“Fatti e Opinioni”: L’inglese oggi non è più un optional ma  una vera necessità

Come diffusione nazionale peggio di noi (e dei nostri politici), in Europa, solo la Francia. L’Inglese però bisogna veramente conoscerlo perché è diventato necessario  anche per capirci fra noi Italiani.

 di Annalisa Pirastu

Oggi l’Inglese non è più un optional per trovare lavoro o per ampliare gli orizzonti, ma una vera necessità. Peggio di noi (e dei nostri politici), in Europa, solo la Francia. L’Inglese però bisogna veramente conoscerlo perché è diventato un must anche per capirci fra noi Italiani. Mamma che barba leggere o sentir dire che l’inglese serve per questo o per quello. Lo sappiamo. Tuttavia impararlo pare che sia un po’ come il dimagrire. Il desiderio di farlo c’è ma sembra più difficile del previsto, tanto che dopo anni di false partenze si lascia perdere.

Eppure tutti abbiamo imparato a usare  la tecnologia, seppure a  diversi livelli di expertise. Dispiace dirlo a quelli che ancora non hanno imparato l’inglese, ma è proprio il binomio inscindibile tra tecnologia e inglese, che comincia a creare  problemi, persino nella comunicazione tra noi Italiani.

La prendo larga : le Iene in Tv hanno creato degli incontri tra celebrità e persone che le insultano su Facebook. Queste persone sono state denominate dal web, “Haters” cioè odiatori. Gli odiatori come categoria nascono solo dal web e nascono già marchiati in Inglese.  Ma le Iene (come tutti gli Italiani che non conoscono l’ inglese) le chiamano EITERS stemperando persino la t in una d, come da pronuncia americana, ma senza l’acca. Impossibile per chi conosce l’inglese e li sente per la prima volta, capire di chi parlano

Suggerire a qualcuno di andare sulla om di un sito,  come se fosse un seguace di Osho, non è comprensibile per un italiano che conosce l’inglese. La parola è home, con l’acca. Un suono completamente diverso. Persino nei  Macdonald’s “de noartri”, bisogna farsi ripetere due volte la parola Appimil prima di afferrare che stanno parlando di un Happy Meal, perché la frettolosa pronuncia italiana, per giunta rigorosamente senza acca, non somiglia per niente all’ Happy Meal inglese che vorreste ordinare.

Gli esempi si sprecano. La televisione di non “E’ mai troppo tardi”, il programma che educava all’alfabetismo gli anziani poco letterati, non esiste più, ora c’è la tv commerciale, il cui unico scopo è venderci qualcosa, ma continuare a dire FRUIT o JUICE nelle pubblicità pronunciando la I, è veramente “un uso criminoso della tv”.

Consolatevi cari amici, non è dunque tutta colpa vostra se non sapete l’inglese, e tuttavia fatevi furbi. Molti popoli a noi vicini, come gli Albanesi per esempio, hanno imparato l’italiano guardando la TV. Su Internet c’è di tutto per aiutarvi. Non credete a chi dice che è difficile imparare l’inglese. Si impara step by step, come tutto, senza aspirare a diventare subito “fluent”. L’inglese è tutto intorno a noi. Ci vuole una volontà di ferro per NON impararne almeno un po’.

 

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