Accadde a Cagliari: Ostaggi di guerra.
di Massimo Dotta
Tra i vari fatti curiosi che fanno parte della storia di Cagliari, uno ha riguardato degli ostaggi di guerra francesi e turchi, temporaneamente costretti a non lasciare la città. Che non si offenda nessuno per questa domanda che sembra svilire il livello di conoscenza storica dei nostri lettori, ma realmente quanti di voi si ricordano della guerra italo-turca (nota in italiano anche come guerra di Libia, impresa di Libia o campagna di Libia ed in turco come Trablusgarp Savaşı, ossia Guerra di Tripolitania) che fu combattuta tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912 dal Regno d’Italia contro l’Impero ottomano?
In quella occasione l’Italia, in piena febbre da colonialismo, invase le due province ottomane che nel 1934, avrebbero costituito la Libia, e le isole del Dodecaneso nell’Egeo.
Esattamente nel 1912, successe che a Cagliari vennero tenuti in ostaggio un gruppo di cittadini francesi e turchi assieme alle navi sulle quali viaggiavano: il Carthage e il Manouba. Un evento che rischiò di creare un’incidente diplomatico con la Francia che poteva avere pesanti conseguenze, ma alla fine tutto si risolse abbastanza bene.
Tutto questo accadde perché durante il conflitto, in tutto il Mediterraneo, si era sviluppato un sistema di contrabbando, con navi che trasportavano carichi in favore dei turchi in Libia, e spesso questi carichi erano armamenti. Un esempio classico è quello del sequestro dell’Odessa, un piroscafo che venne fermato poco prima di raggiungere la Libia. Durante l’ispezione vennero trovati a bordo 24 pezzi d’artiglieria mista, numerose mitragliatrici, fucili Mauser, munizioni, granate e materiale radiotelegrafico; sicuramente non un carico mercantile.
E così le attività di controspionaggio della Regia Marina Italiana si intensificarono insieme ai pattugliamenti sulle principali rotte commerciali per cercare di porre un argine a questo flusso ovviamente non gradito ai nostri.
I primi giorni di gennaio 1912 l’intelligence della Marina ricevette la “soffiata” che sulla nave francese Carthage, in porto a Marsiglia e pronta a salpare, erano imbarcati addirittura un aereo e un pilota, che avrebbero dovuto combattere al servizio delle forze ottomane in Libia. Il comando inviò velocemente l’incrociatore Agordat ad intercettare il Carthage, che essendo un mercantile venne facilmente raggiunto e bloccato. A bordo si trovò l’aereoplano e le fonti riportano che la nave venne quindi scortata e trattenuta a Cagliari con tutto il suo equipaggio.
I passeggeri vennero mantenuti a bordo della nave, ormeggiata nel porto della città e guardata a vista da un cacciatorpediniere italiano, e l’equipaggio venne costretto a scaricare l’aeroplano, tra la curiosità dei cagliaritani.
Durante la permanenza del Carthage nel porto di Cagliari, un altro piroscafo battente bandiera francese, il Manouba, sul quale era stata segnalata la presenza di passeggeri turchi, venne intercettato e perquisito. Undici dei ventinove passeggeri turchi a bordo vennero identificati come appartenenti alla Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, ma quello che più insospettì gli ufficiali della Marina fu la scoperta di una notevole somma di denaro in oro a bordo. E così il 18 gennaio anche il Manouba venne scortato e trattenuto a Cagliari, che si trovava ad avere due navi sconosciute alla cittadinanza in porto.
Questa volta però alcuni passeggeri scesero dalla nave, sicuramente quelli che erano stati identificati come appartenenti alla Mezzaluna Rossa e alla Croce Rossa, che vennero condotti all’ospedale civile ed esaminati per capire chi fosse un medico e chi un infermiere, ma sopratutto capire se stessero mentendo o no. Ci restano di questi esami le immagini dalla rivista l’Illustrazione Italiana del 4 febbraio 1912, a testimoniare un accadimento quasi folkloristico, con un articolo dal titolo “L’Odissea dei 29 turchi del Manouba”.
Ovviamente la cosa non fù gradita al governo francese e si sfiorò un grave incidente diplomatico: la Francia protestò energicamente e in parte anche minacciò ritorsioni.
La questione venne risolta con delle scuse e la promessa del ministro della Marina, Pasquale Leonardi Cattolica, di non controllare, da quel momento in poi, navi di nazionalità francese, a meno che queste non si trovassero nelle acque della Tripolitania o della Cirenaica, cioè nelle zone di guerra.
Così il 20 di Gennaio alla Carthage venne permesso di allontanarsi da Cagliari, e non sappiamo che tipo di impressione abbia potuto dare a questi cittadini francesi la nostra città, sicuramente non quella che può avere un turista. I passeggeri turchi del Manuoba vennero poco dopo consegnati al console francese a Cagliari e solo dopo il 26 gennaio poterono lasciare la città, per essere riportati a Marsiglia, con la personale garanzia del console che non si sarebbero imbarcati nuovamente per raggiungere i teatri delle operazioni belliche.
Le navi sparirono dal porto e si chiuse, senza grossi incidenti, una delle tante piccole storie accadute nella nostra città.