Stop sei giorni prima alle esercitazioni militari nella costa sud orientale sarda

La Regione comunica l’impegno della Marina Militare a terminare il 14 maggio le esercitazioni militari tra Capitana e Terra Mala e tra Cala Sinzias e Capo Ferrato, in anticipo rispetto alla data del 20 inizialmente prevista

di Sergio Atzeni

Esercitazioni militari anche se non a fuoco in luoghi turistici tipo Capitana e Terra Mala o Cala Sinzias e Capo ferrato con Costa Rei in mezzo non sono certo una cosa che in una Regione altamente turistica e in zone più che frequentate possono essere presa alla leggera.

La Marina Militare ha sottolineato che si tratta di rimozione dain fondali di ordigni inesplosi. Allora vuol dire che tanta gente ha frequentato quelle zone con il pericolo di saltare in aria e sarebbe grave, oppure quel tratto di mare è stato interessato da esercitazioni con lancio di ordigni poco tempo fa e sarebbe ancora piu grave, o ancora si tratta di un’esercitazione ai soli fini teorici e che poteva essere fatta in tanti luoghi diversi e meno impattanti, turisticamente parlando. Una situazione insomma che la Sardegna deve sopportare passivamente  e che allunga i sacrifici che sopporta per avere  tante servitù militari che vanno dai poligoni alle decine di caserme.

In questa situazione la Regione ha fatto sentire, come è suo dovere, la sua voce con una protesta garbata e la Marina Militare ha accettato tagliando di sei giorni le esercitazioni.

Ecco il comunicato diffuso della Regione:
“La Presidenza della Regione comunica l’impegno della Marina Militare a terminare il 14 maggio le attività esercitative militari nei tratti di mare tra Capitana e Terra Mala e tra Cala Sinzias e Capo Ferrato, in anticipo rispetto alla data del 20 inizialmente prevista. Ciò è stato possibile grazie al dialogo e alle sinergie avviate fin da subito con la Marina per limitare al massimo gli impatti delle esercitazioni. Tali interlocuzioni avevano già consentito, nei giorni scorsi, una sensibile riduzione degli specchi acquei interdetti.

Trattandosi di attività di esercitazione non a fuoco ma di bonifica, finalizzate alla rimozione dai fondali di ordigni bellici inesplosi, la Regione ne condivide il fine di tutela delle persone e dell’ambiente. Sottolinea nel contempo il giusto diritto dei pescatori a un equo indennizzo relativamente alle giornate di sgombero che ne limitano le attività, diritto che sosterrà con il Governo.

La Regione ha inoltre sottolineato con la Marina la necessità di adottare forme di comunicazione agli operatori più moderne e dirette.”

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