Desertificazione: visita di Audit della Corte dei Conti Europea
Avanza la desertificazione secondo il monitoraggio dell’Audit. A rischio anche la Sardegna, regione vulnerabile. L’assessora Spano nella sua relazione illustra le buone prassi messe in atto per l’isola.
di Annalisa Pirastu
“Parlare di contrasto alla desertificazione è una fondamentale questione di sviluppo economico per la Sardegna, tra le regioni più vulnerabili. Per questo motivo la Giunta è impegnata su tutti i livelli nella lotta al fenomeno e monitoriamo la vulnerabilità del rischio di desertificazione su una cartografia aggiornata da Arpas nel 2014. Gli uffici del mio assessorato hanno quindi inserito la Carta della sensibilità alla desertificazione all’interno del Sira, il Sistema informativo regionale ambientale, in quanto è essenziale per tutta la pianificazione territoriale. Siamo molto attivi nella prevenzione agli incendi, tanto che la Sardegna è stata riconosciuta come caso di eccellenza in Italia e, nell’ottica dei cambiamenti climatici, abbiamo puntato molto anche sulla nuova legge forestale, prevedendo la pianificazione e la programmazione forestale per arginare la deforestazione”.
Lo afferma Donatella Spano, assessora della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna e coordinatrice della Commissione Ambiente ed Energia nella Conferenza delle Regioni. L’assessora ha inviato una lunga relazione in occasione della visita di audit in Italia della Corte dei Conti europea, sul rischio di desertificazione nell’Unione europea.
All’incontro di oggi, al Ministero dell’Ambiente, hanno partecipato Alberto Piras, direttore dell’Adis, l’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, e Giuseppe Bianco, direttore del Dipartimento Meteo Climatico dell’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
La Regione Sardegna, si evince dalla relazione, si è dotata di strumenti per contrastare la desertificazione.
“Vigiliamo su diversi punti, dal monitoraggio delle zone a rischio, al contrasto all’erosione costiera con 14,5 milioni di euro in 11 Comuni sardi sino alle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici – spiega l’assessora Spano – Abbiamo definito alcune buone pratiche e lavoriamo bene anche nella Cabina di Regia regionale, istituita nel 2016 per garantire una procedura unitaria e coordinata di previsione, monitoraggio e controllo delle disponibilità e delle utilizzazioni idriche. La nostra Protezione civile è andata in soccorso ad animali o persone in caso di calamità naturale per siccità dichiarata e si è dotata di una piattaforma informatica per meglio gestire gli interventi dopo che la Direzione generale dell’Adis le ha attribuito il ruolo di pianificare la fornitura di acqua potabile agli enti richiedenti”.
Riveste sempre maggiore importanza l’argomento clima strettamente legato alla desertificazione.
“Stiamo marciando senza sosta per le migliori strategie di adattamento al clima”, puntualizza l’assessora Spano, ricordando come le proiezioni climatiche per l’isola mostrini un aumento della temperatura rispetto al passato e una diminuzione della media annuale delle precipitazioni.
“I cambiamenti delle condizioni climatiche interessano settori chiave per l’economia sarda, come agricoltura e turismo, perché possono alterare la produttività agricola, in termini di quantità e qualità dei prodotti, l’approvvigionamento idrico e il regime idrologico, con implicazioni per la disponibilità delle risorse idriche. La Sardegna – conclude – è regione capofila al Tavolo interregionale sull’adattamento e continueremo secondo l’approccio definito in quanto è necessario che le politiche regionali e locali producano pianificazioni e programmazioni coerenti con i documenti strategici nazionali, ossia la Strategia e il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”.