Cagliari: l’incontro – dibattito su “L’inclusione come frontiera della disabilità”
Interverranno ricercatori dal team scientifico della Comunità Mondiale della Longevità e alcuni studiosi della Facoltà di Riqualificazione Professionale dell’Università Pedagogica di Minsk – Biellorussia
redazione
L’ handicap come condizione di svantaggio in conseguenza di una menomazione, la disabilità come limitazione a ricoprire il ruolo normalmente proprio di una persona, ma soprattutto un nuovo modo di guardare alla disabilità secondo un approccio bio-psico-sociale.
Si articolerà attorno a questi temi e in particolare al cambiamento di prospettiva nella definizione e nella percezione della disabilità, l’incontro – dibattito tra ricercatori dal team scientifico della Comunità Mondiale della Longevità e alcuni studiosi della Facoltà di Riqualificazione Professionale dell’Università Pedagogica di Minsk, Repubblica Bielorussa, in programma mercoledì 29 novembre dalle ore 9,30 alle ore 12 nella Sala di Via Platone 1/3 a Cagliari.
“La disabilità rappresenta l‘oggettivazione della menomazione e come tale riflette disturbi a livello della persona – sottolinea Roberto Pili – inoltre l’inabilità si può riferire a capacità funzionali estrinsecate attraverso atti e comportamenti che costituiscono aspetti essenziali della vita di ogni giorno. Ma la grande innovazione è un approccio bio-psico-sociale all’handicap, questo si basa sull‘idea che ogni essere umano, in un determinato momento della vita, può trovarsi a vivere una condizione di salute che, in un ambiente negativo, diventa un’invalidità”.
Questa nuova visione si basa sul cambiamento dal modello biomedico al modello bio-psicosociale, fino a qualche decennio fa, la disabilità era basata sul modello biomedico, in base a questo il corpo umano era assimilato a una macchina: basta comprenderne il funzionamento e nel momento in cui si rompe lo si ripara. La persona con disabilità, era considerata alla pari di un meccanismo rotto o mal funzionante. La prospettiva da cui si osservava la realtà era focalizzata sulla malattia, non sulla persona.
“L’approccio biopsicosociale è basato sul rispetto dei diritti umani – conclude il Presidente della Comunità Mondiale – è un modello incentrato sull‘interazione fra funzioni corporee, strutture, attività, partecipazione e fattori ambientali. Questo deciso cambiamento di prospettiva nella definizione e nella percezione della disabilità è determinato dal fatto che il focus trasla dalle cause della disabilità, al reale impatto sulle attività dell‘individuo. In quest‘ottica, la disabilità si configura come l‘interazione fra una società non inclusiva e un individuo, fra le sue condizioni di salute e i fattori ambientali.”
All’incontro promosso dalla Comunità Mondiale della Longevità guidata da Roberto Pili con la collaborazione dell’IERFOP Onlus e il Consolato in Sardegna della Repubblica Bielorussa intervengono: Ina Karakulka, Preside della Facoltà di Riqualificazione Professionale, Istituto di Formazione e Riqualificazione dell’Università Pedagogica di Minsk, Repubblica Bielorussa, Inna Petrashevich, Capo del Dipartimento di Andragogia della Facoltà Riqualificazione Professionale, Istituto di Formazione e Riqualificazione dell’Università Pedagogica di Minsk, Yuliya Kaliaha, Presidente Centro Educativo Bielorusso-Italiano dell’Università Pedagogica di Minsk, Veranika Radyhina, vice direttore per la Scienza Istituto di Formazione e riqualificazione dell’Università Pedagogica di Minsk, Andrea Loviselli – Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze Motorie, Università di Cagliari, Ignazio Argiolas – coordinamento scientifico della CML, Luigi Salis e Gianguido Marzi – TigersParalympic Sport.