Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – Cagliari, via Gaspara Stampa

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

di Annalisa Pirastu

Via Gaspara Stampa è una traversa di via Gabriello Chiabrera, nella zona di piazza Giovanni 23esimo.

Gaspara Stampa nacque a Padova intorno al 1523, da una famiglia borghese di origine milanese. Alla morte del padre Bartolomeo, commerciante di gioielli, la vedova Cecilia, con I figli Gaspara, Baldassare e Cassandra, si trasferì a Venezia. Baldassare morì a 19 anni per malattia. Alla morte del fratello Gaspara, molto turbata , meditò di fare  una vita monacale ma poi abbandonò l’idea.

A Venezia Gaspara frequentò la raffinata ed istruita società del tempo. La Stampa condusse una vita elegante e spregiudicata, segnalandosi per la sua bellezza e per le sue qualità. Colta in letteratura, nell’arte e nella musica, con una personalità prorompente, Gaspara visse in modo libero anche varie esperienze amorose, che segnarono la sua vita e la sua poetica. L’abitazione degli Stampa fu uno dei salotti letterari più famosi di Venezia, frequentato dai migliori pittori, letterati e musicisti del Veneto. Molto spesso  Gaspara si esibiva in pregevoli esecuzioni canore, cantando le liriche  del Petrarca. I romantici videro in lei una novella Saffo, anche per la sua breve esistenza, vissuta però in maniera intensa.

Gaspara oltre che poetessa e cantante fu suonatrice di liuto. Entrò nell’Accademia dei Dubbiosi con il nome di Anasilla. Così veniva chiamato in latino il fiume Piave cioè Anaxus, che attraversava il feudo dei Collalto, cui apparteneva Collaltino, l’uomo  che lei amò non ricambiata. Il conte  Collaltino di Collalto era un uomo di guerra e di lettere e Gaspara lo amò per circa tre anni, dal 1548 al 1551. L’uomo però, forse anche a causa di periodi di  lontananza, non ricambiò l’amore che Gaspara provava per lui. Quando Collaltino abbandonò la poetessa, Gaspara attraversò una profonda crisi spirituale e religiosa. A Collaltino è dedicata la maggior parte delle 311 rime della Stampa, pubblicate dalla sorella Cassandra nel 1554 che, concepite secondo il modello petrarchesco, costituiscono una delle più interessanti raccolte liriche del Cinquecento.

Il canzoniere della Stampa, che può essere visto come un diario amoroso, risente dell’inquieta originalità di una vicenda narrata con femminile autenticità. L’originalità dell’opera consiste nella versificazione, che si presenta nei modi immediati e discorsivi di una confessione autobiografica. Il valore della sua poesia e la sua presa sul lettore, si distinguono nel rifiuto della retorica dei suoi contemporanei.

Gaspara Stampa ebbe il merito di introdurre nel dominio sacro della poesia, l’umile racconto biografico. Ciò potrebbe essere considerato un limite ma è invece la ragione della sua positiva eccentricità, di fronte alla poetica del suo tempo. Poiché era anche musicista la Stampa riuscì ad alleggerire la poetica petrarchesca mantenendone  la grazia e donandole l’ orecchiabilità dei componenti popolari.

Gaspara Stampa morì a Venezia il 23 aprile 1554, dopo quindici giorni di febbri intestinali. Alcune fonti riportano che si suicidò con il veleno per amore, altre ancora  che le pene d’amore la condussero alla morte per malattia.

 

 

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