Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – Cagliari, via Giovanni Dexart

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

di Annalisa Pirastu

Giovanni Dexart nasce a Cagliari da Melchiorre e Marianna Jorge. Viene battezzato il 22 ottobre 1590. In un documento del 1630, redatto per rivendicare proprietà di famiglia, Dexart annota che il nonno Juan sposato a Maria Torrella di Capoterra era venuto in Sardegna proveniente dalla Navarra.

Il padre di Dexart esercitava la professione di notaio e aveva svolto un ruolo importante, come sindaco dello stamento reale dal 1602 al 1603. Morì quando Giovanni aveva 15 anni e Dexart fu affidato alle cure del fratello maggiore Antioco.

Dexart si formò nel collegio gesuitico in Castello dove studiavano i figli della nobiltà e del ceto togato. Si iscrisse poi in giurisprudenza a Pisa. La Sardegna era la terza formazione studentesca a Pisa, preceduta solo dalla Toscana e dalla Liguria. Dal 1600 al 1699 si laurearono a Pisa circa 300 sardi. Dexart registrato nei documento della laurea il 15 aprile 1615, come “Dexart Johannes sardus calaritanus”.

Negli anni pisani acquisì una vasta conoscenza della tradizione romanistica del diritto romano-canonico che metterà a frutto come magistrato. Rientrò lo stesso anno in Sardegna e superò l’esame pubblico per la pratica forense. Rimangono di quegli anni pochi responsi legali e solo alcune allegazioni forensi, manoscritte e a stampa. Sono però sufficienti per dimostrare la profonda conoscenza della disciplina del Dexart. Divenne infatti uno dei più apprezzati e celebri uomini di legge del foro cagliaritano di tutti i tempi.

Nel 1624, come avvocato dello stamento militare, partecipò ai lavori del Parlamento. Fu un duro momento di scontro tra i bracci parlamentari e l’autorità viceregia.  Gli Stamenti rifiutavano di accordare denaro richiesto ma dopo un braccio di ferro tra il Parlamento e il viceré Vivas, lo stesso, riuscì e a strappare il donativo. Il Dexart fu il portavoce degli interessi dello stamento militare e, in particolare, della nobiltà feudale cagliaritana.

Scrisse due memoriali: il primo, contesta al Vivas, numerose irregolarità e gli attribuisce il disegno di voler scindere in due lo stamento militare. Il secondo è un ricorso per nullità della sessione parlamentare. Questo  dibattito consentì a Dexart di appropriarsi delle procedure, del cerimoniale, della pratica e della teoria del diritto parlamentare sardo.

Nel 1626 grazie alla sua fama, venne nominato “jurado en cabo” della città di Cagliari. Si dedicò a un’intensa attività amministrativa, correggendo molti abusi dei predecessori e introducendo innovazioni: dall’obbligo per i nobili e gli ecclesiastici di pagare le tasse municipali, all’abolizione dei doni del Comune al viceré. Il contributo più importante durante la reggenza si concretizzò nell’apertura dell’università di Cagliari.

Fu il compilatore delle Constituciones  ispirandosi agli statuti e ai regolamenti delle università aragonesi. Manca nelle Constituciones cagliaritane la partecipazione degli studenti alla nomina dei professori e del rettore, secondo quanto avveniva nelle università spagnole. Le facoltà dell’università cagliaritana erano quattro: teologia, giurisprudenza, medicina e filosofia. Dexart insegnò nella facoltà di giurisprudenza.

Nel 1626, come “cabeza” dello stamento reale, partecipò ai lavori del Parlamento straordinario Bajona. Nel 1627 il re gli concesse l’ambita “plaça”. L’anno successivo venne nominato giudice criminale della Reale Udienza, il supremo tribunale d’appello del Regno, istituito nel 1564, per la dottrina, l’ imparziale amministrazione della giustizia, la fermezza e l’imperturbabilità del carattere di Dexart.

Nel 1633, durante i lavori del Parlamento gli venne affidato il compito, non portato a termine dal giurista Monserrato Rossellò, morto nel 1613,di raccogliere e commentare i capitoli di corte inediti delle precedenti leggi parlamentari.  L’opera, vide la luce nel 1645.

Nel 1632 la concessione della dignità cavalleresca e del privilegio di nobiltà mutò radicalmente la posizione sociale di Dexart. Prima era soltanto un qualificato esponente del ceto togato ma il titolo di nobiltà, dopo l’agiatezza economica e i successi come magistrato e giurista, aprirono a lui e alla sua famiglia, le porte degli ambienti aristocratici cagliaritani. I suoi sei figli si inserirono nei ranghi della feudalità e della nobiltà locale, sposando inoltre eminenti esponenti cagliaritani.

La preparazione giuridica di Dexart e il suo equilibrio, oltre alla profonda conoscenza della realtà sarda, lo resero un punto di riferimento per i viceré, che si rivolgevano a lui per le più delicate faccende di Stato.

Nel 1645 Filippo IV concedeva a Dexart la dignità di membro del Sacro Regio Consiglio di Napoli. La magistratura nel tribunale supremo napoletano fu il coronamento del suo percorso lavorativo. Sono pochi i togati sardi che hanno ricoperto le più alte cariche dei regni spagnoli o dei domini italiani.

In quello stesso anno furono pubblicati i Capitula sive Acta curiarum Regni Sardiniae sub invictissimo Coronae Aragonum imperio concordi trium brachiorum aut solius militari voto exarata. L’opera, dedicata a Filippo IV, è divisa in otto libri e ogni libro tratta una  materia.

L’impianto contrattualistico della dissertazione del Dexart condiziona la ricostruzione storica dell’origine delle Cortes in Sardegna. Dexart scrisse, influenzando la storiografia successiva che, nel primo Parlamento del 1355, convocato da Pietro IV d’Aragona, non vi fu un vero contratto tra sovrano e Stamenti in quanto il re non aveva emanato leggi né concesso capitoli e grazie, in forma di legge. Soltanto nel Parlamento del 1421 con Alfonso V il Magnanimo si sarebbero potuti individuare, secondo Dexart, gli elementi capaci di dare una precisa caratterizzazione al sistema contrattualistico del do ut des.

Per la sua elaborazione teorica sulla natura delle istituzioni parlamentari, per la difesa dell’ autonomia del Regno e dei privilegi stamentari,  Dexart viene considerato appartenente a un’area catalano-aragonese.

Dexart evidenzia i pregi e i limiti della scuola giuridica isolana del sec. XVII come, ad esempio la trascuratezza dell’analisi storica, il peso dell’erudizione, l’attenzione alla casistica, la mancanza di un rinnovamento umanistico degli studi.

Completò la stesura del suo secondo trattato Selectarum iuris conclusionum in sacro regio Sardiniensi praetorio digestarum et decisarum centuria, nel 1646. Una raccolta di cento decisioni su questioni giuridiche di diritto comune e di diritto patrio, pronunciate dalla Reale Udienza di Cagliari nel periodo in cui Dexart era giudice.

Nel 1646 Dexart venne inviato in missione a Catanzaro, per sanare una situazione giudiziaria deteriorata. Qui morì il 18 dicembre del 1646.

 

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