A proposito di Turismo e Cultura in Sardegna: Dura lex, sed lex
di Roberta Manca
Come noto la Regione Sardegna attraverso il suo Assessorato del Turismo fin dal 1955 sostiene le iniziative che possiedono un elevato richiamo turistico, con degli specifici interventi
Quest’anno l’Assessore Giovannii Chessa ha fortemente voluto snellire la datata L.R. 21 aprile 1955, n. 7, art. 1, lett. c), contributi per manifestazioni pubbliche di grande interesse turistico e con Deliberazione della Giunta Regionale n. 48/2 del 25.09.2020 e ha provveduto a adottare con determinazione n. 1045 del 06.10.2020 una nuova procedura fissando modalità e criteri per tutti gli operatori.
Per l’occasione sono state individuate delle specifiche aree di intervento per fare in modo che il fenomeno del turismo venisse declinato nelle sue principali declinazioni compresa l’area dell’inclusione sociale settore, a mio avviso, di non di poco conto. In tal modo sono state previste 9 cartelloni settoriali a cui tutti gli interessati potevano partecipare.
La procedura adottata è stata quella chiamata a sportello. In pratica venivano ammessi solo i progetti che fossero stati regolarmente inviati (con tutti gli allegati di rito) entro una fascia di tempo e di ora certa.
Come è noto ogni scelta ha delle conseguenze e l’adozione di questo sistema ha causato l’esclusione di progetti che forse avrebbero meritato ma che sono stati esclusi o perché inviati in ritardo o perché incompleti. Per la verità l’Assessore del turismo se non avesse provveduto a fare questo bando si sarebbero persi 7.500.000,00 mila euro e nessuno ne avrebbe beneficiato.
Ma in realtà tutti gli interessati conoscevano le regole e se purtroppo molti sono stati esclusi essi devono prendersela non con il sistema ma con se stessi per non essere riusciti, anche per i motivi più nobili, a rispettare le regole.
Per un certo verso questo bando a sportello ha vivacizzato un settore che da tanti anni era una specie di enclave riservata ai soliti attori e se andassimo a vedere chi ne ha beneficiato negli anni passati noteremmo quasi sempre le stesse sigle.
Ora però il problema è anche un altro, ovvero in un periodo di pandemia anche alla luce del nuovo DPCM molte organizzazioni beneficiarie di finanziamento non sono in grado di onorare gli impegni assunti e si dovrebbe provvedere a concedere una proroga al 2021. Fra l’altro i beneficiari, anche volendo rinunciare al contributo, non potrebbero più farlo perché il bando indicava il 1° dicembre come termine ultimo per inoltrare la rinuncia e gli interessati sono venuti a conoscenza dell’esito del bando in data 2 dicembre. Infatti il Bando recita: Gli organismi che intendano rinunciare al contributo successivamente alla pubblicazione dell’elenco dei soggetti ammessi, devono darne comunicazione entro e non oltre il 1.12.2020, pena la non ammissibilità alla programmazione per l’anno successivo.
Per il resto l’Assessore Giovanni Chessa ha più volte affermato che gli esclusi potranno rifarsi con le nuove misure che sono in fase di approvazione e che nessuno sarà escluso se le proposte avranno dei contenuti validi e possiedano tutti i presupposti normativi.