8 marzo: giornata della donna, di scioperi e manifestazioni per non dimenticare
In Italia un femminicidio ogni tre giorni. Un report dell’Agenzia europea dei diritti umani sottolinea che le italiane che hanno il coraggio di denunciare gli abusi sono meno che nel nord Europa
di Antonio Tore
Oggi Anche a Cagliari, sono state migliaia le ragazze e donne che hanno sfilato nelle vie cittadine, gridando e cantando, anche in modo colorito, per chiedere a gran voce soprattutto rispetto per il proprio essere donne.
Molte donne, durante il corteo, hanno sottolineato la necessità di un impegno maggiore degli organismi politici per leggi che sostengano progetti di educazione al rispetto delle donne, soprattutto a partire dalle scuole primarie e che aiutino le famiglie e gli insegnanti a formare dei cittadini consapevoli.
Il presidente del Consiglio regionale, Ganau, che si è unito al corteo, ha dichiarato: “Non possiamo e non dobbiamo far mancare il supporto anche economico per quelle realtà, come i centri antiviolenza, che quotidianamente svolgono un lavoro straordinario e che spesso rappresentano l’unica via di uscita per le donne e i loro figli, vittime di violenza”. Ganau ha anticipato l’impegno dell’Assemblea sarda per incrementare i fondi a sostegno dei centri antiviolenza della Sardegna. “I dati sono troppo allarmanti” sottolinea ancora Ganau “perché 116 donne uccise nel 2016, quattro nei primi mesi di quest’anno, sono numeri che chiedono azioni più incisive”.
Un femminicidio ogni tre giorni. Un report dell’Agenzia europea dei diritti umani sottolinea che in Italia le donne che hanno il coraggio di denunciare gli abusi sono meno che nel nord Europa, L’8 marzo è diventato il giorno della festa della donna, ma non bisogna dimenticare né le motivazioni della ricorrenza e neanche che è il momento giusto per ricordare che troppe donne sono ancora oggi vittime di violenze, fisiche o psicologiche in Italia e nel mondo intero.
Secondo i dati forniti dall’Agenzia Europea per i diritti umani, ogni tre giorni e mezzo, in Italia, avviene l’omicidio di una donna in ambito familiare, mentre ogni giorno, sempre ai danni delle donne, si registrano 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse e 9 di violenza sessuale. Si tratta di cifre che rivelano una società ancora alle prese con una battaglia quotidiana per le pari opportunità. Madri, figlie, sorelle, in troppe sono vittime di violenze fisiche o psicologiche che si consumano giornalmente dentro e fuori le mura domestiche.
Negli ultimi 10 anni, sempre in Italia, sono state uccise 1.740 donne, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Di queste, 111 nel 2015, 108 nel 2016 e 9 dall’inizio di quest’anno. E ancora, dai dati raccolti da tutte le forze dell’ordine emerge un quadro devastante: sono 31.574 i maltrattamenti in famiglia e 10.814 le violenze sessuali subite da donne negli ultimi tre anni. Cifre allarmanti, che mostrano quanta strada ancora sia da percorrere per arrestare il dilagare di un fenomeno che si annida in ogni luogo della società: dalle famiglie alle scuole, passando per i luoghi di lavoro, dove ogni giorno si consumano grandi e piccole sopraffazioni sessiste.
Negli ultimi anni, inoltre, si sta accentuando il fenomeno del bullismo, non solo più fisico o psicologico, ma con l’utilizzo distorto della tecnologia telefonica o di internet. Il cyber bullismo, ormai. È una modalità più diffusa di quanto si pensi, forse sottovalutata anche dalle famiglie, e molti psicologi studiano il nuovo “cyberbullismo” per trovare adeguate soluzioni al problema che causa non solo disorientamento, ma possono arrivare, come racconta la cronaca, anche a gesti estremi in persone indifese. Ad aggravare la situazione, inoltre, contribuisce il basso tasso di denuncia. In Italia, in media solo il 12% ha avuto il coraggio di denunciare alle autorità gli abusi subiti a partire dai 15 anni in poi. Si tratta in pratica di un’indagine che mette in luce e a confronto la consapevolezza delle donne europee, vittime e non, con il coraggio di denunciare ad alta voce le angherie subite.
Sembra dunque lontano il tempo in cui la giornata internazionale della donna potrà essere solamente un giorno di festa. Oggi è ancora il tempo della consapevolezza e della lotta, una lotta per l’uguaglianza vera e contro la violenza che si vince con l’educazione, l’informazione e la conoscenza.