore al verde Piroddi, nella piena trasparenza, cosa aveva in mente l’amministrazione per gli alberi pericolanti della città. Dicono che nessuno ha informato nessuno? Beh, io dico che mentono sapendo di mentire. Conservo i messaggi della convocazione trasmessi ai colleghi”.

C’e chi attacca per ideologia e senza studiare,  dunque, chi richiama l’attenzione degli ambientalisti i quali non mi pare abbiano letto gli atti degli agronomi, però si sono precipitati a chiamare la Soprintendenza che andrebbe invitata a occuparsi di verde con più attenzione, già negli anni passati, per tutelare i grandi alberi monumentali: sapranno quanti e quali stanno bene oppure no?

“L’ho detto in tutte le salse, a voce e per iscritto anche ai colleghi consiglieri d’opposizione, alle centinaia di persone che mi hanno chiamato al telefono e agli amici ambientalisti, anche io provengo dal mondo ambientalista: ci vorrebbe un miracolo per salvare le piante malate del Largo e di viale Buoncammino; mi appellerei a Sant’Agostino e se ci fosse anche a lui, a Fra Lorenzo, che avrei coinvolto se fosse ancora in vita ”.

Infatti, anche secondo gli agronomi, “quel famoso intervento divino narrato nel capitolo 4 dei promessi sposi a favore del noce, può ristabilirli” sostiene l’Agronomo Andrea Fenu, che ha ritenuto urgente dare l’ordine di abbattimento, ondi cavatura.

 In tal senso il consigliere Polastri ha chiesto “la cavatura, per cercare di estratte la pianta, radice per radice, e trasportarla al vivaio di Corongiu per un ricovero. Ma è operazione delicata e costosissima, in più se le radici fossero piene di funghi, sarebbe peggio. Ne deliberebbe – prosegue Polastri – che la formella che ospitava la pianta non sia adattata per ospitare le nuove Jacarande già acquistate dal comune”.

“In mancanza di un miracolo, comunque – conclude Polastri – il pericolo resta con le piante in queste condizioni, e di conseguenza, sempre per tutelare la salute e l’incolumità di persone e beni, siamo obbligati a cavarle, dunque trasferirle altrove, cercare di curarle, nei casi piu gravi, ad abbatterle. Pur non volendo, è necessario rendere sicuro lo spazio, oppure via auto e pedoni e bene, lasciamo le sole piante!”.

Infine una frecciata alla Soprintendente Maura Picciau: “la Soprintendenza dovrebbe leggersi   l’elenco aggiornato di tutte le piante pericolose poste sotto tutela, e agire per tutelare, e per evitare di tutelare in modo paradossale i RISCHI ESTREMI.

Non sarebbe così difficile: che la Soprintendenza chiesa ai Comuni di intervenire ovunque per porre in sicurezza gli alberi monumentali o, se si ammalano, la sicurezza dell’albero diventa insicurezza per i cittadini.

E ciò, in un mondo normale. Nel mondo alla rovescia invece sta succedendo il contrario. Per fortuna, i tecnici non si lasciano sviare e puntano dritti a togliere i pericoli finché c’è tempo. È come quando cadoni i cornicioni, i pompieri attendono l’ok?”.

La VTA per l’Agronomo è come l’alleata meteo per un sindaco il quale avendo ricevuto l’SoS per un imminente pericolo, non agisce d’urgenza. Ed in ogni caso, chi sbaglia, sarebbe tenuto a risponderne!

 Il bello è che – sostiene Marcello Polastri – scopriremo tutti che gli alberi hanno un’anima, una energia, e in quanto tali li ameremo di più. Ne sono certo, anche se non possono parlare perché la loro voce è sempre lei, la cosiddetta VTA ”.

Approfondimento

Non c’è altra soluzione. Ciò in quanto un un’albero compromesso non è più in grado di opporsi alla forza del vento, che in fisica si chiama carico, e oltre una certa sollecitazione schianta.

Gli Agronomi usano questo termine “crudo”, perché un un’albero sollecitato dal vento anziché adagiarsi dolcemente,  con tutta la forza inerziale che deriva dalla sua massa, dai 3000 ai 15000 kg, cade con violenza. Come una fionda gigante che sbaglia una chioma da 3-6 metri d’altezza!

Le conseguenze sono facilmente intuibili. Fino ad oggi l’uomo nulla poteva contro la forza bruta della natura; oggi però grazie alle VTA può giocare d’anticipo. Le VTA sono le Valutazioni Tecniche Ambientali.

Non ci sono esperti botanici che tengano, perché solo i dottori Agronomi sono coloro che della pianta conoscono a menadito tutto: radici, fusto, chioma, la radiografano e scansiscono con sistemi speciali e tecnologie di ultimissima generazione e non sono affatto Attila, ma la cura, dopo la diagnosi, e l’intervento chirurgico pure.

Riguardo alla sostituzione delle piante nel Largo, comunque, questo è un fatto certo. Gli alberi sono stati ordinati, per buona prassi agronomica verranno posti a dimora in autunno, con clima favorevole, dopo che gli agronomi diranno che il suolo è stato bonificato.

Chiaramente, per poter sostituire gli alberi abbattuti verranno infatti rimosse le cosiddette ceppaie. Una operazione costosissima ma obbligata. D’altronde Cagliari è piena di ceppi come “mozziconi di colonne pericolose e brutte a vedersi – afferma Polastri – e sono il regalo a questa Giunta che si è insediata un anno fa trovando un deserto di piante tagliare. Perché se dovessimo contare quanti alberi hanno tagliato rideremo pure… ”. Alcuni alberi sofferenti, sia chiaro, non verranno rimessi nello stesso locus in quanto inadatto. 

“Il fatto che abbiamo sbagliato allora non ci deve spingere, mossi dall’opinione pubblica male informata, a ripetere l’errore” sostiene l’Agronomo Andrea Fenu: “Gli alberi sul lato destro di via Giussani  non ci facevano nulla; impedivano la camminata sul marciapiede e in caso di caduta avrebbero occupato tutta la strada”.

Ed è qui che Polastri interviene anche per la sua competenza di commissione, quella al Patrimonio:

“Nel rispetto del bilancio arboreo verranno sistemati in modo tale da non creare più problemi, laddove dovessero diventare grandi alberi. Ed in ultimo – conclude Polastri – allo stato attuale potrei chiedere di fermare gli abbattimenti ma così scoppierebbe il caos, precludendo al traffico veicolare le zone pericolose: 80 settori della città con alberi considerati cadenti.  Ma sia chiaro: andrebbe recintata un’intera area di almeno 100 metri quadrati per ciascun albero. Perché bisogna mettere in sicurezza anche i beni delle persone e quelli pubblici. In mancanza di questi elementi, per una questione di sicurezza è necessario eliminare i pericoli, anche potenziali”.

Infine, la domanda casomai è la seguente: quando parte l’allerta  chi ha il potere di bloccarla?

Semplice, il venir meno di ciò che l’ha causata. Quindi, o il politico ci dice che vieta il traffico e mette in sicurezza tutte le aree in cui si trovano alberi  compromessi, oppure bisogna levare il pericolo attraverso gli abbattimenti cui seguiranno le nuove nuove piantumazioni. Terreni inquinato permettendo, e ok degli agronomi”.

Per Maggiori info: http://www.esplorasardegna.it

Marcello Polastri

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