Boeri: “Periodo di controllo sanitario 7 ore per tutti”
Per il presidente dell’Inps i controlli sanitari per i lavoratori dipendenti dovrebbero essere uguali per pubblico e privato e di “Almeno sette ore per tutti”
di Antonio Tore
Il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, intervenendo ad un convegno alla Camera dei Deputati, in cui è stata presentata la ricerca “Domiciliarità”, ha espresso l’opinione che le fasce di reperibilità in caso di controlli sanitari nei confronti dei lavoratori dipendenti dovrebbero essere uguali per pubblico e privato ed essere “almeno di sette ore per tutti”.
“In questo modo – ha detto Boeri – si potrebbero ridurre le spese e gestire al meglio i medici e svolgere i controlli in modo efficiente”.
Al momento, secondo le norme in vigore, le fasce di reperibilità prevedono 4 ore giornaliere (10-12 e 17-19) per i lavoratori privati e 7 ore per quelli pubblici (9-13 e 15-18).
“L’istituto è pronto ad assumersi queste nuove responsabilità, ma per farlo ci occorrono delle risorse aggiuntive”, ha spiegato Boeri, riferendosi alla parte del decreto Madia che prevede un polo unico per le visite fiscali. Attualmente, infatti, l’Inps effettua le visite fiscali soltanto per i privati, mentre per i dipendenti statali dei controlli se ne occupavano le Asl. Con l’approvazione del decreto Madia, l’Inps sarebbe l’unico soggetto a cui spetta l’espletamento delle visite fiscali.
“Sarebbe molto importante se potessimo anche organizzare meglio, ottimizzare il tempo dei medici. “Su questo terreno del monitoraggio delle assenze per malattia, posso garantire che nei prossimi mesi il nostro istituto sarà attivo”, ha concluso Boeri.
In mattina il presidente era intervenuto anche sullo stile di vita dei pensionati. “Stiamo conducendo una battaglia culturale per un ‘invecchiamento attivo’, ovvero per avere dei pensionati che mantengono un ruolo attivo nella società che consente anche di prevenire molte malattie psichiche diffuse in età avanzata. Boeri ha quindi evidenziato “il forte legame esistente tra protezione sociale e salute”, osservando che “gli straordinari progressi fatti dalla medicina consentono oggi di contrastare una serie di malattie, soprattutto oncologiche, allungando così la vita”. Per questo motivo, ha concluso il presidente dell’Inps, “siamo impegnati per collegare la pensione a un ruolo attivo, per esempio nel mondo dell’associazionismo”.
“La grande sfida dei prossimi decenni in Italia sarà quella sulla non autosufficienza”, ha detto Boeri.
“Secondo le nostre stime – ha spiegato – la spesa per la non autosufficienza è destinata a passare dal -2% del Pil a sopra il 3%. Potremo dunque affrontare questa sfida non soltanto chiedendo non solamente un contributo maggiore ai lavoratori e agli stessi pensionati, ma anche riuscendo a razionalizzare molti aspetti dell’assistenza”.
Boeri chiede, in sostanza, di introdurre nel lavoro privato la contribuzione obbligatoria per sostenere le politiche a sostegno della non autosufficenza. Secondo il Presidente, la contribuzione andrebbe estesa “a tutti, anche ai pensionati, come avviene in Germania”.
Boeri ha sottolineato, infine, che “in un momento in cui si discute di ridurre i contributi obbligatori previdenziali, occorre domandarsi se non valga la pena di pensare ad una contribuzione obbligatoria e trasparente per la non autosufficienza”, che esiste già nella misura dello 0,35% nel settore pubblico. Nel settore privato – ha concluso Boeri – la questione andrebbe demandata alla contrattazione collettiva, perchè “non ci può essere un’adesione volontaria” a titolo individuale.