Auguri Sardegna!
di Roberta Manca
I collegamenti e i trasporti interni e da e per la Sardegna risultano essere forse la vera causa del disagio socio economico e dei tanti disservizi in cui da tempo immemorabile vive la Sardegna con buona pace della “Continuità territoriale”, principio per il quale si sono spesi solo fiumi di parole.
Il nuovo anno è oramai alle porte e come è consuetudine questo è il tempo di consuntivi e di previsioni.
Ma cosa dire per l’anno che sta per concludersi?
Troppo complesso e difficile sarebbe contesualizzare il “vissuto” della Sardegna in un contesto globale fra postumi pandemici, guerre, siccità, alluvioni, problematiche energetiche, violenze, diritti negati e mondiali di calcio.
Forse sarebbe più semplice, anche se non troppo, cercare di parlare della nostra isola ”Quasi un continente”, tanto cara a Marcello Serra o “il Continente mancato”, di cui tutti noi siamo espressione.
Se osserviamo attentamente le problematiche della Sardegna notiamo che molti dei nostri problemi sono causati dalla “discontinuità territoriale”e “piaga dei collegamenti”, infatti basta fermarsi solo un attimo per capire quanto l’elevato costo e i reiterati disservizi dei collegamenti, danneggino la Sardegna. Tale situazione, da tempo immemorabile, rende le cose non facili a tutti.
Le soluzioni che passano necessariamente attraverso le azioni politiche non sembrano vicine e anno dopo anno si continua a rimandare la soluzione di un grande, irrisolto e storico problema: “i trasporti da e per la Sardegna”, per non parlare poi della rete dei collegamenti interni della Sardegna, reti stradali e quant’altro. Altro dolorosissimo problema che provoca annualmente centinaia di incidenti e disservizi.
Per la verità delle misure vengono periodicamente adottate, ma le “pezze” che vengono praticate, da tutte le coalizioni politiche che in questi anni hanno governato la Sardegna, non durano nel tempo e creano in tutti un profondo senso di precarietà e di impotenza.
Insomma la continuità territoriale sempre più uno slogan elettorale che un preciso obiettivo da raggiungere.
Pensate ad esempio a un imprenditore che voglia promuovere la vendita di pacchetti turistici o commercializzare dei prodotti, manufatti o semilavorati della Sardegna e che necessiti di collegamenti, con dati e date certe. Come fa a organizzare il proprio lavoro se la situazione è questa? Infatti molti operatori turistici di fronte a questi problemi adottano la soluzione di cambiare destinazione con Sicilia, Baleari, Malta, Porto, Cipro, Djerba dove da sempre vi sono delle maggiori garanzie in questo senso, con gravissime perdite in termini economici.
Altro problema è il traffico merci, molte delle quali dovrebbero transitare via mare. E la Sardegna che fa? Mentre vi sono dei segnali positivi per Olbia e Portotorres per Cagliari , con il suo strategico Porto Canale, la situazione è drammatica, perché il traffico merci è praticamente inesistente.
La città di Cagliari e la Sardegna tutta, anziché potenziare i collegamenti con in nord africa e il medio oriente, anche in considerazione della sua posizione geografica, decenni fa le Istituzioni non hanno impedito che i collegamenti settimanali con Tunisi venissero soppressi. Basti pensare che in sole 6 ore di traversata da Cagliari a Tunisi si potevano trasportare persone e merci. A tale proposito sorge una domanda: Perché se voglio operare in questi Paesi via mare devo passare da Genova, Livorno, Salerno o Trapani? Peraltro tale ragionamento vale anche per i trasporti aerei
In questo modo non si aiuta di certo la Sardegna a ritrovare quella centralità mediterranea che per secoli ha avuto.
Alla luce di quanto accade non ci sembra neppure tollerabile che un volo Cagliari Roma o Cagliari Milano spesso costi più di un volo intercontinentale e ci sembra cosa ancora più vergognosa che i voli in continuità territoriale siano davvero pochi, quando ci sono.
Insomma cambiano le compagnie e gli Assessori ma i problemi restano. Questo significa forse che le Istituzioni più che a pensare al reale benessere dei sardi, pensano a salvaguardare assetti di partito e di coalizione.
Per la verità oltre a quanto esposto si aggiungono anche altri problemi e per citarne qualcuno…
-Perché la Regione Sardegna non impone allo Stato centrale una fiscalizzazione di questi oneri per i Sardi, ma non solo?
-Perché alla U.E. non viene presentata nella sua drammaticità e in modo unitario la situazione in cui versa la Sardegna?
-Perché il porto canale di Cagliari non decolla?
-Perché la Sardegna non ha un’autostrada e neppure una linea ferroviaria a doppio binario così come è nel resto dell’Italia?
-Perché in Sardegna la rete dei collegamenti stradali è così penosa e i lavori di rifacimento durano sempre mesi se non anni?
Alla luce dei fatti non è giusto che altre isole del bacino Mediterraneo beneficino di agevolazioni che la Sardegna non ha e che non riesce a ottenere per via della incapacità politica delle sue Istituzioni.
Quanto alle previsioni non resta che augurarci che i cittadini si rendano conto della grave e intollerabile situazione in cui vivono e che, attraverso una massiccia opera di sensibilizzazione “super partes”, riescano a ottenere in tempi brevi quelle risposte che da tempo tutti attendono.
Auguri Sardegna!