Allarme rosso per l’artigianato in Sardegna: chiuse nel 2016 541 imprese
Sono 36.346 le imprese artigiane in Sardegna, 541 in meno (-1,5%) rispetto al 2015 e 6.672 in meno rispetto all’anno boom del 2008. Nel 2016 Sono state 1.674 le nuove iscrizioni e 2.215 le cessazioni
di Sergio Atzeni
I dati sono stati diramati da Movimprese-Unioncamere, che ha analizzato l’andamento delle imprese italiane e della Sardegna nel 2016, che certificano il permanente stato di crisi del comparto artigiano sardo.
“E’ passato un altro anno di calo anziché dell’auspicata ripresa e, in Sardegna, mancano all’appello altre cinquecentoquarantun imprese artigiane – commenta la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – per trovare una platea di imprese così “esigua” nel nostro territorio bisogna tornare con le lancette agli anni 90”.
A livello provinciale, ancora pesante la situazione a Cagliari, con un saldo di -196 imprese, seguita da Sassari con -168 e Nuoro con -144. In “assestamento”, invece, Oristano, con un saldo di -63 imprese.
A livello nazionale tutte le regioni presentano un bilancio negativo tra iscrizioni e cessazioni: la Sardegna, con il suo -1,4%, si classifica al 10 posto tra quelle con il minor calo di imprese registrato. La situazione peggiore nelle Marche (-2,3) e in Puglia (-2,2%) mentre quella “migliore” in Trentino con un calo solo dello 0,4%. Il tutto con una media nazionale del -1,4%.
“Il dato di una inversione di tendenza, che segnalammo alla fine del terzo trimestre 2016 – continua la Folchetti – purtroppo si è rivelato troppo debole per trascinare una ripresa che potesse coinvolgere l’intero anno”. In quel trimestre i numeri parlavano di una crescita regionale (saldo aperture-chiusure) di +27 imprese (+0,07%) contro il -429 del primo trimestre e il -59 del secondo.
La contrazione delle imprese artigiane sarde dipende sempre più dalla crisi che stanno affrontando le aziende del comparto edile calate, nel corso degli ultimi 12 mesi, del -2,1% pari a – 297 unità, più della metà del totale. Anche il manifatturiero, settore più esposto alle trasformazioni imposte dalla globalizzazione dei mercati, continua a perdere imprese -2%.