25 imprese sarde dell’agroalimentare a Nuoro per specializzarsi nel confezionamento
Oli, insaccati, formaggi, conserve alimentari, birre, vini, distillati, prodotti da forno, riso, dolci, bottarga e polpa di riccio, saranno i protagonisti del workshop tecnico-formativo, dal titolo “Il packaging come leva strategica per entrare nei mercati esteri”
redazione
Sono 25 le imprese dell’agroalimentare, provenienti da tutta la Sardegna, che si troveranno domani, 29 giugno, a Nuoro, dalle 9.30 presso la sala convegni dell’Euro Hotel in via Trieste 62, per apprendere i segreti della comunicazione commerciale attraverso il food packaging e, quindi, vendere con il confezionamento del proprio prodotto.
Oli, insaccati, formaggi, conserve alimentari, birre, vini, distillati, prodotti da forno, riso, dolci, bottarga e polpa di riccio, saranno i protagonisti del workshop tecnico-formativo, organizzato da Confartigianato Imprese Sardegna e dall’ICE, Istituto per il Commercio Estero, dal titolo “Il packaging come leva strategica per entrare nei mercati esteri”, il cui inizio è previsto per le 9.30. Destinato alle micro e PMI dell’agroalimentare sarde, con l’obiettivo di accrescere il loro business e la competitività sui mercati esteri, l’incontro sarà guidato dall’esperto dell’ICE Gianfranco Lai; le aziende avranno, per questo, l’opportunità di approfondire conoscenze e competenze in materia, di packaging, quale elemento strategico del marketing nei processi di internazionalizzazione di impresa. Per questo, identità, praticità d’uso e bellezza del pack saranno gli elementi fondanti della lezione su queste particolari “tecniche di vendita”, sempre più strategiche e sofisticate.
“Il food packaging, ha subìto, negli ultimi anni, una trasformazione da costo di produzione a variabile strategica in grado di creare valore aggiunto per l’impresa – sottolinea Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – ecco perché abbiamo chiamato un esperto dell’ICE a trasferire queste conoscenze alle aziende”. “La scommessa delle nostre realtà – continua Mameli – è, quindi, legata alla maggiore conoscenza delle dinamiche del marketing, di tutte le tecniche del packaging e, più in generale, dei fenomeni complessi che interessano da vicino i Paesi in cui è possibile attivare i processi di internazionalizzazione”.
Il packaging è quell’attività attraverso la quale un’azienda delinea l’identità del proprio prodotto. Infatti, nonostante il termine packaging identifichi il processo materiale di confezionamento di un prodotto, l’attività fa riferimento a una serie di aspetti immateriali legati alla realizzazione della confezione con la quale il prodotto si presenta sul mercato. In altre parole, studiare un confezionamento vuol dire elaborare e utilizzare una serie di meccanismi estetici che hanno lo scopo di comunicare un’idea, un’esigenza, un valore a colui che andrà ad utilizzare il prodotto, e cioè il consumatore. Tale accezione è ancor più vera nel settore agroalimentare, dove il packaging ha, per l’azienda, una valenza strategica sempre maggiore.
“Anche le recenti esperienze di internazionalizzazione con le missioni a Mosca e in Bielorussia – sottolinea il Segretario – ci dicono che il packaging dei prodotti ha avuto un ruolo determinante nelle scelte fatte dai buyer. Infatti, non è sufficiente fare un buon prodotto ma ormai è sempre più strategico saperlo presentare e saperlo confezionare a seconda del mercato di riferimento”. “Da questo punto di vista – conclude Mameli – ci stiamo rendendo conto che, per molte realtà, c’è ancora tanta strada da fare e Confartigianato è, anche nel workshop di Nuoro, impegnata in prima linea per supportarle”.
Proprio in provincia di Nuoro, Confartigianato ha da poco iniziato una serie di percorsi formativi rivolti alle imprese sui temi dell’internazionalizzazione.
In ogni caso il food packaging, in quanto leva di comunicazione per le imprese agroalimentari, deve assolvere numerose funzioni come la sicurezza, e quindi garantire l’integrità del prodotto e prevenire la manipolazione del contenuto, l’estensione della durata del prodotto, ovvero deve essere realizzato utilizzando materiali/tecnologie che garantiscano un allungamento della “vita” del contenuto, la logistica, agevolando il trasporto del contenuto dal magazzino al distributore e dal distributore al consumatore, le informazioni al consumatore, attraverso specifici sistemi di etichettatura, la tracciabilità e le istruzioni per il corretto smaltimento dell’imballaggio, e il marketing, che deve essere interpretato secondo una logica di brand identification ed essere quindi utilizzato come vero e proprio strumento di promozione e vendita.
Le 25 imprese, sempre insieme a Confartigianato Sardegna e ICE, proseguiranno nella loro missione di avvicinamento ai mercati esteri il 17 e 18 luglio prossimo a Cagliari. Il 17 si terranno una serie di incontri BtoB nei quali i prodotti verranno presentati e fatti degustare a 10 buyer provenienti dall’Ungheria, Polonia e Croazia. Il 18 sono previste delle visite aziendali per mostrare agli operatori esteri dove nascono i prodotti sardi.