Accordo Tiscali Fastweb. Cgil: da rivedere

 

di Annalisa Pirastu

Cresce con il passare dei giorni la preoccupazione dei lavoratori
Tiscali che, insieme a Cgil e Slc, chiedono che la  situazione attuale venga
rivalutata. Sollecitano una presa di posizione  della
Regione e di tutte le istituzioni sul territorio con l’obiettivo di
presentarsi al Ministero con una posizione forte e unitaria.

La richiesta è motivata da un dato di fatto emerso più chiaramente
di recente. L’accordo sulla vendita delle frequenze Tiscali a Fastweb
sottrae all’azienda di Sa Illetta la parte in prospettiva più
redditizia. Inoltre il prezzo è decisamente sottostimato rispetto al valore di
frequenze simili definito dall’asta nazionale, più alto delle
previsioni dello stesso governo.

“E’ inaccettabile che l’azienda venga svalutata in questo modo – si
legge in una nota Cgil e Slc – dalla classe politica ci aspettiamo un
segnale netto per impedire che venga disperso un patrimonio di
competenze costruite in tanti anni di lavoro in questo territorio”.

Sono 650 i lavoratori di Tiscali, ai quali si aggiungono i 150
del ramo in affitto a Engineering e un numero cospicuo di lavoratori
dell’indotto.  E sono solo 35 i lavoratori direttamente impegnati
nelle 836 torri legate alle frequenze che vedono salvaguardato con
certezza il loro posto di lavoro.

La Cgil aveva espresso da subito perplessità sull’operazione con
Fastweb perché non sembrava fornire le garanzie dovute e lasciava
irrisolto il tema del rilancio di Tiscali. Tema tuttora incerto per
l’assenza di un serio piano industriale.

“La nostra organizzazione –si legge nel comunicato – ha guardato alle operazioni verso l’esterno
senza pregiudizi e come possibilità per evitare un tracollo
finanziario con conseguenze drammatiche sui lavoratori ma di certo la
situazione non potrà risolversi con accordi al ribasso se questi
rischiano di affossare definitivamente il futuro dell’azienda”.

Da qui l’appello del sindacato a tutte le forze politiche e istituzionali
della Sardegna affinché facciano le dovute pressioni anche sul governo
nazionale per trovare una via d’uscita alla situazione.

 

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