Vecchio Ospedale  Marino, da riadattare o abbattere? Ecco la sua storia

Come un figlio conteso, molti preferirebbero che questo grande monumento architettonico fosse salvato, molti vorrebbero che fosse demolito e che l’area fosse bonificata. Chi la spunterà?

di Annalisa Pirastu

La riqualificazione del lungomare Poetto a opera del Comune di Cagliari è stata opera meritevole e sicuramente ha sollevato pareri diversi, forse malumori ma anche e soprattutto sollievo come qualunque opera che alla fine viene compiuta.
Non è avvenuto lo stesso per “il gigante buono” che si allunga sulla spiaggia del Poetto vicino alla torre Spagnola: il vecchio Ospedale Marino. La Regione e tutte le amministrazioni competenti sono dunque chiamate dai cittadini questo sabato a pronunciarsi su un problema ormai trentennale. Non vogliono più capire, analizzare, progettare. Vogliono sapere se l’Ospedale Marino Vecchio sarà ricostruito o demolito. Come un figlio conteso, molti preferirebbero che questo grande monumento architettonico fosse salvato, molti vorrebbero che fosse demolito, che l’area fosse bonificata e poi sia quel che sia.

La storia è stata raccontata tante volte ma ha un percorso quasi surreale, da videogioco con ostacoli che compaiono all’improvviso, che vale la pena di ripercorrerla per dare un senso a questa vicenda.
Gli eventi risalgono al 1037 quando l’ architetto Badas progetta il colosso come colonia estiva. La Colonia Dux però ha da subito un destino tormentato ; non viene completata a causa della guerra .
Dopo la guerra nel 47 viene adibita ad Ospedale, viste le necessità, e viene affiancato da un pronto soccorso costruito in modo spartano. Dopo ingenti costi di gestione e di eventuali ripristini, nel 1988 la struttura viene definitivamente abbandonata e ne prende il posto di ospedale, l’ex hotel Golfo degli Angeli.

Destituito della sua destinazione d’uso il “gigante buono” viene fatto oggetto di pareri, ipotesi, programmi sul suo possibile utilizzo mentre abbandonato a se stesso comincia la sua lenta agonia. Le autorizzazioni sul suo uso passano dalla Regione al Comune mentre i privati che si erano interessati a riqualificare la struttura abbandonano l’idea per i vincoli che vengono innalzati sulla sua fruizione.
Nel 2006 il bando della Regione lo dà in concessione per 50 anni purchè sia valorizzato a fini turistici non residenziali. In quel momento storico infatti l’ Ospedale Marino è classificato dal PUC (piano urbanistico del Comune) come area per attrezzature pubbliche e private. Andrebbe chiesta una variante urbanistica per fini turistici. L ’ex pronto soccorso invece, cioè la struttura più piccola che non è vincolata storicamente è di proprietà del demanio e va demolito concedendo al demanio un altro spazio in sostituzione.

Al bando partecipano la società Prosperius di Firenze e la Sa & Go di Sergio Porcedda che raggruppa varie imprese sarde. La Prosperius vorrebbe riqualificare la struttura a fini socio sanitari  il team Cagliaritano opterebbe per un centro polifunzionale dedicato a turismo del benessere. A quest’ultimo, esaminate le istanze, viene assegnato l’ affidamento provvisorio.
Nel 2007 però l’edificio viene posto sotto tutela come patrimonio storico.(Decreto Direzione Regionale 19 sett. 2007) La nuova tutela porta con sé dei vincoli pesantissimi ; solai e pilastri devono risultare nella loro posizione originale. Il progetto presentato dalla Sa & Go richiede una serie di adeguamenti tecnici che la società ritiene improponibili per la destinazione d’uso da loro scelta.

Il bando viene dichiarato non concluso nel 2009. Intanto la Prosperus che si era rivolta al TAR per contestare l’assegnazione che la vedeva fuori dalla gara d’appalto, fa ricorso al Consiglio di Stato. Poichè il progetto è conforme al bando, i giudici decidono di affidarglielo in via provvisoria.
Nel 2010 nuovo intoppo, la conferenza dei servizi impone al Comune la modifica del piano urbanistico per una nuova destinazione d’ uso della area dell’ Ospedale Marino.
Arriviamo al 2011 con un nulla di fatto.
Si approva la variante del PUC e l’edificio può solo essere recuperato col vincolo dell ‘uso socio sanitario. Le aree circostanti dovranno essere utilizzate come parcheggi pubblici e nella zona limitrofa saranno concessi solo spazi pubblici di connessione con il Parco di Molentargius composti di percorsi ciclabili e pedonali. Il pronto soccorso, che non ha alcun vincolo, può essere invece demolito.

Nel 2014 dunque tutto sembra spianato per l’intervento della Prosperius per la  riqualificazione in chiave di centro di riabilitazione. Ma, e c’è un ma, nel 2015 l’Assessore alla Sanità nella nuova Conferenza di Servizi ritiene che sussista la mancata applicazione delle norme relative alla programmazione sanitaria Regionale come il fondamentale accreditamento della struttura. La Regione chiede quindi chiesto delucidazioni alla Prosperus che però non si pronuncia ufficialmente. Nuova impasse che impedisce l’ aggiudicazione della struttura e quindi ancora una volta non si giunge a un contratto per dare il via ai lavori.

La soluzione nel 2017 sembra ancora lontana perchè la Prosperus pare richieda l’accreditamento sanitario regionale prima ancora della costruzione, senza peraltro aver presentato istanza. Intanto gruppi ecologisti chiedono almeno la bonifica della zona.Continua anche la battaglia tra chi non vuole buttare giù un pezzo di storia architettonica della città dell’eminente architetto razionalista e chi, stanco di lungaggini vorrebbe fare tabula rasa e veder nascere un nuovo progetto che potrebbe valorizzare Cagliari.

Il Marino dunque non può essere demolito perché tutelato come monumento storico ma non può neppure essere utilizzato come attività redditizia, perché i vincoli di restauro ne impediscono la fruizione.
Forse l’unico che non si schiera è il guardiano della struttura che, chiuso nella sua guardiola a due passi dal mare, controlla la sicurezza dell’ area. A lui l’ingrato compito di stanare le coppiette che, incuranti di transenne, vincoli e storia cercano di appartarsi negli edifici del pronto soccorso.

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