Cgil chiede l’intervento della Regione per evitare i licenziameti al call center Sky di Sestu
Allarme anche dei Riformatori: “Sky tace sui suoi piani per il contact center di Sestu. La Regione solleciti l’intervento immediato del Governo”
di Sergio Atzeni
“E’ urgente un intervento delle istituzioni regionali sul call center Sky, che impiega a Sestu quasi mille lavoratori e rischia di essere travolto da scelte aziendali del tutto irresponsabili”: lo ha detto il segretario Slc -Cgil Antonello Marongiu nel corso dell’audizione in Consiglio Regionale nella Commissione presieduta da Gavino Manca.
Dopo il resoconto della storia di Sky nel territorio, degli incentivi e sgravi regionali ottenuti, Marongiu ha sottolineato che “il settore è caratterizzato dall’immaterialità dei servizi e basta un click per cancellare centinaia di posti lavoro il cui costo rappresenta l’80 per cento rispetto al totale della produzione”. In aziende di questo tipo, secondo il segretario Slc “il blocco del turn over è una scelta sconsiderata, perché Sky dovrebbe puntare invece sul ricambio generazionale, favorendo e non bloccando le assunzioni dei giovani”.
La Slc sollecita quindi un intervento delle istituzioni per sensibilizzare una multinazionale da sempre vicina alle questioni sociali: “Il fatto che le nuove assunzioni e le nuove attività vengano svolte da aziende esterne al gruppo – ha concluso Marongiu – sembrerebbe delineare un disinvestimento sul call center interno a favore degli outsourcer: per queste ragioni chiediamo all’azienda di sedersi a un tavolo – al quale dovrà esserci anche una rappresentanza della Regione e dei sindacati sardi – per chiarire qual è il suo reale disegno industriale”.
Anche i Riformatori con Michele Cossa sono preoccupati per la situazione al call center Sky di Sestu e sottolineano che tutto tace sui piani futuri di ristrutturazione e chiedono che la Regione solleciti l’intervento immediato del Governo.
“La poca chiarezza sui destini del Contact center Sky di Sestu preoccupa enormemente. L’azienda tace sui suoi piani futuri, e la Regione – malgrado i numerosi gridi di allarme provenienti in queste settimane dalle organizzazioni sindacali – resta inerte”. Lo denuncia il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, che venti giorni fa aveva sollecitato l’attenzione dei vertici istituzionali della Sardegna sulla sorte dei quasi mille lavoratori sardi.
“Per la Sardegna sarebbe una catastrofe, un altro tassello in quel processo di impoverimento dell’isola che sembra inarrestabile. Con l’aggravante, sul piano etico ma non solo, che l’azienda ha fruito di importanti agevolazioni pubbliche”, continua Cossa. “Un danno dramma per le famiglie coinvolte e per il territorio dell’Area metropolitana di Cagliari, e di Sestu in particolare, dove molti dei lavoratori risiedono.
La Regione deve mettere in campo azioni concrete per scongiurare la chiusura di una infrastruttura dotata di personale altamente professionalizzato, uno dei più importanti centri di assistenza telefonica d’Europa. Il sospetto è che ci si trovi dinnanzi all’ennesima delocalizzazione nell’Est Europeo di una importante realtà economica operante in Italia. Nel solco di quel dumping retributivo che certo non aiuta a rafforzare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni europee e che favorisce lo sfruttamento di lavoratori privi di tutela e sottopagati”, conclude Cossa.