Kaleidos Sardegna: un bilancio positivo

di Roberta Manca

Promuovere la produzione sulla base della tradizione attreverso le lente della innovazione…In questo articolo proproniamo il bilancio di un piccolo ma importante progetto promosso dall’Associazione Amici di Sardegna con il finanziamentono della Fondazione di Sardegna

Il nome dato al progetto ci dice molto sulle finalità dello stesso. La parola si riporta al caleidoscòpio coniato in Inghilterra nel 1817 dall’inventore sir D. Brewster che si è riportato ad alcune espressioni greche che facevano riferimento alla composizione occasionale di belle figure. Queste figure sono ottenute da un apparecchio ottico costituito da due/tre specchi piani disposti ad angolo, chiusi entro un cilindro e paralleli al suo asse, i quali, grazie ad un gioco di riflessioni multiple, sono in grado di fornire, per la disposizione casuale di vetrini o altri piccoli elementi colorati, eleganti, svariatissime forme geometriche, simmetriche, che la rotazione del cilindro permette di variare a piacere e che si osservano controluce.

In altre parole questo progetto si è prefisso di dare delle “prospettive di sviluppo alla tradizione delle produzioni tipiche”, attraverso “la lente” dell’innovazione tecnologica e produttiva. Dare alle tradizioni produttive e culturali della Sardegna una sostenibilità economica e reddituale in grado di limitare i danni dell’abbandono dei piccoli centri rurali e montani della Sardegna e la desertificazione culturale dei grandi centri.

L’Associazione Amici di Sardegna ha voluto realizzare un nuovo “format” divulgativo sulle azioni, metodologie e approcci che siano innovativi nel contesto della “offerta” della Sardegna e legati alla tradizione della Sardegna. Il progetto si è rivolto in modo particolare a tutti coloro che operano utilizzando nuove forme di produzione, narrazione e di fruizione di servizi, anche con nuove strategie di comunicazione e di valorizzazione dei propri prodotti, servizi.

Per questo sono stati realizzati una serie di piccoli eventi con brevi video che sono stati veicolati sui social media, Facebook, Instagram, You Tube e altri, allo scopo di generare interesse e partecipazione nei cittadini, turisti e consumatori sulla conoscenza e riscoperta del variegato mosaico socio economico e culturale di cui la Sardegna è espressione.

I protagonisti degli eventi sono degli operatori locali, imprenditori, artigiani, amministratori, insegnanti, agricoltori, liberi professionisti e operatori del turismo che, a vario titolo, rappresentano delle eccellenze in chiave produttiva, socio culturale, turistica e politica delle località che sono state inserite nel progetto. Essi sono:

Mariangela Tedde a Sassari, Stefano Cherchi a Ittireddu, Gianfranco Porta a Gonnosfanadiga, Ennio Vacca a Masullas, Marilena Ibba, Marco Todde, Anna Maria Zedda e Melissa Marcello a Tiana, Loredana Contu a Lodè, Marzia Gallus a Galtellì, Maria Cristina Ciccone a Pau, Leonardo Bison a Cagliari

Questi interventi hanno permesso di conoscere come l’immagine produttiva della Sardegna debba essere interpretata alla luce della tradizione e da essa debba trarre impulso e sviluppo. Il prodotto Sardegna deve essere contestualizzato all’interno di una imprescindibile cornice geo politica e socio economica. Un brand che può distinguere i nostri prodotti.

Il progetto ha consentito di accrescere la conoscenza delle principali componenti e caratteristiche che costituiscono l’immagine consolidata della Sardegna ovvero: tradizioni popolari, suoni, canti, prodotti e produzioni tipiche e derivate, opere artistiche, beni identitari, pietanze tipiche, costumi e siti culturali e naturali della Sardegna.

Kaleidos ha offerto delle diverse chiavi di lettura e di interpretazione delle componenti sopra indicate volte a presentare e valorizzare l’innovazione nella tradizione e la positività di nuove esperienze per l’immagine del “prodotto Sardegna”

In particolare a Sassari la Prof.ssa Mariangela Meloni ha parlato di come e quanto  la cultura nonché la crescita di sensibilità  possa favorire la corretta comunicazione e la produzione letteraria; a Ittireddu Stefano Cherchi ha portato la sua esperienza di Archeologo che ha fatto della cultura e della ricerca la sua missione di vita; a Gonnosfandiga Gian Franco Porta ha descritto come la tecnologia e l’innovazione possano aiutare la tradizione della panificazione e dei derivati della lavorazione della farina, anche con l’utilizzo di nuove strategie di comunicazione e di promozione; a Masullas Ennio Vacca, Sindaco di questo importante centro della Marmilla, ha descritto la sua positiva esperienza in fatto di promozione socio turistico culturale del suo territorio e dei progetti sviluppati in ambito locale, nazionale e comunitario e sul corretto uso dei relativi finanziamenti; a Tiana, Marilena Ibba ha parlato della importanza delle cooperative sociali e della tutela e coinvolgimento sociale  delle classi deboli; Marco Todde ha parlato della importanza che la musica corale riveste per la conservazione dei riti sacri e pagani della cultura locale, mentre Salvatore Marcello ha parlato del pane tipico prodotto a Tiana e della sua commercializzazione e infine Melissa Marcello ha descritto la sua arte “la fotografia”, con la quale esporta le immagini più significative della sua piccola comunità nel resto del mondo; a Lodè Loredana Contu ha testimoniato la sua esperienza di operatrice agrituristica  e della sua “didattica sperimentale” per la conservazione di endemiche piante da frutto; a Galtellì la Guida turistica Marzia Gallus ha parlato della importante funzione che può svolgere un ufficio di informazioni e accoglienza turistica; l’Archeologa Maria Cristina Ciccone ha portato la testimonianza della propria associazione “Menabò”  che da oltre 10 anni gestisce il Museo e il parco dell’Ossidiana a Pau e ultimo, ma non ultimo, l’Archeologo Leonardo Bison che ha posto l’accento sulla necessità di abbattere le rendite di posizione in fatto di studio e gestione dei beni archeologici e culturali per dare nuove opportunità e occupazione ai tanti giovani laureati in discipline umanistiche.

Il progetto ha dato dei positivi risultati, che ha permesso si incontrare numerose persone e fra questi, imprenditori, operatori culturali, amministratori rappresentanti di pro loco e gruppi folk ma anche tanti giovani interessati al progetto e semplici cittadini e turisti che hanno seguito i nostri eventi anche utilizzando i social. Nel corso dei sopralluoghi asi sono incontrati anche gli amministratori locali dei siti in cui si è operato con i qualisi è parlato di strategie per l’animazione dei rispettivi territori promuovendo iniziative che siano in grado di dare sviluppo e occupazione valorizzando le risorse e i saperi locali.

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